Passerà alla storia come la “battaglia dell’intervallo”. Che si sta consumando sui colli bolognesi, nel parco “Pellegrino” dove si trova la scuola primaria “Mario Longhena” da sempre nota per le lezioni nel bosco e le pause senza campanella e che si definisce “la scuola più bella del mondo”, parte integrante dell’attività didattica. Un modello che ha creato uno scontro. Da una parte la dirigente, Giovanna Facilla, decisa a regolamentare la ricreazione “a tutela dei bambini”; dall’altra parte genitori e insegnanti che in queste ore hanno lanciato una petizione online su Change.org a sostegno della libertà didattica dei docenti. Un caso che riapre una questione sull’intervallo che ben conosce la pedagogista Monica Guerra, docente della Bicocca e autrice di Fuori. Suggestioni nell’incontro tra educazione e natura. La ricreazione è necessaria se diventa uno strumento rigenerativo, per la possibilità che dà di tornare più concentrati sulle esperienze di apprendimento. L’intervallo va salvaguardato per legge. Ci sono molte esperienze in Italia e all’estero che mostrano come si possa fare didattica all’esterno: i bambini fuori hanno la possibilità di fare tutte le discipline in modo integrato, olistico e complesso”.
Alla preside, tuttavia, quelle pause troppo lunghe con i bambini che giocano, corrono, saltano in un luogo senza recinzione non piacciono. La preoccupano. Quest’anno dopo due anni di mal di pancia, a seguito di alcuni sopralluoghi fatti alla Longhena, Facilla si è decisa ad intervenire con una circolare che impone intervalli “dalle ore 10,30 alle 11,15 e dalle 12.30 alle 14”.
Una scelta indigesta per gli insegnanti e i genitori che applicano da sempre un’altra filosofia. Basta andare sul blog della scuola fatto da mamme e papà con le maestre per capire: “Una ulteriore caratteristica della scuola Longhena è quella di essere priva di confini definiti. L’area scolastica non è infatti recintata, ciò stimola maggiore autonomia nei bambini che hanno l’opportunità di sperimentare l’autogestione degli spazi e di acquisire responsabilità ed autocontrollo maggiori”.
La prof: “L’intervallo ha un orario flessibile perché le pause sono concepite come un tempo necessario per i bambini dopo i lavori. Da noi non esiste la campanella”
Non solo: “L’intervallo – spiega Marzia Mascagni, insegnante della “Longhena” – ha un orario flessibile perché le pause sono concepite come un tempo necessario per i bambini dopo i lavori. Da noi non esiste la campanella: è un momento che ogni insegnante decide di fare a seconda dell’attività. L’idea di imprigionarlo esattamente in quella mezz’ora è controproducente: una classe potrebbe uscire prima perché ha fatto un lavoro più impegnativo e un’altra un po’ più tardi perché ha fatto qualcosa di più leggero”.
Un’idea che si scontra con quella del capo dell’istituto: “Qui si confonde l’intervallo, inteso come pausa e interruzione dall’attività, con la ripresa dei laboratori didattici e delle attività che possono essere svolti anche in giardino. C’è una differenza: mentre durante l’intervallo i bambini sono liberi e i docenti sono sparpagliati nel parco con la ripresa delle attività didattiche tutto si ricompone attorno al docente che sia in aula o meno. In ogni caso la regolamentazione dell’intervallo è scaturita per ragioni di sicurezza: mancando una recinzione, sono costretta ad utilizzare due collaboratori scolastici che hanno il compito di presiedere il parco. E’ chiaro che non posso lasciare queste due persone sempre fuori, devono svolgere il loro lavoro. La necessità di fissare un inizio e una fine della ricreazione nasce dall’esigenza di tutelare i bambini. La scuola italiana è regolamentata da un ordinamento scolastico che detta dei principi sull’organizzazione. Spetta a me far funzionare il sistema”.
La preside: “La scuola italiana è regolamentata da un ordinamento scolastico che detta dei principi sull’organizzazione. Spetta a me far funzionare il sistema”
Intanto il clima alla primaria Longhena è diventato teso: “Mi sembra – spiega la presidente del consiglio d’istituto, Federica Manaresi – che su alcune questioni della vita scolastica prevalga una lettura eccessivamente approssimativa e rigidamente burocratica che pregiudica il riconoscimento dei ruoli di responsabilità ai vari livelli, compromette le possibilità di dialogo e fiducia e soprattutto si scarica negativamente sulle famiglie e ancor di più sugli alunni che, su questo, abbiamo più di una segnalazione, iniziano a risentire di queste tensioni”.
Nervi tesi soprattutto tra gli insegnanti e la preside a causa di una missiva di richiamo che la dirigente avrebbe inviato, su altre questioni, ai 28 docenti ben prima che scoppiasse il caso intervallo. Venerdì, intanto, Facilla incontrerà i genitori e la prossima settimana vedrà gli insegnanti decisi per ora ad andare avanti per la loro strada perché, come citano in un loro slogan, “quando il gioco si fa duro, i duri fanno ricreazione”.
Scuola
Scuola, la preside contro la ricreazione “flessibile”. Genitori e docenti: “No, stimola autonomia bimbi”
Scontro nella primaria “Mario Longhena” di Bologna, da sempre nota per le lezioni nel bosco, le pause senza campanella e nessun confine definito, visto che si trova all'interno di un parco. Proprio per questo la dirigente ha deciso di regolamentare l'intervallo. Ma famiglie e insegnanti si oppongono
Passerà alla storia come la “battaglia dell’intervallo”. Che si sta consumando sui colli bolognesi, nel parco “Pellegrino” dove si trova la scuola primaria “Mario Longhena” da sempre nota per le lezioni nel bosco e le pause senza campanella e che si definisce “la scuola più bella del mondo”, parte integrante dell’attività didattica. Un modello che ha creato uno scontro. Da una parte la dirigente, Giovanna Facilla, decisa a regolamentare la ricreazione “a tutela dei bambini”; dall’altra parte genitori e insegnanti che in queste ore hanno lanciato una petizione online su Change.org a sostegno della libertà didattica dei docenti. Un caso che riapre una questione sull’intervallo che ben conosce la pedagogista Monica Guerra, docente della Bicocca e autrice di Fuori. Suggestioni nell’incontro tra educazione e natura. La ricreazione è necessaria se diventa uno strumento rigenerativo, per la possibilità che dà di tornare più concentrati sulle esperienze di apprendimento. L’intervallo va salvaguardato per legge. Ci sono molte esperienze in Italia e all’estero che mostrano come si possa fare didattica all’esterno: i bambini fuori hanno la possibilità di fare tutte le discipline in modo integrato, olistico e complesso”.
Alla preside, tuttavia, quelle pause troppo lunghe con i bambini che giocano, corrono, saltano in un luogo senza recinzione non piacciono. La preoccupano. Quest’anno dopo due anni di mal di pancia, a seguito di alcuni sopralluoghi fatti alla Longhena, Facilla si è decisa ad intervenire con una circolare che impone intervalli “dalle ore 10,30 alle 11,15 e dalle 12.30 alle 14”.
Una scelta indigesta per gli insegnanti e i genitori che applicano da sempre un’altra filosofia. Basta andare sul blog della scuola fatto da mamme e papà con le maestre per capire: “Una ulteriore caratteristica della scuola Longhena è quella di essere priva di confini definiti. L’area scolastica non è infatti recintata, ciò stimola maggiore autonomia nei bambini che hanno l’opportunità di sperimentare l’autogestione degli spazi e di acquisire responsabilità ed autocontrollo maggiori”.
Non solo: “L’intervallo – spiega Marzia Mascagni, insegnante della “Longhena” – ha un orario flessibile perché le pause sono concepite come un tempo necessario per i bambini dopo i lavori. Da noi non esiste la campanella: è un momento che ogni insegnante decide di fare a seconda dell’attività. L’idea di imprigionarlo esattamente in quella mezz’ora è controproducente: una classe potrebbe uscire prima perché ha fatto un lavoro più impegnativo e un’altra un po’ più tardi perché ha fatto qualcosa di più leggero”.
Un’idea che si scontra con quella del capo dell’istituto: “Qui si confonde l’intervallo, inteso come pausa e interruzione dall’attività, con la ripresa dei laboratori didattici e delle attività che possono essere svolti anche in giardino. C’è una differenza: mentre durante l’intervallo i bambini sono liberi e i docenti sono sparpagliati nel parco con la ripresa delle attività didattiche tutto si ricompone attorno al docente che sia in aula o meno. In ogni caso la regolamentazione dell’intervallo è scaturita per ragioni di sicurezza: mancando una recinzione, sono costretta ad utilizzare due collaboratori scolastici che hanno il compito di presiedere il parco. E’ chiaro che non posso lasciare queste due persone sempre fuori, devono svolgere il loro lavoro. La necessità di fissare un inizio e una fine della ricreazione nasce dall’esigenza di tutelare i bambini. La scuola italiana è regolamentata da un ordinamento scolastico che detta dei principi sull’organizzazione. Spetta a me far funzionare il sistema”.
Intanto il clima alla primaria Longhena è diventato teso: “Mi sembra – spiega la presidente del consiglio d’istituto, Federica Manaresi – che su alcune questioni della vita scolastica prevalga una lettura eccessivamente approssimativa e rigidamente burocratica che pregiudica il riconoscimento dei ruoli di responsabilità ai vari livelli, compromette le possibilità di dialogo e fiducia e soprattutto si scarica negativamente sulle famiglie e ancor di più sugli alunni che, su questo, abbiamo più di una segnalazione, iniziano a risentire di queste tensioni”.
Nervi tesi soprattutto tra gli insegnanti e la preside a causa di una missiva di richiamo che la dirigente avrebbe inviato, su altre questioni, ai 28 docenti ben prima che scoppiasse il caso intervallo. Venerdì, intanto, Facilla incontrerà i genitori e la prossima settimana vedrà gli insegnanti decisi per ora ad andare avanti per la loro strada perché, come citano in un loro slogan, “quando il gioco si fa duro, i duri fanno ricreazione”.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.