Dopo Apple e Google, anche il gruppo dell’e-commerce Amazon finisce nel mirino del fisco italiano e della procura di Milano. Secondo Repubblica, cinque manager europei della società sono indagati dal dipartimento contro i reati societari guidato da Francesco Greco e rischiano il processo per frode fiscale. Anche la multinazionale di Seattle, secondo le accuse di cui dà conto il quotidiano romano, non ha presentato la dichiarazione dei redditi in Italia: le attività della filiale attiva nella Penisola sono state attribuite a una controllante con sede in un Paese europeo a fiscalità più favorevole. Le contestazioni riguardano gli anni dal 2009 al 2013.
Nel 2015 Amazon ha regolarizzato la sua posizione aprendo in Italia una “stabile organizzazione”. A febbraio il vicepresidente del gruppo, Diego Piacentini, è stato scelto dal premier Matteo Renzi come commissario del governo per il digitale e l’innovazione: sarà operativo a partire dall’estate, prendendo due anni di aspettativa dal gruppo.
I precedenti, in fatto di grandi multinazionali accusate di aver aggirato il fisco italiano, sono quelli di Apple, che lo scorso dicembre ha raggiunto un accordo con l’erario versando 318 milioni sugli 880 dovuti, e di Google, a cui le Fiamme Gialle hanno presentato un verbale di accertamento da 300 milioni.