Secondo gli inquirenti, il primo cittadino avrebbe "usato" l'imprenditore dell'azienda incaricata del servizio di igiene urbana "come un bancomat". Custodia cautelare anche per lui, un assessore e due consiglieri, accusati a vario titolo di corruzione, tentata induzione indebita e peculato in concorso
Il sindaco di Maddaloni (Caserta), Rosa De Lucia, eletta nel 2013 con il Popolo della Libertà, è stata arrestata lunedì mattina insieme a un assessore, due consiglieri e un imprenditore. La principale accusa che le viene contestata dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere è di aver ricevuto tangenti per affidare il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani alla ditta Dhi, società dell’imprenditore Alberto Di Nardi.
In particolare lui, secondo i pm, le avrebbe pagato un viaggio ad Antibes ed erogato 500 euro per la manifestazione “Stop femminicidio”, oltre ad avere versato 5mila euro per 600 metri di luminarie in paese nel 2015. In sostanza, scrivono gli investigatori, Di Nardo è stato utilizzato come “sorta di bancomat della De Lucia“, elargendo denaro e altre utilità pur di continuare a gestire il servizio di igiene urbana. Il sindaco avrebbe percepito mensilmente una somma tra i 10mila e i 15mila euro, nonché una tangente di 1,2 milioni di euro per l’affidamento quinquennale del servizio.
Nell’inchiesta sono coinvolti anche l’assessore Cecilia D’Anna, il consigliere comunale Giuseppina Pascarella e l’imprenditore Di Nardi, e le accuse sono, a vario titolo, di corruzione, tentata induzione indebita a dare e promettere qualcosa e peculato in concorso. I militari notificheranno, inoltre, informazioni di garanzia per corruzione a un consigliere di maggioranza e, per peculato, al comandante della locale polizia municipale. I carabinieri stanno procedendo anche al sequestro preventivo di circa 1 milione di euro a carico dell’imprenditore destinatario del provvedimento cautelare.
De Lucia, 36 anni, in passato aveva subito in passato minacce da alcuni lavoratori e riceveva una sorveglianza più stretta, ma nessuna scorta, da parte delle forze dell’ordine. Nel febbraio dello scorso anno una telefonata arrivata al commissariato della Polizia di Maddaloni aveva avvertito: “Stasera per il sindaco fa caldo”. In passato l’ex dipendente di una ditta che in passato aveva gestito alcune attività al cimitero comunale l’ha minacciata di morte aggredendola negli uffici del Municipio.
I rapporti con la Dhi Holding – Secondo gli investigatori, la Dhi Holding Industriale spa di Alberto Di Nardi ha ottenuto, tra il 2013 e il 2015, “l’emissione di ordinanze di proroghe trimestrali degli affidamenti diretti del servizio di igiene urbana, comportanti un impegno di spesa di 423mila euro, in modo illegittimo sia per la mancanza dei presupposti di eccezionale e urgente necessità, sia perché eccedenti i limiti massimi di 18 mesi”, spiega il procuratore Maria Antonietta Troncone. Le frequentazioni tra il sindaco e l’imprenditore erano “quasi quotidiane”.
Inoltre Di Nardi, su richiesta del sindaco, avrebbe proceduto all’assunzione all’Intergair spa, sua controllata, del fratello di un consigliere comunale di Maddaloni, così come al pagamento del viaggio ad Antibes del sindaco e di Cecilia D’Anna, assessore alla Cultura del Comune di Maddaloni. Di Nardi avrebbe inoltre erogato “benefici sul piano politico ed elettorale” con “sponsorizzazioni di vario tipo e importo, tra le quali 500 euro per la manifestazione Stop femminicidio e circa 5mila euro per la realizzazione di 600 metri di luminarie in via Napoli per l’anno 2015, per dare copertura economica ad attività patrocinate dal Comune e dal sindaco in persona”. Affinché il rapporto “corruttivo” potesse proseguire nel tempo, Di Nardi avrebbe inoltre fornito aiuto al sindaco “perché questi potesse sanare i dissidi interni alla maggioranza consiliare e assicurarsi la prosecuzione dell’attività consiliare, e quindi del suo mandato di sindaco”.