Un gruppo di giovani ha creato dal nulla un business che sta spopolando a Roma, Milano e nelle altre grandi città d'Italia. Costo minimo e ritorno d'immagine assicurato, anche e soprattutto quando il negozio che ha investito è chiuso
Le loro opere le hanno viste tutti almeno una volta, ma non sanno di chi sono. Le saracinesche dei negozi chiuse hanno aperto un mondo del tutto nuovo a un piccolo gruppo di ragazzi. E si può quasi dire che abbiamo proprio inventato un nuovo lavoro: dipingere a pagamento le saracinesche dei negozi con immagini dedicate. Un’idea semplice che, forse anche per questo, ha attecchito subito a Roma, dove è nata, e poi a Milano dove è arrivata nel 2015. Ormai infatti è piuttosto comune vedere dipinti medici sulle farmacie, pani e panettieri sui forni, e molti altre illustrazioni. Una pratica iniziata anni fa come esercizio di stile di alcuni writers è diventata qualcosa di più. Sono già due le aziende avviate in questo settore e hanno iniziato a macinare utili come poche startup avrebbero saputo fare.
Una è Urban Decorations, fondata da un trio di giovani che ha saputo trasformare un’idea in una professione di successo: “I clienti ci sono e sono contenti. Gli piace la nostra idea. In fondo è un mezzo per pubblicizzare a basso costo la propria attività a saracinesca abbassata, per migliorare la propria immagine e per dare colore e vivacità alla propria città – spiegano – Fin’ora in Italia abbiamo soddisfatto più di 500 clienti e colorato circa 1000 saracinesche. A Milano è appena finito il primo anno e i numeri sono più bassi ma tendono a crescere. D’altronde Urban Decorations non è solo saracinesche decorate, ma decorazione a 360°. Lavoriamo con ragazzi con diversi background e skills alle spalle e sono in grado di realizzare ogni tipo di decorazione con ogni tipo di tecnica. Dal graffito al trompe l’oil, ai muri di lettering“.
E non sono spiccioli, se si calcola che il prezzo medio di una saracinesca dipinta è di 300 euro. E poi un lavoro tira l’altro: in piazza Udine a Milano sono partiti con un esercizio commerciale, poi hanno ridisegnato quasi tutte le saracinesche della zona perché l’idea piaceva anche agli altri negozianti. E poi se si parte dalla parte esterna, spesso si passa a quella interna e il guadagno per i ragazzi aumenta perché ormai sono in grado di effettuare moltissimi lavori. E per Giovanni Carfora, ceo di Urban Decorations, e i suoi soci Lorenzo Gambardella e Stefano Cimini tutto serve come un trampolino di lancio. Dopo Milano, ad esempio, sono già sbarcati a Torino da pochi mesi. E ogni lavoro è un’occasione per sviluppare altri progetti: stanno anche collaborando con le istituzioni delle città per rivitalizzare alcune zone degradate. “Lavoriamo talvolta anche nelle scuole per avvicinare i ragazzi e i bambini all’arte e al bello – precisano – Sono progetti collaterali per cui il fine non è il lucro, ma la promozione della cultura del bello e della legalità e del decoro urbano“.
Quindi da un gruppo di giovani, Carfora ad esempio ha 23 anni, hanno saputo creare un’attività privata che basa i suoi guadagni sui privati. E che sta anche rendendo più belle le parti tristi e grigie delle metropoli italiane. E forse non è un caso che ci siano riusciti proprio questi ragazzi: hanno tutti passato alcuni anni all’estero, chi in Inghilterra, chi in Spagna e chi in Portogallo, e spesso non per scappare: uno di loro prima di partire aveva vinto un finanziamento a fondo perduto da 75mila euro. Periodi che forse li hanno aiutati a aprire la mente e trovarsi un lavoro che non esisteva.