“Alla fine a lamentarvi siete stati più che altro voi”, confida un dipendente della buvette indicando il passi da giornalista in bella mostra sul taschino della giacca di un collega. “Anche perché, che differenza vuole che facciano 10 centesimi in più o in meno su un caffè?”, taglia corto un parlamentare di passaggio nel Transatlantico di Montecitorio, semideserto come quasi tutti gli inizi settimana. Quel che è certo è che, da ieri, il nuovo listino prezzi (nella foto) del ‘bar’ della Camera ha adeguato le tariffe a quelle di “un qualunque locale del centro” della Capitale.
Praticando una serie di rincari su alcuni dei prodotti in vendita ad una clientela del tutto particolare. Composta esclusivamente da deputati, dipendenti e giornalisti accreditati. Per un espresso il prezzo sale da 80 a 90 centesimi. Da un euro a 1,20 euro quello di un cornetto. Per una piadina, invece, ci vorranno 3,50 euro, 50 centesimi in più rispetto al vecchio listino. E anche l’aperitivo (alcolico) sale da 4 a 4,50 euro. Ma la vera novità riguarda le celebri mandorle salate della buvette. D’ora in poi saranno servite gratuitamente, insieme a patatine, pizzette e noccioline, solo per chi esibisce al banco proprio lo scontrino di un aperitivo. Alcolico o analcolico che sia. Chi, invece, vorrà sgranocchiarle accompagnate ad altre bevande, dovrà sborsare 30 centesimi per una ciotolina. Ma i nuovi prezzi sono davvero adeguati a quelli dei bar del centro di Roma? Ne abbiamo confrontati alcuni con quelli praticati in diversi locali dei Parioli, uno dei quartieri più ‘in’ della Capitale. E la risposta alla domanda non è risultata univoca.
Se per il caffè la tariffa è praticamente identica (90 centesimi), sul decaffeinato servito alla buvette (un euro) si risparmiano 20 centesimi rispetto al bar (1,20 euro). Più caro, invece, il cappuccino ordinato alla Camera: 1,20 euro anziché uno. Non c’è partita sulle paste lievite: il cornetto della buvette (1,20 euro) arriva a costare ben 30 centesimi in più di quello servito ai Parioli (90 centesimi). Stesso prezzo per le paste secche: 1,50 per un occhio di bue sia dentro che fuori le mura di Montecitorio. E se il tramezzino conviene mangiarlo al bar (2,20 euro contro i 2,50 della Camera), alla buvette si risparmia sui panini: da 2,50 a 3,50 euro per la piadina contro i 3,50-4,50 euro (a seconda del ripieno) nei comuni esercizi commerciali. Più conveniente al bar dei deputati anche la spremuta, 2,50 euro contro 3. Per un amaro, invece, il prezzo è identico: 4 euro sia dentro che fuori. Se in centro un aperitivo può costare da 5 a 7 euro, nella versione full optional con tanto di tagliere di salumi, alla buvette potete cavarvela con 3,50 per gli analcolici e con 4,50 per gli alcolici, stuzzichini inclusi. Comprese, come detto le ricercatissime mandorle salate.
Rispetto al bar, al banco di Montecitorio è possibile gustare anche prodotti di rosticceria. Come i rinomati supplì della buvette. Costano 1,50 euro l’uno. Ma i 50 centesimi in più rispetto al prezzo medio delle comuni pizzerie (un euro) sono ben spesi. Provare per credere, dicono al banco alcuni parlamentari. Invito rivolto, ovviamente, solo a chi può accedere nel Palazzo.
Twitter: @Antonio_Pitoni