Per il primo trimestre 2016 l’Istat prevede una crescita congiunturale del Pil lievemente positiva (+0,1%), con una forchetta compresa tra -0,1% e +0,3%. Al lieve incremento “contribuirebbero positivamente i consumi privati, a fronte di un apporto negativo della domanda estera netta e dei consumi pubblici mentre la dinamica degli investimenti (al lordo delle scorte) risulterebbe sostanzialmente piatta. In questo scenario, la crescita acquisita per il 2016 è pari allo 0,4%”.
Quanto ai prezzi, le aspettative di inflazione dei consumatori a febbraio “indicano un proseguimento della fase di debolezza, con un nuovo aumento di quanti si aspettano stabilità o riduzioni dei prezzi. Per le imprese della manifattura – prosegue l’istituto statistico – la politica dei prezzi non segnala inversioni di tendenza; in particolare quella delle imprese produttrici di beni di consumo rimane improntata a un’estrema cautela“. A febbraio l’Italia è caduta in deflazione, dopo nove mesi consecutivi di crescita su base annua dei prezzi al consumo. I prezzi hanno segnato su base annua un -0,3%, sei decimi in meno rispetto a gennaio. Anche l’eurozona ha mostrato una dinamica negativa, con i prezzi a -0,2% su anno. Per l’Italia, sottolinea l’istituto, “oltre che dalla componente energetica, un contributo alla caduta è stato fornito dalla significativa riduzione dei prezzi degli alimentari non lavorati“.
Al netto delle due voci più volatili, l’inflazione di fondo segnala una decisa decelerazione, scendendo allo 0,5% (da +0,8% in gennaio). “Gli effetti indiretti del prolungato calo dei prezzi petroliferi si ripercuotono in un rallentamento della dinamica inflativa delle principali componenti: servizi e beni non alimentari esclusi gli energetici”, afferma ancora l’Istat, aggiungendo che “per questi ultimi si tratta della prima decelerazione dalla fine del 2014”.