L'autorità mette nel mirino solo ora la pratica, emersa ampiamente dalle indagini della magistratura e dalle ispezioni della Bce, di concedere mutui e prestiti a chi accettava di comprare titoli: può "limitare considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori in relazione ai prodotti di finanziamento". Nessun intervento dell'authority su Veneto Banca e Banca Etruria, che seguivano lo stesso modus operandi
Tre giorni dopo la drammatica assemblea durante la quale i soci hanno detto sì obtorto collo alla trasformazione in spa, l’Antitrust ha avviato un’istruttoria per presunte pratiche commerciali scorrette nei confronti della Popolare di Vicenza. La banca avrebbe condizionato l’erogazione di finanziamenti ai clienti all’acquisto di azioni o obbligazioni convertibili dell’istituto, anche “concedendo somme superiori agli importi richiesti in caso di accettazione”. Un modus operandi che l’autorità garante della concorrenza e del mercato mette nel mirino solo ora, nonostante fosse emerso ampiamente nei mesi scorsi dalle indagini della magistratura e dalle ispezioni della Bce.
La prassi, peraltro, era all’ordine del giorno in molte popolare come Veneto Banca e Banca Etruria che non sembrano al momento nel mirino del garante della concorrenza. La prima è a sua volta sotto inchiesta sia in Veneto che a Roma, per ostacolo alla vigilanza e per la “falsa rappresentazione della situazione economica e patrimoniale del gruppo” fornita dagli ex vertici, indagati per aver abbellito i conti nascondendo perdite miliardarie. Sul caso dell’istituto aretino sono aperti ad Arezzo fascicoli per false fatturazioni, prestiti concessi in conflitto di interessi, truffa e da ultimo bancarotta fraudolenta. Ma nei confronti di Montebelluna e della Popolare toscana non risulta a oggi nessun intervento dell’autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella per la concessione di credito a condizionata dall’acquisto di titoli.
Tornando alla Popolare di Vicenza, gli accertamenti dell’Eurotower hanno rivelato già lo scorso anno che l’istituto ha erogato ai propri clienti finanziamenti per quasi 1 miliardo proprio per far comprare loro azioni della banca. Con ripercussioni drammatiche sui portafogli dei risparmiatori, che ora si ritrovano in tasca titoli che valgono il 90% in meno di quanto li hanno pagati. Non a caso la settimana scorsa era emerso che ora la procura vicentina sta lavorando a due nuovi filoni di inchiesta, per associazione a delinquere e falso in bilancio. oltre all’aggiotaggio e all’ostacolo agli organi di vigilanza per cui sono già indagati l’ex presidente Gianni Zonin e altri manager.
La pratica, scopre ora l’Antitrust, potrebbe “limitare considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori in relazione ai prodotti di finanziamento”. Per accertare le presunte pratiche commerciali scorrette “nella giornata di oggi (martedì 8 marzo, ndr) i funzionari dell’Antitrust hanno eseguito una serie di ispezioni nelle sedi della Banca Popolare di Vicenza, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza“, scrive in una nota il Garante per la concorrenza.
Il procedimento è stato avviato sulla base di informazioni acquisite per l’applicazione del codice del consumo. Secondo il Garante, “l’indebito condizionamento, connesso alla possibilità di ottenere il finanziamento solo sottoscrivendo titoli della stessa Banca, appare infatti qualificabile come comportamento idoneo a fare assumere una decisione commerciale che il consumatore non avrebbe altrimenti preso. E ciò a prescindere dal tipo di informazione resa sulle caratteristiche e sul grado di rischiosità del titolo abbinato”.