Il pm di Milano Fabio De Pasquale con il ruolo di Pg al processo in appello per il caso Mediatrade ha chiesto alla corte di condannare a 3 anni e 2 mesi e a 3 anni e 4 mesi di carcere Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, accusati di frode fiscale al processo di secondo grado sul caso Mediatrade.
Quello della compravendita dei diritti tv “gonfiati” sarebbe stato “un andazzo a cui Piersilvio Berlusconi non riusciva a sottrarsi e che Fedele Confalonieri ha tollerato per anni”. Il Pg ha inoltre chiesto di condannare gli altri imputati a pene che vanno dai 3 anni ai 5 anni di carcere. Le pene sono le stesse proposte nel processo di primo grado. Tutti gli imputati furono assolti nel luglio 2014.
Il pm-pg in circa due ore ha tentato di smontare la sentenza di primo grado e ha sostenuto che gli attuali presidente e vicepresidente di Mediaset “è vero che hanno avuto un atteggiamento defilato ma non si può però confondere la bassa intensità del dolo con l’assenza di dolo”. E riguardo a Pier Silvio Berlusconi ha parlato di “volontaria cecità“. Per il rappresentante dell’accusa, dunque, “il dolo c’è anche se sicuramente ha entità minore rispetto alla vicenda Mediaset“, quella per cui Silvio Berlusconi è stato condannato definitivamente e che è stata spesso richiamata durante la requisitoria. Vicenda che è servita al pm-pg per sostenere, tra l’altro, che “con un’attività fraudolenta, con acquisti gonfiati che inizia nel ’99 e prosegue fino al 2005, si capisce che questo è un meccanismo saldamente ancorato in questa società” e per spiegare che le condotte illecite partono “dagli anni ’80 e arrivano fino ai giorni nostri”.
Berlusconi jr e Confalonieri erano stati assolti dall’accusa di frode fiscale per gli anni 2006, 2007 e 2008, mentre era stata dichiarata la prescrizione per l’anno 2005. Silvio Berlusconi era stato prosciolto dal gup di Milano Maria Vicidomini in sede di udienza preliminare. Proscioglimento confermato in Cassazione.
De Pasquale ha chiesto quindi di condannare il produttore statunitense Frank Agrama a 3 anni e 8 mesi di carcere, gli ex manager Giovanni Stabilini, Daniele Lorenzano e Gabriella Ballabio rispettivamente a 4 anni di carcere e dieci mila euro di multa, 3 anni e 2 mesi e 3 anni. Inoltre per due cittadine di Hong Kong, Paddy Chan Mei-You e Catherine Hsu May-Chun, ha chiesto rispettivamente pene di 5 e 4 anni di carcere e per entrambe una multa di 12 mila euro.
Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto, infine, la confisca di circa 140 milioni di euro sequestrati ai tempi dell’indagine e depositati su un conto svizzero intestato alle due donne accusate di riciclaggio. La vicenda riguarda “il giro dei diritti tv gonfiati” in Mediatrade in cui il presidente e il vicepresidente di Mediaset rispondono di una frode e gli altri imputati rispondono a vario titolo di frode fiscale aggravata dalla transnazionalità per circa 8 milioni in relazione al bilancio consolidato di Mediaset per gli anni 2006, 2007 e 2008.