Il suo nome era finito nel registro degli indagati da settembreGiosué Ruotolo era stato interrogato ma aveva cambiato versione. Oggi il militare campano accusato del duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone, è stato arrestato. Per la fidanzata di Ruotolo, Rosaria Patrone, il gip Alberto Rossi ha disposto gli arresti domiciliari. Il militare campano è stato chiuso nel carcere di Belluno. Per lui i pubblici ministeri Matteo Campagnaro e Pier Umberto Vallerin avevano chiesto l’arresto un mese fa circa.

“L’arresto ci coglie completamente di sorpresa perché sono passati sei mesi dall’iscrizione del registro degli indagati e non capiamo quali circostanze possono essere mutate rispetto ad allora per giustificare questo provvedimento – dice all’Ansa, l’avvocato Roberto Rigoni Stern -. Paradossalmente ci fa uscire da una incredibile situazione di sospensione in cui eravamo tenuti dalla fine del mese di settembre senza poter accedere in alcun modo agli atti dell’inchiesta. Appena letta la motivazione con cui il Gip ha accettato la proposta di arresto giunta dalla Procura presenteremo immediata istanza al tribunale del Riesame di Trieste affinché Ruotolo torni immediatamente in libertà. Siamo sempre più persuasi di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti e proprio l’accesso agli atti ci garantirà un contraddittorio e la spiegazione ai punti interrogativi sollecitati dall’accusa”.

Per Nicodemo Gentile, avvocato di Gianni Ragone, fratello della vittima si tratta invece di  “un provvedimento da tempo atteso perché ritenevamo da sempre gravissimo il quadro indiziario a carico di Ruotolo. Siamo soddisfatti perché adesso anche un giudice terzo lo ha certificato con la custodia in carcere. Siamo consapevoli che questa misura non significa ancora responsabilità, però è un primo passo importante verso l’accertamento della verità per dare giustizia a Trifone e Teresa”.

Teresa Costanza e il sottufficiale dell’Esercito Trifone Ragone furono trovati senza vita il 18 marzo del 2015. Dopo mesi di indagini un commilitone di 26 anni di Ragone, Ruotolo, era stato iscritto nel registro degli indagati. L’uomo, che nel corso di questi sei mesi è stato ripetutamente sentito dagli investigatori, aveva sempre affermato che la sera del duplice omicidio si trovava nella propria abitazione da solo.

Teresa, 30 anni, si era laureata in Bocconi di Milano e lavorava come assicuratrice. Trifone, 29 anni, lavorava come militare ed era atleta di sollevamento pesi e modello. Stavano insieme da un anno. I due fidanzati erano stati trovati morti in auto nel parcheggio vicino al palazzetto dello Sport, dopo l’allenamento, freddati con quattro colpi di un vecchio modello di Beretta 765 alla testa. Un’esecuzione compiuta da un solo killer. Inizialmente si era pensato a un omicidio-suicidio, ipotesi smentita subito dopo dagli investigatori.

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