Una visita in programma cancellata e due diverse versioni dei fatti. Tel Aviv e Washington si smentiscono a vicenda sull’annunciato e poi annullato viaggio del premier israeliano Benyamin Netanyahu. Il primo ministro, il 20 marzo, avrebbe dovuto partecipare alla Conferenza dell’associazione pro Israele Aipac, ma anche quell’appuntamento è stato cassato. Tra i motivi della decisione, secondo i media israeliani, c’è la mancata possibilità di “coordinare” un incontro con Barack Obama, visto che la data del 20 marzo è la stessa in cui il presidente Usa partirà per la sua visita a Cuba.
L’ufficio di Netanyahu avrebbe cercato di spostare l’arrivo del premier negli Usa al 18 marzo ma “nonostante i contatti” con la Casa Bianca non è stato trovato il momento giusto per l’incontro tra i due leader. Fonti dell’ufficio del primo ministro – riferite dai media – hanno indicato come possibile concause della cancellazione anche il disaccordo tra le parti sulla quantità dei nuovi aiuti militari Usa ad Israele e “l’atmosfera politica” in Usa con le primarie con la richiesta di incontri al premier che avrebbero potuto dare l’impressione di un sostegno di Netanyahu all’uno o all’altro candidato.
Ma dagli Usa arriva una secca smentita: “Abbiamo proposto al primo ministro Netanyahu un incontro bilaterale alla Casa Bianca per il 18 marzo – spiega invece il portavoce del National Security Council, Ned Price, in una dichiarazione ripresa dai media americani – e siamo stati sorpresi di aver appreso innanzitutto attraverso i media che il primo ministro invece di accettare il nostro invito ha optato per la cancellazione della visita”. “Le informazioni secondo cui non siamo stati in grado di venire incontro all’agenda del primo ministro sono false“.