Una cellula della ‘ndrangheta attiva da quarant’anni in territorio svizzero e un costante collegamento con le cosche rimaste in Italia. L’operazione “Helvetia”, condotta dai Carabinieri di Reggio Calabria in collaborazione con l’Ufficio Federale di Polizia della confederazione Svizzera, ha portato all’arresto di 15 persone con l’accusa di associazione di tipo mafioso, aggravata dalla transnazionalità. Gli arrestati operavano in particolare nella città svizzera di Frauenfeld, dove già era stata individuata una “locale di ‘ndrangheta”.
Nel corso di numerose intercettazioni telefoniche e ambientali è emerso che la “società è formata da 40 anni” con il pieno e diretto collegamento con la Calabria, in particolare con il paese di Fabrizia, cui la cellula locale “risponde”. Gli indagati sono tutti ritenuti componenti dell’articolazione territoriale chiamata Società di Frauenfeld (Svizzera) – dipendente dal “Crimine” di Polsi con collegamenti alla “Società” di Rosarno ed al “Locale” di Fabrizia (Vibo Valentia). Le indagini, avviate dai Carabinieri di Reggio Calabria nel gennaio del 2012, hanno consentito di confermare l’esistenza e l’operatività della locale di Frauenfeld, con a capo Antonio Nesci, e di individuarne gli associati, i ruoli e le cariche e soprattutto di verificarne la dipendenza al “Crimine” calabrese, il tramite Giuseppe Antonio Primerano, la cui figura era stata riconosciuta sia in Calabria, all’estero, specie in Germania e in Svizzera.
Nel blitz dell’8 marzo sono stati arrestati anche due esponenti di vertice della cosca di Condofuri, Antonio Nucera e suo figlio Francesco, latitanti dal 2013 per associazione mafiosa e riciclaggio di denaro. L’indagine che ha portato all’arresto dei due esponenti di vertice dalla cosca è stata condotta dagli uomini del Servizio centrale operativo e da quelli delle squadre mobili di Torino e Verbania, che da tempo indagavano sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’alto Piemonte. Secondo quanto emerso dalle indagini i due, che facevano parte di una rete operante in Svizzera, riciclavano e reimpiegavano i proventi della cosca. Antonio e Francesco Nucera, secondo quanto si apprende, erano stati individuati da qualche tempo ma il via libera all’operazione è arrivato dalle autorità svizzere soltanto stamattina, in concomitanza con la più ampia operazione “Helvetia”. Padre e figlio sono stati catturati entrambi nel Canton Vallese: il primo a Visp, il secondo a Stalden, due cittadine che si trovano a poca distanza dal confine italiano. Nel corso delle perquisizioni, gli uomini dello Sco e della squadra mobile che hanno operato assieme ai colleghi svizzeri, hanno sequestrato diversi documenti e una pistola elettrica. Le autorità svizzere sentiranno le persone arrestate per conoscerne il parere in merito alle richieste d’estradizione. Oltre agli arrestati sono stati convocati per un interrogatorio altri due indagati. Essendo questi ultimi naturalizzati, infatti, non è stato possibile arrestarli in attesa di estradizione.