Roma, 19 dic. (Adnkronos Salute) - In Italia nel 2024 sono stimate 390.100 nuove diagnosi di tumore: 214.500 negli uomini e 175.600 nelle donne. Nel 2023 erano 395.900 state e 391.700 nel 2022. Il tumore più frequentemente diagnosticato quest'anno è il carcinoma della mammella (53.686 casi), seguito dai tumori a colon-retto (48.706), polmone (44.831), prostata (40.192) e vescica (31.016). Lo rivela il 14esimo censimento 'I numeri del cancro in Italia 2024' dell'Associazione italiana oncologia medica Aiom, presentato oggi a Roma a Palazzo Baldassini. A firmare la prefazione del volume, frutto della collaborazione tra Aiom, Airtum (Associazione italiana registri tumori), Fondazione Aiom, Osservatorio nazionale screening (Ons), Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), Passi d'Argento e Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica (Siapec-Iap), il ministro della Salute Orazio Schillaci.
Secondo il censimento, la mortalità per cancro nei giovani adulti 20-49enni, in 15 anni (2006-2021), è diminuita del 21,4% nelle donne e del 28% negli uomini. E' significativa, in particolare, la riduzione dei decessi per carcinoma polmonare in entrambi i sessi: -46,4% nelle donne e -35,5% nei maschi. Un altro elemento positivo, determinato soprattutto dai progressi nelle terapie, è costituito dal costante incremento del numero di persone che vivono dopo la diagnosi di tumore: nel 2024 sono circa 3,7 milioni. E la metà dei cittadini che oggi si ammalano è destinata a guarire, perché avrà la stessa attesa di vita di chi non ha sviluppato il cancro. Vi sono però aree su cui è necessario più impegno, a partire dai 3 programmi di screening. Nel 2023, rispetto agli anni precedenti - evidenzia il report - si registra una maggiore copertura della popolazione, che raggiunge il 49% per lo screening mammografico, il 47% per quello cervicale e il 32% per quello colorettale. Tuttavia restano notevoli differenze territoriali, con le regioni meridionali che fanno registrare livelli di adesione inferiori rispetto alle altre aree in tutti e tre i programmi di screening. Serve più attenzione anche agli stili di vita: il 24% degli adulti fuma, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 18% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. E si registra un boom di sedentari, aumentati dal 23% nel 2008 al 28% nel 2023.
"Anche se la stima del numero di nuovi casi di cancro è di poco inferiore a quelle del 2022 e del 2023 - afferma Francesco Perrone, presidente Aiom - non si può essere particolarmente ottimisti in un quadro più generale di prevalenza ancora alta di fattori di rischio, comportamentali e ambientali, che contribuiscono significativamente a causare il cancro. Si tratta di una materia in cui è necessario investire di più e a molteplici livelli, incluse, ad esempio, le riforme che Aiom sta promuovendo per rendere più efficace la lotta al tabagismo. Nel libro siamo andati 'oltre i numeri', sfruttando il punto di vista dell'oncologia per arricchire la riflessione su fenomeni di assoluta rilevanza sociale, come la cura del cancro nei migranti, nelle carceri e nelle zone di guerra. Sono contesti in cui i numeri tendono ad essere imprecisi o del tutto ignoti e in cui la prevenzione e la cura del cancro non necessariamente rappresentano la priorità massima, ma piuttosto una lente attraverso la quale mettere meglio a fuoco come il diritto alla salute possa venire calpestato o non sufficientemente garantito".
Nel 2022 in Italia sono stati stimati 35.700 decessi per cancro del polmone, 24.200 per il colon-retto, 15.500 per la mammella, 14.900 per il pancreas e 9.900 per lo stomaco. Dei quasi 10 milioni di morti oncologiche ogni anno in tutto il mondo, il 10,5% avviene in giovani adulti, cioè persone di età compresa tra 20 e 49 anni. In Europa, dove le popolazioni sono più vecchie, le morti per cancro in giovani adulti rappresentano il 4,3% di tutti i decessi oncologici registrati nel 2022. Il volume contiene un'analisi della mortalità dei 20-49enni in Italia dal 2006 al 2021, che ha evidenziato un netto calo generale dei decessi per neoplasia in entrambi i sessi.
"In 15 anni sono state 786 le vite salvate tra le donne e 939 tra gli uomini in questa fascia d'età rispetto al numero atteso basato sui tassi del 2006 - evidenzia Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom - Assume particolare rilievo positivo, in entrambi i sessi, l'importante diminuzione nella mortalità per tumore del polmone, del 46,4% tra le donne e del 35,5% tra gli uomini under 50. Sono dati estremamente incoraggianti, se si considera che questa neoplasia rappresenta la prima causa di morte oncologica negli uomini giovani adulti e la seconda nelle donne dopo il tumore della mammella. Questa osservazione si aggiunge ai progressi ottenuti, grazie alle recenti innovazioni terapeutiche, nella sopravvivenza dopo la diagnosi di carcinoma polmonare. Peraltro, i dati relativi agli stili di vita degli italiani sottolineano la necessità di rafforzare gli sforzi per la prevenzione primaria in persone di tutte le età, attraverso la lotta al fumo di sigaretta, altrimenti si rischia nei prossimi anni un'inversione della tendenza. Dall'altro lato, va tenuto presente il campanello d'allarme che, in questa fascia d'età, suona per le neoplasie del colon-retto e dell'ovaio, dove la mortalità resta stabile da anni".
"Per stimare i numeri del cancro nel 2024 in Italia, sono stati raccolti i dati da 35 registri tumori che coprono una popolazione di oltre 44 milioni di persone, cioè l'80% dei cittadini - sottolinea Fabrizio Stracci, presidente Airtum - Quest'anno, nel nostro Paese, le nuove diagnosi di tumori maligni non supereranno i 390.100 casi. Si tratta di una stima concordante con quanto riportato nel 2022 e 2023, sulla base delle proiezioni a livello europeo. Va evidenziato l'inizio di una potenziale inversione di tendenza nel numero assoluto di nuovi casi, cioè una diminuzione di circa il 5% rispetto all'ultima proiezione Airtum del 2020 e alle stime dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Un ruolo, seppure parziale, nel potenziale calo delle nuove diagnosi di cancro va anche attribuito alla riduzione di circa il 2,5% della popolazione italiana tra il 2017 e il 2024, da 60.484.000 abitanti a 58.990.000".
Dall'altro lato, i dati dei registri tumori indicano un costante aumento della prevalenza, cioè del numero di persone che vivono dopo la diagnosi, circa l'1,5% l'anno nell'ultimo decennio (1,6% nelle donne e 1,3% negli uomini). "Oggi sono quasi 3,7 milioni (3.661.499) di cittadini, il 6,2% dell'intera popolazione - spiega Diego Serraino, direttore Soc Epidemiologia oncologica e Registro tumori del Friuli Venezia Giulia, Centro di riferimento oncologico Irccs Aviano - E la metà delle persone che si ammalano di cancro nel 2024 è destinata a guarire. Per quanto riguarda i tumori ginecologici, la probabilità di guarigione per le donne colpite, nello scorso decennio, da tumore del corpo dell'utero è stata del 69%, per il collo dell'utero del 58%, per l'ovaio del 32%. E' evidente il ruolo della diagnosi precoce nell'aumentare le probabilità di superare definitivamente la malattia. Nel carcinoma della mammella è pari complessivamente al 73%, ma passa dal 99% nello stadio I all'81% nello stadio II, per scendere al 36% nel III e IV. Considerando tutti gli stadi, chi si è ammalato di tumore del colon-retto ha una probabilità di guarire del 56%, dal 92% se la malattia è diagnosticata in stadio precoce al 71% in stadio II".
"Individuare un tumore o i suoi precursori in fase iniziale permette di intervenire tempestivamente, con trattamenti più efficaci, meno invasivi e con minori rischi di complicanze, garantendo maggiore sopravvivenza e qualità della vita - rimarca Paola Mantellini, direttrice Osservatorio nazionale screening, organismo coordinato dall'Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica della Regione Toscana - I dati mostrano i progressivi miglioramenti dei programmi di screening, sia in termini di capacità di invito che di copertura. Nel 2023, quasi 16 milioni di persone, cioè oltre il 90% della popolazione italiana in età target per lo screening mammografico, colorettale e cervicale, è stata regolarmente invitata. Vanno però ridotte le differenze nell'adesione, che restano ancora significative a livello territoriale. Per quanto riguarda la mammografia, la copertura ha raggiunto il 62% al Nord, il 51% al Centro e il 31% al Sud. Lo screening cervicale mostra un livello di copertura pari al 57% al Nord, al 45% al Centro e al 35% al Sud. Inferiori le percentuali di adesione allo screening colorettale: 45% al Nord, 32% al Centro e 15% al Sud".
La prevenzione passa anche dagli stili di vita corretti. "L'abitudine tabagica è più frequente fra gli uomini, fra i più giovani, fra i residenti nel Centro-Sud ed è fortemente associata allo svantaggio sociale, coinvolgendo molto di più le persone con difficoltà economiche o bassa istruzione - conclude Maria Masocco, responsabile scientifico dei sistemi di sorveglianza Passi e Passi D'Argento, coordinati dall'Istituto superiore di sanità - Anche sovrappeso e obesità sono un importante fattore di rischio oncologico poiché coinvolti, ad esempio, nell'insorgenza dei tumori dell'esofago, del fegato, del pancreas, della colecisti e delle vie biliari, dell'endometrio e del rene. L'obesità è poco più frequente fra gli uomini, aumenta con l'età e coinvolge particolarmente le persone con svantaggio sociale. Storicamente più frequente nel Sud, oggi il gradiente geografico si è annullato. La sedentarietà è aumentata costantemente, passando dal 23% del 2008 al 28% nel 2023. L'incremento ha coinvolto tutti i gruppi della popolazione, entrambi i sessi in egual misura e tutte le classi di età, ma è stato più veloce fra i più giovani e fra le persone con maggiori difficoltà economiche. L'aumento dell'inattività fisica ha coinvolto soprattutto il Meridione e il Centro, ampliando il gradiente geografico fra Nord e Sud".
Media & Regime
Marcello Dell’Utri, lo speciale Tg5 sull’amico in carcere. Ma parlano solo i suoi avvocati (e Bruno Contrada)
Lo Speciale curato da Andrea Pamparana tutto teso a smontare il reato di concorso esterno per cui è stato condannato l'ex braccio destro di Silvio Berlusconi. Ma l'elenco degli intervistati è a senso unico: ben tre legali del senatore, l'ex poliziotto condannato, il suo difensore, il giornalista Sansonetti. Nessuno spazio ai pareri contrari. Falcone compreso
Speciale Tg5 affronta il caso Dell’Utri, ma il panorama degli intervistati non è molto vario. Andrea Saccucci, legale di Dell’Utri; Bruno Nascimbene, legale di Dell’Utri; Giuseppe Diperi, legale di Dell’Utri. Poi, dato che il filo rosso del servizio di Andrea Pamparana andato in onda la sera di domenica 6 marzo è l’attacco al reato di concorso esterno in associazione mafiosa – per il quale l’ex braccio destro di Silvio Berlusconi è stato condannato definitivamente a sette anni di reclusione che sta scontando nel carcere di Parma – gran parte della puntata è occupata da una lunga intervista a Bruno Contrada, ex poliziotto e funzionario del Sisde anche lui condannato per lo stesso reato, con pena già scontata (colonna sonora: “La calunnia è un venticello”, dal Barbiere di Siviglia). Rinforzata da un’intervista all’avvocato di Bruno Contrada, Giovanni Lipera.
Possibile? Un intero speciale di un’importante testata giornalistica dove emerge soltanto il punto di vista degli imputati e dei loro avvocati? A dire il vero un altro protagonista c’è: il giornalista Piero Sansonetti, noto per le sue posizioni ultragarantiste. Che al micorfono di Pamparana conferma: “Marcello Dell’Utri è un prigioniero politico”. E la lista degli intervistati proposti ai telespettatori finisce qui. Nessuna domanda a Contrada sui fatti specifici che il Tribunale di Palermo gli ha contestato, nessun “aiutino” ai telespettatori per capire in base a quali episodi (dal caso Mangano in poi) l’ex presidente di Publitalia e mente organizzativa di Forza Italia sia stato giudicato in via definitiva un “concorrente” della mafia.
Cuore dello speciale di 36 minuti dedicato al caso dell'”amico e collaboratore di Silvio Berlusconi”, spiega Pamparana, la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia a pagare un totale di 12.500 euro a Contrada. Perché, a parere dei giudici, fu condannato in violazione dell’artcolo 7 della Convenzione europea dei diritti umani, secondo la quale nessuna pena può essere inflitta per fatti che non sono previsti dalla legge come reato nel momento in cui sono stati commessi. Secondo i giudici di Strasburgo, il reato di concorso esterno – che non compare come tale nel codice penale italiano ma è la combinazione di associazione mafiosa e concorso in reato – è entrato ufficialmente nel nostro ordinamento con una sentenza delle Sezioni unite della Cassazione nel 1994. Di conseguenza, non poteva essere applicato a Contrada, a cui venivano contestati rapporti con Cosa nostra risalenti agli anni Ottanta. Ma anche Dell’Utri è stato condannato – come uomo cerniera tra Cosa nostra e Silvio Berlusconi – per fatti accertati fino al 1992. Di conseguenza, è la tesi dello speciale di Pamparana, quel che vale per l’ex poliziotto vale anche per l’ex senatore.
Semplice, vero? Eppure il reato di concorso esterno è da decenni oggetto di dibattito tra giuristi (e di sentenze favorevoli che Pamparana si è guardato bene dal citare). Così come le motivazioni dei giudici europei, che non hanno alcun effetto immediato sulle condanne inflitte in Italia, sono state contestate da diversi giuristi e, anche su Il Fatto Quotidiano, da magistrati come Antonio Ingroia, che resse l’accusa al processo dellUtri, e Gian Carlo Caselli, Procuratore di Palermo ai tempi dell’avvio dell’inchiesta. Caselli, fra l’altro, ricorda che – ben prima del 1994 – “il pool di Falcone fece ampio ricorso alla figura del concorso esterno”, citato per esempio nella sentenza-ordinanza del maxiprocesso ter di Palermo, anno 1987. Ma evidentemente su Canale 5 Falcone è buono solo come soggetto di commemorazioni intorno al 23 maggio, anniversario della strage di Capaci.
Di tutto questo, infatti, lo spettatore dello Speciale è rimasto all’oscuro. Al momento, la sentenza di Strasburgo non ha avuto alcun effetto sul processo Contrada. Il ricorso dei legali di Dell’Utri vergato in base alla sentenza europea è stato respinto dalla Corte d’appello di Palermo il 23 novembre dell’anno scorso, e ora pende in Cassazione, come ricorda uno deitre legali di Dell’Utri raggiunto dale telecamere del Tg5. Ma l’indignato speciale Pamparana ha già emesso il verdetto definitivo. In un processo (televisivo) senza contraddittorio. Chissà che cosa gli direbbe la Corte europea.
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Roma, 19 dic. (Adnkronos/Labitalia) - Conosciuto a livello internazionale come un’eccellenza del made in Italy, il Consorzio Parmigiano Reggiano ha dimostrato un forte interesse nei confronti del benessere dei propri dipendenti consegnando loro WinLet, l’innovativo braccialetto anti-aggressione che, dal 2021 ad oggi, ha salvato 450 persone da situazioni di pericolo.
Perché proprio WinLet? Il dispositivo, nato da un’idea di Pier Carlo Montali, fondatore e ceo dell’azienda milanese Security Watch, si attiva in caso di pericolo emettendo una sirena ad alta frequenza e inviando notifiche a contatti preselezionati, allertando nel contempo anche una centrale operativa 24 ore su 24 che invia i soccorsi sul luogo dell’emergenza. WinLet fornisce dunque una sicurezza completa ed è per questo che il Consorzio ha scelto di consegnarlo al personale.
“Questo gesto dimostra quanto alcune aziende siano realmente impegnate nella salvaguardia dei propri collaboratori e delle loro famiglie", ha commentato Montali. "È un segnale importante per il futuro sociale del nostro Paese”, ha aggiunto.
Il Consorzio Parmigiano Reggiano è una delle tante aziende ad aver richiesto WinLet per tutelare i propri dipendenti, ma il dispositivo è stato apprezzato anche dai privati, come dimostrano i numeri: nel 2024, infatti, l’azienda Security Watch ha visto un incremento delle vendite di oltre il 200% rispetto al 2023. Anche l’acquisto è estremamente facile: si trova online su winlet.it o su Amazon, con consegna a domicilio. A riconoscimento dei numerosi successi ottenuti, WinLet si è aggiudicato, nel 2022, il prestigioso premio Amazon Award come miglior prodotto innovativo in Italia e si è classificato tra i Top20 in Europa. Infine, proprio perché in passato si è dimostrato il più grande alleato delle donne – che rappresentano l’82% della base utenti del prodotto – è stato anche il protagonista di un’audizione presso la Commissione contro i femminicidi di Camera e Senato, dove è stato presentato come un’innovazione tra i dispositivi per la sicurezza personale.
Roma, 19 dic. (Adnkronos) - In 25 anni "senza Kfor ci sarebbero state esplosioni di violenza che avrebbero devastato la regione oltre che il Paese. Per questo quanto fate è impegnativo e lo è stato in momenti delicatissimi nella zona a presenza serba in cui vi sono stati scontri e artificiose contrapposizioni. Per questo è fondamentale la vostra missione che garantisce quanto meno la necessità di evitare scontri diretti e di tenere un clima di condizioni di sicurezza accettabili", anche di fronte al "pericolo rappresentato da intromissioni dall'esterno dei Balcani". Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel collegamento con i militari italiani impegnati in Kosovo.
Il Capo dello Stato ha sottolineato come la presenza della missione sia "molto importante anche per la prospettiva dell'ingresso della regione balcanica nell'Unione europea, che richiede serenità che allo stato è da conseguire".
Roma, 19 dic. (Adnkronos Salute) - Per il secondo anno Engineering rinnova il proprio sostegno a TechSoup Italia, impresa sociale che aiuta le organizzazioni del Terzo settore a crescere e innovare promuovendo la cultura del digitale, offrendo accesso a prodotti IT a costi sostenibili e sviluppando soluzioni tecnologiche su misura. Grazie al sostegno di Engineering, azienda leader nella digitalizzazione dei processi guidata da Maximo Ibarra - spiega una nota - TechSoup Italia potrà continuare a implementare le modifiche necessarie per estendere a più centri di cura l'uso dell'applicazione Aba.Co, strumento digitale innovativo, utilizzabile tramite smartwatch e smartphone, che permette ai terapisti di registrare in tempo reale i dati relativi alle sessioni di intervento basate sui principi dell'analisi del comportamento di persone con diagnosi di disturbo dello spettro autistico.
"La tecnologia - afferma Maximo Ibarra, Ceo di Engineerin - è uno strumento straordinario se migliora concretamente la vita delle persone, rendendo i servizi non solo più accessibili e inclusivi, ma anche capaci di rispondere in modo efficace a esigenze complesse e reali della società. Per questo sono particolarmente orgoglioso del sostegno offerto a TechSoup Italia, che dimostra quanto il digitale possa fare la differenza anche in contesti delicati come quelli delle persone con diagnosi del disturbo dello spettro autistico, e che riflette pienamente la nostra visione di un'innovazione digitale orientata al benessere collettivo". Aggiunge Fabio Fraticelli, Ceo TechSoup Italia: "L'iniziativa di Engineering è una testimonianza concreta del nuovo paradigma di collaborazione in atto tra profit e non profit. Le aziende non sono solo erogatrici di risorse, ma veri e propri abilitatori di impatto sociale. Il ruolo della nostra impresa sociale è facilitare questa connessione tra il mondo profit e il Terzo settore, e introdurre il digitale come fattore determinante dell'impatto sociale. Grazie a Engineering e al suo sostegno a questo progetto, la cooperativa Il Faro migliorerà la sua capacità di intervento a favore dei beneficiari. Un esempio concreto di innovazione sociale che genera valore condiviso".
Sviluppata in collaborazione con Il Faro, società cooperativa sociale impegnata ad offrire accoglienza, ascolto e cura a bambini, giovani, famiglie, persone con disabilità, donne vittime di violenza e anziani, grazie al progetto Stargate finanziato dal Fondo complementare al Pnrr per le Aree Sisma - Next Appennino, Aba.Co consente di configurare curricula personalizzati per ciascun bambino e di monitorare le acquisizioni comportamentali, offrendo così un approccio realmente data-driven alle strategie di cura. Già utilizzata presso il Centro Orizzonte, centro ambulatoriale riabilitativo per disturbi del neurosviluppo, autismo e Dsa, Aba.Co ha dimostrato di migliorare l'affidabilità, l'efficienza e la trasparenza nella raccolta dei dati terapeutici, permettendo ai team di cura di prendere decisioni più informate.
Roma, 19 dic. (Adnkronos Salute) - In Italia nel 2024 sono stimate 390.100 nuove diagnosi di tumore: 214.500 negli uomini e 175.600 nelle donne. Nel 2023 erano 395.900 state e 391.700 nel 2022. Il tumore più frequentemente diagnosticato quest'anno è il carcinoma della mammella (53.686 casi), seguito dai tumori a colon-retto (48.706), polmone (44.831), prostata (40.192) e vescica (31.016). Lo rivela il 14esimo censimento 'I numeri del cancro in Italia 2024' dell'Associazione italiana oncologia medica Aiom, presentato oggi a Roma a Palazzo Baldassini. A firmare la prefazione del volume, frutto della collaborazione tra Aiom, Airtum (Associazione italiana registri tumori), Fondazione Aiom, Osservatorio nazionale screening (Ons), Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), Passi d'Argento e Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica (Siapec-Iap), il ministro della Salute Orazio Schillaci.
Secondo il censimento, la mortalità per cancro nei giovani adulti 20-49enni, in 15 anni (2006-2021), è diminuita del 21,4% nelle donne e del 28% negli uomini. E' significativa, in particolare, la riduzione dei decessi per carcinoma polmonare in entrambi i sessi: -46,4% nelle donne e -35,5% nei maschi. Un altro elemento positivo, determinato soprattutto dai progressi nelle terapie, è costituito dal costante incremento del numero di persone che vivono dopo la diagnosi di tumore: nel 2024 sono circa 3,7 milioni. E la metà dei cittadini che oggi si ammalano è destinata a guarire, perché avrà la stessa attesa di vita di chi non ha sviluppato il cancro. Vi sono però aree su cui è necessario più impegno, a partire dai 3 programmi di screening. Nel 2023, rispetto agli anni precedenti - evidenzia il report - si registra una maggiore copertura della popolazione, che raggiunge il 49% per lo screening mammografico, il 47% per quello cervicale e il 32% per quello colorettale. Tuttavia restano notevoli differenze territoriali, con le regioni meridionali che fanno registrare livelli di adesione inferiori rispetto alle altre aree in tutti e tre i programmi di screening. Serve più attenzione anche agli stili di vita: il 24% degli adulti fuma, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 18% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. E si registra un boom di sedentari, aumentati dal 23% nel 2008 al 28% nel 2023.
"Anche se la stima del numero di nuovi casi di cancro è di poco inferiore a quelle del 2022 e del 2023 - afferma Francesco Perrone, presidente Aiom - non si può essere particolarmente ottimisti in un quadro più generale di prevalenza ancora alta di fattori di rischio, comportamentali e ambientali, che contribuiscono significativamente a causare il cancro. Si tratta di una materia in cui è necessario investire di più e a molteplici livelli, incluse, ad esempio, le riforme che Aiom sta promuovendo per rendere più efficace la lotta al tabagismo. Nel libro siamo andati 'oltre i numeri', sfruttando il punto di vista dell'oncologia per arricchire la riflessione su fenomeni di assoluta rilevanza sociale, come la cura del cancro nei migranti, nelle carceri e nelle zone di guerra. Sono contesti in cui i numeri tendono ad essere imprecisi o del tutto ignoti e in cui la prevenzione e la cura del cancro non necessariamente rappresentano la priorità massima, ma piuttosto una lente attraverso la quale mettere meglio a fuoco come il diritto alla salute possa venire calpestato o non sufficientemente garantito".
Nel 2022 in Italia sono stati stimati 35.700 decessi per cancro del polmone, 24.200 per il colon-retto, 15.500 per la mammella, 14.900 per il pancreas e 9.900 per lo stomaco. Dei quasi 10 milioni di morti oncologiche ogni anno in tutto il mondo, il 10,5% avviene in giovani adulti, cioè persone di età compresa tra 20 e 49 anni. In Europa, dove le popolazioni sono più vecchie, le morti per cancro in giovani adulti rappresentano il 4,3% di tutti i decessi oncologici registrati nel 2022. Il volume contiene un'analisi della mortalità dei 20-49enni in Italia dal 2006 al 2021, che ha evidenziato un netto calo generale dei decessi per neoplasia in entrambi i sessi.
"In 15 anni sono state 786 le vite salvate tra le donne e 939 tra gli uomini in questa fascia d'età rispetto al numero atteso basato sui tassi del 2006 - evidenzia Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom - Assume particolare rilievo positivo, in entrambi i sessi, l'importante diminuzione nella mortalità per tumore del polmone, del 46,4% tra le donne e del 35,5% tra gli uomini under 50. Sono dati estremamente incoraggianti, se si considera che questa neoplasia rappresenta la prima causa di morte oncologica negli uomini giovani adulti e la seconda nelle donne dopo il tumore della mammella. Questa osservazione si aggiunge ai progressi ottenuti, grazie alle recenti innovazioni terapeutiche, nella sopravvivenza dopo la diagnosi di carcinoma polmonare. Peraltro, i dati relativi agli stili di vita degli italiani sottolineano la necessità di rafforzare gli sforzi per la prevenzione primaria in persone di tutte le età, attraverso la lotta al fumo di sigaretta, altrimenti si rischia nei prossimi anni un'inversione della tendenza. Dall'altro lato, va tenuto presente il campanello d'allarme che, in questa fascia d'età, suona per le neoplasie del colon-retto e dell'ovaio, dove la mortalità resta stabile da anni".
"Per stimare i numeri del cancro nel 2024 in Italia, sono stati raccolti i dati da 35 registri tumori che coprono una popolazione di oltre 44 milioni di persone, cioè l'80% dei cittadini - sottolinea Fabrizio Stracci, presidente Airtum - Quest'anno, nel nostro Paese, le nuove diagnosi di tumori maligni non supereranno i 390.100 casi. Si tratta di una stima concordante con quanto riportato nel 2022 e 2023, sulla base delle proiezioni a livello europeo. Va evidenziato l'inizio di una potenziale inversione di tendenza nel numero assoluto di nuovi casi, cioè una diminuzione di circa il 5% rispetto all'ultima proiezione Airtum del 2020 e alle stime dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Un ruolo, seppure parziale, nel potenziale calo delle nuove diagnosi di cancro va anche attribuito alla riduzione di circa il 2,5% della popolazione italiana tra il 2017 e il 2024, da 60.484.000 abitanti a 58.990.000".
Dall'altro lato, i dati dei registri tumori indicano un costante aumento della prevalenza, cioè del numero di persone che vivono dopo la diagnosi, circa l'1,5% l'anno nell'ultimo decennio (1,6% nelle donne e 1,3% negli uomini). "Oggi sono quasi 3,7 milioni (3.661.499) di cittadini, il 6,2% dell'intera popolazione - spiega Diego Serraino, direttore Soc Epidemiologia oncologica e Registro tumori del Friuli Venezia Giulia, Centro di riferimento oncologico Irccs Aviano - E la metà delle persone che si ammalano di cancro nel 2024 è destinata a guarire. Per quanto riguarda i tumori ginecologici, la probabilità di guarigione per le donne colpite, nello scorso decennio, da tumore del corpo dell'utero è stata del 69%, per il collo dell'utero del 58%, per l'ovaio del 32%. E' evidente il ruolo della diagnosi precoce nell'aumentare le probabilità di superare definitivamente la malattia. Nel carcinoma della mammella è pari complessivamente al 73%, ma passa dal 99% nello stadio I all'81% nello stadio II, per scendere al 36% nel III e IV. Considerando tutti gli stadi, chi si è ammalato di tumore del colon-retto ha una probabilità di guarire del 56%, dal 92% se la malattia è diagnosticata in stadio precoce al 71% in stadio II".
"Individuare un tumore o i suoi precursori in fase iniziale permette di intervenire tempestivamente, con trattamenti più efficaci, meno invasivi e con minori rischi di complicanze, garantendo maggiore sopravvivenza e qualità della vita - rimarca Paola Mantellini, direttrice Osservatorio nazionale screening, organismo coordinato dall'Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica della Regione Toscana - I dati mostrano i progressivi miglioramenti dei programmi di screening, sia in termini di capacità di invito che di copertura. Nel 2023, quasi 16 milioni di persone, cioè oltre il 90% della popolazione italiana in età target per lo screening mammografico, colorettale e cervicale, è stata regolarmente invitata. Vanno però ridotte le differenze nell'adesione, che restano ancora significative a livello territoriale. Per quanto riguarda la mammografia, la copertura ha raggiunto il 62% al Nord, il 51% al Centro e il 31% al Sud. Lo screening cervicale mostra un livello di copertura pari al 57% al Nord, al 45% al Centro e al 35% al Sud. Inferiori le percentuali di adesione allo screening colorettale: 45% al Nord, 32% al Centro e 15% al Sud".
La prevenzione passa anche dagli stili di vita corretti. "L'abitudine tabagica è più frequente fra gli uomini, fra i più giovani, fra i residenti nel Centro-Sud ed è fortemente associata allo svantaggio sociale, coinvolgendo molto di più le persone con difficoltà economiche o bassa istruzione - conclude Maria Masocco, responsabile scientifico dei sistemi di sorveglianza Passi e Passi D'Argento, coordinati dall'Istituto superiore di sanità - Anche sovrappeso e obesità sono un importante fattore di rischio oncologico poiché coinvolti, ad esempio, nell'insorgenza dei tumori dell'esofago, del fegato, del pancreas, della colecisti e delle vie biliari, dell'endometrio e del rene. L'obesità è poco più frequente fra gli uomini, aumenta con l'età e coinvolge particolarmente le persone con svantaggio sociale. Storicamente più frequente nel Sud, oggi il gradiente geografico si è annullato. La sedentarietà è aumentata costantemente, passando dal 23% del 2008 al 28% nel 2023. L'incremento ha coinvolto tutti i gruppi della popolazione, entrambi i sessi in egual misura e tutte le classi di età, ma è stato più veloce fra i più giovani e fra le persone con maggiori difficoltà economiche. L'aumento dell'inattività fisica ha coinvolto soprattutto il Meridione e il Centro, ampliando il gradiente geografico fra Nord e Sud".
Roma, 19 dic. (Adnkronos Salute) - In Italia il 24% degli adulti fuma, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 18% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. E si registra un boom di sedentari, aumentati dal 23% nel 2008 al 28% nel 2023. E' quanto emerge dal 14esimo censimento 'I numeri del cancro in Italia 2024' dell'Associazione italiana oncologia medica, Aiom, presentato oggi a Roma. Il volume sui numeri delle neoplasie nel nostro Paese è frutto di una collaborazione tra Aiom, Airtum, Fondazione Aiom, Ons, Passi, Passi d'Argento e Siapec-Iap. La fotografia scattata da Passi e Passi d'Argento nella popolazione di 18-69 anni e nella popolazione ultra 65enne residente in Italia non lascia dubbi: serve più attenzione anche agli stili di vita tra la popolazione adulta e tra gli over 65. Fumo, alcol, sovrappeso, sedentarietà e obesità sono i principali fattori di rischio comportamentali.
Fumo: nel biennio 2022-2023 in Italia il 24% dei 18-69enni fuma e il 17% è un ex-fumatore. Tra i fumatori - si legge nel report - uno su 4 (24%) consuma più di un pacchetto di sigarette al giorno. L'abitudine tabagica è più frequente fra gli uomini rispetto alle donne (28% vs 21%), fra i più giovani, fra i residenti nel Centro-Sud ed è anche fortemente associata allo svantaggio sociale, coinvolgendo molto di più le persone con difficoltà economiche (36% vs 21% fra chi non ne ha) o con bassa istruzione (26% fra chi ha al più la licenza elementare vs 18% fra i laureati). Negli ultimi anni la percentuale di fumatori si è ridotta, lentamente ma significativamente, seguendo il trend in discesa che si osserva da almeno trenta anni. Fra il 2008 e il 2023 la quota di fumatori è scesa complessivamente di quasi 6 punti percentuali, dal 30% al 24%.
Alcol: secondo le principali Agenzie internazionali di salute pubblica, l'alcol è una sostanza tossica e cancerogena, tanto che la Iarc (International Agency for Research on Cancer) lo classifica nel gruppo 1 "sicuramente cancerogeno per l'uomo". Il suo consumo prolungato e cronico è associato ad aumentato rischio di cancro e nella genesi dei tumori è correlato con il tumore del fegato, ma anche con i tumori della mammella nella donna, del colon-retto, laringe, fegato, esofago cavità orale e faringe. Nell'assunzione di alcol non esiste rischio pari a zero e qualsiasi modalità di consumo comporta un rischio, tanto più elevato quanto maggiore è la quantità di alcol consumata. Nel biennio 2022-2023, in Italia meno della metà degli adulti di età compresa tra i 18 e i 69 anni (42%) dichiara di non consumare bevande alcoliche, ma 1 persona su 6 (18%) ne fa un consumo definito a 'maggior rischio' per la salute, per quantità e/o modalità di assunzione: il 10% per consumi episodici eccessivi, binge drinking (5 o più Unità alcoliche - Ua in una unica occasione per gli uomini e 4 o più Ua per le donne), il 10% per consumo alcolico esclusivamente/prevalentemente fuori pasto e il 2% per un consumo abituale elevato (3 o più Ua medie giornaliere per gli uomini e 2 o più Ua per le donne). Diversamente dagli altri fattori di rischio comportamentali, il consumo di alcol si caratterizza per essere più frequente fra le classi sociali più abbienti, senza difficoltà economiche e/o con livelli di istruzione elevati. L'attenzione degli operatori sanitari al problema dell'abuso di alcol appare ancora troppo bassa: nel biennio 2022-2023, riferiscono di aver ricevuto il consiglio di bere meno appena il 7% dei consumatori 18-69enni a maggior rischio.
Per quanto riguarda l'attività fisica, secondo i livelli di attività fisica attualmente raccomandati dall'Oms, nel biennio 2022-2023 il 48% della popolazione adulta in Italia può essere classificata come 'fisicamente attiva', il 24% 'parzialmente attiva', ma il 28% è completamente 'sedentaria'. La sedentarietà è più frequente fra le donne (32% vs 24% fra gli uomini), aumenta con l'età (24% fra 18-34enni vs 33% fra i 50-69enni), disegna un chiaro gradiente geografico a sfavore delle regioni del Meridione (40% vs 16% nel Nord) e un gradiente sociale a svantaggio delle persone con maggiori difficoltà economiche (fra le quali raggiunge il 42%) o basso livello di istruzione (48% fra chi ha al più la licenza elementare vs 25% fra i laureati). Negli anni, la sedentarietà è aumentata significativamente e costantemente passando dal 23% del 2008 al 28% nel 2023. L'aumento ha coinvolto tutti i gruppi della popolazione; la sedentarietà è aumentata in egual misura sia fra gli uomini che fra le donne, in tutte le classi di età, ma più velocemente fra i più giovani; è aumentata in particolar modo nel Meridione e nel Centro ampliando il gradiente geografico fra Nord (dove resta costante) e Sud del Paese; infine è aumentata anche fra le persone abbienti e meno abbienti, ma più velocemente fra le persone con maggiori difficoltà economiche.
L'obesità e, più in generale, l'eccesso ponderale favoriscono l'insorgenza di numerose patologie e/o aggrava quelle preesistenti, riducendo la durata della vita e peggiorandone la qualità. Annoverata fra le malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche, l'obesità è una patologia complessa, ed è essa stessa fattore di rischio cardiovascolare perché associata all'insulino-resistenza, alla dislipidemia aterogena, all'ipertensione arteriosa e al diabete mellito di tipo II. Sovrappeso e obesità sono anche un importante fattore di rischio oncologico. Nel biennio 2022-2023 più di 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale, ovvero il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso. L'obesità è poco più frequente fra gli uomini (11% vs 10% fra le donne), aumenta significativamente con l'età (5% fra 18-34 anni, 10% fra 35-49 anni e 14% fra 50-69 anni) e coinvolge particolarmente le persone con svantaggio sociale (18% fra persone con molte difficoltà economiche vs 9% fra chi non ne riferisce). Storicamente più frequente nel Sud del Paese, oggi il gradiente geografico fra Nord e Sud del Paese si è annullato.
Consumo di frutta e verdura: nel biennio 2022-2023, in Italia il 52% dei 18-69enni consuma 1-2 porzioni di frutta o verdura al giorno, il 38% consuma 3-4 porzioni, mentre solo il 7% ne consuma la quantità raccomandata dalle Linee guida (five a day). Una piccola quota di persone (3%) dichiara di non consumare né frutta né verdura. Se l'adesione al 'five a day' resta un'abitudine di pochi, quasi la metà della popolazione (45%) consuma almeno 3 porzioni di frutta o verdura al giorno. Le caratteristiche di chi ha comunque questa buona abitudine - dettaglia il report - sono significativamente associate al genere femminile (51% vs 40%), all'età (39% fra i 18-34enni, 44% fra 35-49enni, 50% fra 50-69enni), al vantaggio socioeconomico per risorse finanziarie o livello di istruzione (47% fra chi non ha difficoltà economiche vs 41% di chi ne riferisce molte; 40% fra chi ha al più la licenza elementare vs 51% fra i laureati) e alla residenza nelle regioni centro-settentrionali (50% nel Centro e 48% nel Nord vs 41% nel Meridione).
Roma, 19 bdic. (Adnkronos) - "L'attività di addestramento fornisce un contributo importante per la stabilità di un Paese che con il nostro impegno desideriamo aiutare a trovare stabilità e una condizione di serenità. Recate un contributo importante a un Paese amico, importante ancor più per la condizione che si crea nell'area complessiva del Mediterraneo, anche in altri Paesi, che può riguardare anche la Libia in maniera intensa". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel collegamento con i militari italiani impegnati nella missione internazionale in Libia.
Roma, 19 dic. (Adnkronos Salute) - "Il rapporto 'I numeri del cancro in Italia 2024' anno dopo anno si conferma uno strumento indispensabile per comprendere l'evoluzione della malattia oncologica nella nostra nazione e per orientare le nostre azioni nella lotta alle neoplasie. I dati presentati offrono un quadro complesso e articolato della situazione. Da un lato, registriamo progressi significativi: tassi di guarigione in costante aumento, una diminuzione della mortalità e un numero crescente di persone che convivono con la malattia. Dall'altro lato, le disuguaglianze sociali nell'accesso alla diagnosi precoce e la persistenza di comportamenti a rischio rappresentano sfide urgenti che richiedono un'azione decisa e coordinata. Il Piano oncologico nazionale 2023-2027 è una risposta concreta a queste sfide: dall'integrazione dei percorsi assistenziali, al potenziamento della prevenzione, fino allo sviluppo della ricerca". Così il ministro della Salute Orazio Schillaci nel messaggio inviato al presidente dell'Associazione italiana oncologia medica (Aiom) Francesco Perrone, in occasione della presentazione della 14esima edizione del censimento 'I numeri del cancro in Italia 2024' oggi a Roma a Palazzo Baldassini.
La "prevenzione, in particolare, è un pilastro fondamentale della nostra strategia - ricorda Schillaci - Promuovere stili di vita sani e incrementare l'adesione ai programmi di screening organizzati sono obiettivi strategici per ridurre il rischio di sviluppare molte tipologie di tumore, consentire una diagnosi precoce e intercettare tempestivamente la malattia. In questo contesto, il ruolo della ricerca è cruciale. Solo attraverso l'innovazione scientifica potremo sviluppare nuove terapie sempre più efficaci e personalizzate. Accanto a questi sviluppi, permettetemi di ricordare un altro traguardo: il recente riconoscimento del diritto all’oblio oncologico".
"Ringrazio l'Associazione italiana di oncologia medica e tutte le realtà coinvolte nella stesura di questo volume: una risorsa preziosa per chi, ogni giorno, lavora con la convinzione che insieme possiamo costruire un futuro in cui il cancro non sia più sinonimo di paura, ma una battaglia che possiamo vincere", conclude il ministro.