“Marò? Se fosse per me, convocherei l’ambasciatore indiano in Italia. Se mi dai una risposta in un quarto d’ora, bene, altrimenti prendi il primo aereo, ciao ciao e te ne vai“. Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, commenta ai microfoni de La Zanzara (Radio24) l’iniziativa provocatoria del candidato al Campidoglio Francesco Storace (La Destra) circa la chiusura di tutti i ristoranti indiani a Roma in caso di mancata risoluzione del caso dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. “Bah, io ogni tanto vado al ristorante indiano a Bruxelles” – osserva Salvini – “Non si possono chiudere i ristoranti. Un governo serio sui marò sarebbe già intervenuto da tempo. E’ pazzesco. Col piffero che avrei fatto partecipare a Expo la delegazione indiana“. E aggiunge: “Sull’aereo con l’ambasciatore indiano manderei anche i sindacalisti di Caserta, che non vogliono lavorare troppo, e Alfano“. Salvini, infine, si pronuncia sulla situazione in Libia: “Sarà impopolare, ma io i soldati in Libia li manderei a combattere. Se ho degli appoggi in loco e c’è un piano per il dopo, sì, certo, li manderei. C’è da rimpiangere Gheddafi. Era meglio lui rispetto alle cento tribù che scannano, crocifiggono, tagliano le gole e usano l’immigrazione clandestina come business grazie ai governi”
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