Il giudice per l'udienza preliminare ha deciso che ci sarà un unico procedimento con al centro le operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, il prestito ibrido la cartolarizzazione che hanno permesso di occultare perdite miliardarie. Intanto si chiude l'inchiesta nei confronti di Antonio Degortes, che era indagato con l'accusa di aver acquistato a prezzi di favore alcuni immobili
Il giudice per l’udienza preliminare di Milano Livio Cristofano ha riunito i due tronconi dell’indagine milanese su Monte dei Paschi di Siena a carico degli ex vertici e manager dell’istituto, della banca tedesca Deutsche Bank e della filiale inglese della giapponese Nomura, oltre che degli stessi istituti di credito in qualità di enti, per i reati di false comunicazioni sociali, aggiotaggio, falso e ostacolo alle funzioni di vigilanza di Banca d’Italia e Consob. Ci sarà un unico procedimento con al centro le operazioni relative ai derivati Santorini e Alexandria, al prestito ibrido Fresh e alla cartolarizzazione Chianti Classico, attraverso le quali sarebbero stati indicati centinaia di milioni di euro di utili mai prodotti effettivamente. E allo stesso tempo sarebbero state occultate perdite miliardarie con dati di bilancio truccati per oltre 2 miliardi di euro tra il 2008 e il 2013. La decisione è stata presa dal giudice su richiesta dei pm titolari delle indagini Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici, ai quali la procura di Siena aveva trasmesso gli atti. Ora le parti offese stanno di nuovo depositando la loro richiesta di parte civile. Il gup, dopo aver raccolto tutte le richieste di costituzione di parte civile depositate in aula alla luce della riunione dei due filoni di indagine, ha rinviato l’udienza al 26 aprile.
Nel frattempo è stato archiviato il procedimento nei confronti di Antonio Degortes, il figlio del celebre fantino Andrea Degortes, noto come ‘Aceto‘, che era stato accusato di infedeltà patrimoniale. Lo ha reso noto il suo legale Roberto Martini, spiegando che l’archiviazione è stata chiesta dal pm Aldo Natalini e accolta dal gip Ilaria Cornetti che ha firmato il decreto di archiviazione dopo “tre anni di assoluto calvario da parte del mio cliente che fu ingiustamente accostato dalle cronache locali e nazionali alle note vicende della banca Monte dei Paschi”.
Il pm, ha detto l’avvocato, ha disposto anche consulenza tecnica sul valore degli immobili e “ha ritenuto che Degortes non avesse acquistato a prezzi di favore gli immobili dalla società Vim, controllata da Lehman Brothers e Sansedoni, come invece trapelava da diverse fonti giornalistiche”. “Sono stato accostato alla complessa vicenda Mps per la mia amicizia con Mussari ma anche perché ricoprivo l’incarico di vicepresidente della Montepaschi Leasing e Factoring – ha commentato Antonio Degortes – Ma come è stato dimostrato, nessun legame esisteva con l’acquisto da parte di una mia società, la Sg Investimenti, di alcuni immobili in Maremma”. “Ho passato tre anni d’inferno con attività in città aperte al pubblico che hanno subito un danno d’immagine enorme”.