Nella lista degli esperti che saranno sentiti alla Camera per la riforma dei partiti c’è anche Gianroberto Casaleggio. Il fondatore del Movimento 5 stelle sarà ascoltato dalla commissione Affari Costituzionali, nell’ambito delle audizioni legate alla legge in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione.

Il nome del cofondatore del Movimento 5 stelle è stato inserito tra quelli da ascoltare su richiesta della deputata ex M5s, Mara Mucci (gruppo Misto), senza che nessun altro partito sollevasse obiezioni. L’elenco è stato approvato dall’ufficio di Presidenza della Commissione che farà ora richiesta alla presidente Laura Boldrini per le autorizzazioni necessarie. Il Pd ha proposto l’ex senatore Pd Stefano Ceccanti, l’ex ministro della Difesa Arturo Parisi, Felice Besostri (pure lui ex senatore nelle fila dei Ds) e Mario Dogliani (Università di Torino). Poi Mauro Calise (Federico II); Massimo Luciani (La Sapienza); Piero Ignazi (Università di Bologna); Francesca Zajczyk (Bicocca); Ilvo Diamanti (la Repubblica); Luigi Ferrajoli (Roma 3). Il gruppo Democrazia solidale-Centro democratico ha proposto di audire Nicolò Lipari (La Sapienza). Il gruppo Misto, con Mara Mucci (ex M5s, oggi Al-Possibile) ha chiesto invece di sentire, oltre a Parisi e Casaleggio: Giovanni Orsina (Luiss); Oreste Massari (La Sapienza); Mario Staderini (ex segretario di Radicali italiani).

La legge sui partiti inizierà il suo iter a Montecitorio nelle prossime settimane e ha già fatto molto discutere. Il ddl a prima firma Lorenzo Guerini, vicesegretario dei dem, è stato depositato a fine maggio 2015, ma ancora non è stato discusso in Aula. Il tema è tornato in auge dopo le polemiche per il decalogo fatto firmare dai 5 stelle ai candidati con la multa di 150mila euro per i dissidenti. “Serve subito un provvedimento per la democrazia interna”, aveva detto Guerini. Il dibattito sulla gestione interna dei gruppi politici ha creato numerosi scontri tra i 5 Stelle e il Pd nelle ultime settimane. Al centro delle polemiche è tornato anche il caso del server email M5s del 2014: i dem accusano il fondatore Gianroberto Casaleggio di aver avuto accesso al sistema e aver controllato alcune comunicazioni tra i parlamentari. Una spy story che secondo i parlamentari non ha fondamento,

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