Carmen l’ultimo stipendio l’ha preso nel mese di ottobre: 354 euro circa. Da allora ha lavorato in maniera quasi continuativa firmando tre contratti di supplente ma non ha preso un centesimo di euro. Il suo cedolino parla chiaro. Presa dalla disperazione me l’ha inviato nella speranza che almeno un giornalista dia loro voce. Sul sito di “NoiPa”, il portale dell’amministrazione pubblica, erano annunciati pagamenti per venerdì 12, lunedì 15, venerdì 19 e venerdì 26 febbraio. Ogni volta l’attesa della “volta buona”. Ma niente da fare.

Proprio oggi “NoiPa” ha comunicato altre quattro date a marzo per l’emissione di pagamenti. Ma nessuno più ci crede. Carmen ha aperto quel portale anche in questi giorni ma del suo stipendio non c’è traccia. Ogni giorno chiede alle colleghe, si augura che a qualcuno sia arrivato così da non rassegnarsi: “Scusate ma voi siete stati pagati?”. Le risposte sono una litania: “Io ho chiesto in segreteria – scrive sulla sua pagina Licia – e mi hanno detto che loro hanno concesso il pagamento ora spetta al Tesoro”. Così Barbara: “No gennaio, no febbraio e tra non molto no marzo”. E’ la via crucis dei supplenti, anzi delle supplenti. La maggior parte sono donne come Carmen, mamma di un bimbo di tre anni, separata. Per andare avanti deve contare sul suo ex compagno di vita e sui genitori.
Sono volti e storie di insegnanti che ogni giorno vanno a scuola ma non ricevono uno stipendio. Se lo raccontassimo a uno svedese o a un americano, forse non ci crederebbero, eppure le cose stanno così. Le bollette della luce, dell’acqua, del gas, il bollo automobilistico, il canone lo devono pagare ma non si sa con quali soldi. Sono gli “invisibili” dello Stato. E secondo le organizzazioni sindacali sono circa 3000.
Sono vittime di un “gioco” di Stato: il ministero del Tesoro accusa il ministero dell’Istruzione; quest’ultimo punta il dito contro il Mef.
Intanto queste persone lavorano senza essere pagate. “Alla mia collega – racconta Carmen – hanno dato un euro di tredicesima. Ho chiesto alla segreteria della mia scuola che ha giurato di aver fatto tutto ciò che era suo compito. L’impiegata stessa ha chiamato l’ufficio del Tesoro ma non gli hanno saputo dire nulla. Ad altri hanno detto che non ci sono i fondi”.
Si sentono persino presi in giro. Prima di Natale, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan avevano firmato il decreto che stanziava i fondi necessari per il completamento dei pagamenti relativi alle supplenze brevi degli ultimi mesi del 2015 e per assicurare la regolarità dei pagamenti di tutto il 2016. Forse quel “foglio” si è perso su qualche scrivania o forse la parola “regolarità” per chi sta a Palazzo non ha lo stesso significato che ha per Carmen e per tutte quelle colleghe (e colleghi) che continuano a lavorare senza stipendio. Mi viene una domanda: cosa accadrebbe se al posto di Carmen e delle sue colleghe fossero pagati in ritardo gli stipendi ai parlamentari?
Alex Corlazzoli
Maestro e giornalista
Scuola - 8 Marzo 2016
8 marzo, donne senza stipendio da mesi, altro che festa!
Carmen l’ultimo stipendio l’ha preso nel mese di ottobre: 354 euro circa. Da allora ha lavorato in maniera quasi continuativa firmando tre contratti di supplente ma non ha preso un centesimo di euro. Il suo cedolino parla chiaro. Presa dalla disperazione me l’ha inviato nella speranza che almeno un giornalista dia loro voce. Sul sito di “NoiPa”, il portale dell’amministrazione pubblica, erano annunciati pagamenti per venerdì 12, lunedì 15, venerdì 19 e venerdì 26 febbraio. Ogni volta l’attesa della “volta buona”. Ma niente da fare.
Proprio oggi “NoiPa” ha comunicato altre quattro date a marzo per l’emissione di pagamenti. Ma nessuno più ci crede. Carmen ha aperto quel portale anche in questi giorni ma del suo stipendio non c’è traccia. Ogni giorno chiede alle colleghe, si augura che a qualcuno sia arrivato così da non rassegnarsi: “Scusate ma voi siete stati pagati?”. Le risposte sono una litania: “Io ho chiesto in segreteria – scrive sulla sua pagina Licia – e mi hanno detto che loro hanno concesso il pagamento ora spetta al Tesoro”. Così Barbara: “No gennaio, no febbraio e tra non molto no marzo”. E’ la via crucis dei supplenti, anzi delle supplenti. La maggior parte sono donne come Carmen, mamma di un bimbo di tre anni, separata. Per andare avanti deve contare sul suo ex compagno di vita e sui genitori.
Sono volti e storie di insegnanti che ogni giorno vanno a scuola ma non ricevono uno stipendio. Se lo raccontassimo a uno svedese o a un americano, forse non ci crederebbero, eppure le cose stanno così. Le bollette della luce, dell’acqua, del gas, il bollo automobilistico, il canone lo devono pagare ma non si sa con quali soldi. Sono gli “invisibili” dello Stato. E secondo le organizzazioni sindacali sono circa 3000.
Sono vittime di un “gioco” di Stato: il ministero del Tesoro accusa il ministero dell’Istruzione; quest’ultimo punta il dito contro il Mef.
Intanto queste persone lavorano senza essere pagate. “Alla mia collega – racconta Carmen – hanno dato un euro di tredicesima. Ho chiesto alla segreteria della mia scuola che ha giurato di aver fatto tutto ciò che era suo compito. L’impiegata stessa ha chiamato l’ufficio del Tesoro ma non gli hanno saputo dire nulla. Ad altri hanno detto che non ci sono i fondi”.
Si sentono persino presi in giro. Prima di Natale, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan avevano firmato il decreto che stanziava i fondi necessari per il completamento dei pagamenti relativi alle supplenze brevi degli ultimi mesi del 2015 e per assicurare la regolarità dei pagamenti di tutto il 2016. Forse quel “foglio” si è perso su qualche scrivania o forse la parola “regolarità” per chi sta a Palazzo non ha lo stesso significato che ha per Carmen e per tutte quelle colleghe (e colleghi) che continuano a lavorare senza stipendio. Mi viene una domanda: cosa accadrebbe se al posto di Carmen e delle sue colleghe fossero pagati in ritardo gli stipendi ai parlamentari?
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Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.