Ci svegliamo nel silenziosissimo treno svedese quando all’arrivo a Stoccolma manca circa un’ora e ne approfittiamo per recarci nel vagone ristorante per una colazione a base do cioccolata calda e Kanelbulle, brioche alla cannella che avevamo avuto modo di scoprire a Göteborg, due settimane e qualche migliaio di chilometri prima.
Scesi dal treno sentiamo subito l’enorme differenza con i paesaggi e l’atmosfera lappone cui ci eravamo abituati negli ultimi giorni ma, piano piano, cominciamo a riabituarci alla presenza umana.
Dopo aver posato le nostre valigie cominciamo un primo giro alla scoperta della capitale svedese, percorrendo Vasagatan fino a raggiungere una piazza, attirati da numerose bancarelle e stand vari che finora eravamo abituati a vedere soltanto al chiuso. Qui c’è anche Hotorgsallen, mercato alimentare coperto, a riprova che siamo sempre in Scandinavia, al cui interno c’è solo l’imbarazzo della scelta tra prodotti della gastronomia svedese e del mondo intero. Come sempre, anche stavolta mi fido del fiuto infallibile del radar culinario che, scesi al piano interrato, si ferma da Kajsas fisk.
Riscaldati e ricaricati, anche se la temperatura, che sfiora lo zero, è quasi troppo calda per chi come noi si era abituato ai meno trenta, ci dirigiamo verso il porto la cui superficie è a tratti ghiacciata, rendendo difficile la vita ai numerosi cigni presenti. Attraversiamo il ponte e allo stesso tempo l’isoletta Helgeandsholmen, il cui unico edificio è rappresentato dal Parlamento, e continuiamo verso il cuore della Gamla Stan, la città vecchia, sull’isola Stadsholmen con il Palazzo Reale e il cambio della guardia a darci il benvenuto.
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Attraversiamo la piazza Stortorget, cuore della città medievale di Stoccolma e raggiungiamo nuovamente il porto per un giro in battello di un’ora nel golfo che ci consente di ammirare la città e i suoi dintorni da un prospettiva diversa e apprezzare i diversi stili di architettura, tra antico e moderno, che qui convivono nonché i famosi giardini reali, e, tornando, Junibacken, casa di Pippi Calzelunghe e il celebre Museo Vasa.
Colato a picco il 10 Agosto 1628, dopo appena mille metri in quello che doveva essere il suo primo viaggio, fu riportato a galla nel 1961 e da allora è conservato preziosamente in perfetto stato e con lui una serie di elementi decorativi della nave nonché alcuni dei suoi passeggeri, in cera, ricostruiti e impressionanti come al Museo Grevin.
Prima di rientrare ci facciamo attirare nuovamente dal fascino della Gamla Stan e delle sue innumerevoli stradine, questa volta di sera, per poi fermarci da “Tradition” dove, un nome, una garanzia, gustiamo piatti tradizionali della cucina svedese.
Il giorno seguente è già ora di partire verso sud per l’ultima tappa del nostro InterRail scandinavo, che è stata anche la prima e ci permetterà di chiudere il cerchio: Copenaghen.
Tutto questo movimento ci comincia a far venire fame e, vista l’ora, attiviamo il GPS gastronomico che ci porta a due passi dalla stazione, nel quartiere Vesterbro.
L’enorme insegna rossa BOSCH visibile da lontano ci fa inizialmente pensare ad un errore del navigatore culinario. Quando però intravediamo i tavoli, il bar e la cucina siamo rassicurati e varchiamo l’ingresso di Biomio, Ristorante/Bistrot che serve pietanze rigorosamente biologiche.
Si conclude così, con un tocco di riguardo per il pianeta, in una delle città più sensibili e all’avanguardia in tema ambientale, il nostro Interrail scandinavo che in tre settimane, ci ha portato a visitare quattro paesi, dieci magnifiche destinazioni e prendere un gran numero di treni, uno più comodo dell’altro. Un viaggio lento e a bassissimo impatto di emissioni.