Dalla Rocca del Titano a una titanica ambizione. Il gruppo Asa di San Marino, primo produttore indipendente in Italia nel settore degli imballaggi metallici General Line, ha raggiunto l’obiettivo dei 100 milioni di fatturato e punta adesso a quotarsi in borsa. Nato da un’idea di Lucio Amati, che ebbe l’intuizione di creare un business inscatolando e commerciando con la sua Azienda Ittica Riccione le vongole delle Riviera Ligure, tanto economiche da esser note come le “poveracce”, il gruppo Amati Sanmarinesi, Asa, dal 1961 a oggi ha conquistato il mercato dell’acciaio, e si prepara al salto.

“Rimaniamo – ha dichiarato il Presidente Emilio Amati – un’azienda familiare, di cui fanno parte oltre me i miei quattro fratelli e alcuni dei miei nipoti. Ma nel cda ci sono solo io, insieme ad esperti esterni alla famiglia. Siamo riusciti a crescere molto, specie dagli anni ’80 in poi, acquisendo altre sette aziende, le ultime due delle quali, la Crown Speciality Packaging di Chignolo Po e di Central Tin Containers di Liverpool, sono sono state concluse tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016”.
Con sette stabilimenti, 480 dipendenti e un fatturato “sempre in crescita”, l’espansione del gruppo ha seguito un modello “hub and spoke”: una sola casa madre, diverse sedi distaccate, specializzate nell’imballaggio di un determinato prodotto. Una sede a Liverpool per la produzione di bombole per aerosol, una sul lago di Costanza dove si inscatola il latte in polvere per una multinazionale. E poi l’olio. “Imperia, Bari: ovunque ci sia olio da confezionare, ci siamo noi”, dice Amati.

“Il metallo – continua il presidente – è il materiale più facilmente riciclabile. Ma le tecnologie esistenti sono sempre migliorabili: per questo continuiamo a investire in tecnologie. Il mercato italiano – conclude il presidente – si aggira sulle 650.000 tonnellate di latta prodotta. Tolti i big runner, ovvero le multinazionali, ne rimangono 200.000, di cui la nostra azienda copre circa il 25% con una produzione di 48.000 tonnellate”. L’occasione di crescita ulteriore, dunque, è forse oltre le Alpi. “Gran parte del nostro fatturato viene già dal mercato estero. Adesso puntiamo su Germania e Benelux”.

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