Si chiama Sleiman Daoud al-Afari. Le forze speciale Usa lo hanno catturato tre settimane fa in Iraq. Secondo fonti di intelligence di Baghdad citate dall’Associated Press, è il responsabile dell’unità dell’Isis per le armi chimiche. Al Afari, che avrebbe circa 50 anni, avrebbe lavorato ai tempi del regime di Saddam Hussein per un settore delle forze armate specializzato nella ricerca di armi chimiche e biologiche. Ora, secondo il New York Times l’uomo sta rivelando sotto interrogatorio informazioni su come il Califfato avesse in dotazione il gas mostarda in polvere e lo avesse caricato nei proiettili d’artiglieria. Secondo il quotidiano newyorkese, che cita fonti del Pentagono, il gas non era abbastanza concentrato per uccidere ma poteva menomare le persone.
L’amministrazione Obama ha avviato dal dicembre scorso una nuova strategia contro lo Stato islamico che prevede operazioni di forze speciali nei territori da esso controllati per catturare o uccidere comandanti militari del Califfato. La Cnn ha riferito che caccia dell’aviazione Usa hanno condotto raid vicino Mosul contro obiettivi ritenuti fondamentali per lo sviluppo del programma di armi chimiche. Secondo l’emittente che cita funzionari statunitensi, i raid sono scattati sulla base delle informazioni fornite da Al Afari. La Cnn ha precisato che al momento non è possibile chiarire se i raid, condotti nei giorni scorsi, abbiano raggiunto l’obiettivo prefissato ovvero ridurre la capacità dell’Is di utilizzare gas mostarda.
Secondo funzionari curdi locali, oltre 40 persone hanno riportato sintomi di soffocamento e irritazioni alla pelle nel nord dell’Iraq dopo che colpi di mortaio e razzi Katyusha lanciati da postazioni dello Stato islamico riempiti di “sostanze velenose” hanno colpito martedì sera il loro villaggio, quello di Taza, un villaggio a maggioranza sciita turcomanna che si trova 20 chilometri a sud di Kirkuk, regione sotto il controllo curdo. “C’erano sostanze velenose. Non sappiamo cosa”, ha detto il governatore provinciale di Kirkuk, Najmuddin Kareem.
Membri del Fronte turcmeno, che in questa regione combatte contro le milizie del Califfato, hanno detto che almeno 37 razzi sono stati lanciati dall’Isis dalle sue postazioni nel villaggio di Bashir, 10 chilometri a ovest di Taza. Secondo testimoni locali, dopo le esplosioni, i razzi hanno rilasciato un fumo grigio e un leggero liquido oleoso. Dalle analisi effettuate presso un laboratorio locale è risultato che i jihadisti avevano caricato i razzi con “cloro secco“. Secondo fonti governative a Kirkuk, l’Isis aveva impiegato cloro anche in bombardamenti sulle forze curde Peshmerga il mese scorsa a Sinjar, 120 chilometri a ovest di Mosul.