Dopo il decesso delle rispettive mamme nel 2012 e nel 2013 quattro figli non avevano denunciato il decesso all'istituto di previdenza e avevano continuato a vedersi accreditare sui conti correnti le pensioni dei cari estinti
Per qualche anno ci avevano provato e gli era andata bene, ma alla fine sono stati beccati e ora dovranno restituire tutto fino all’ultimo centesimo. Quattro persone residenti in Emilia Romagna, tre uomini e una donna, sono stati denunciati dalla Guardia di finanza alla procura della Repubblica di Bologna per una gigantesca truffa all’Inps. I quattro avevano intascato una cifra di quasi 200mila euro in meno di quattro anni. Ma dietro c’era la truffa: dopo la morte delle rispettive madri nel 2012 e nel 2013 i figli non avevano denunciato il decesso all’istituto di previdenza e avevano continuato a vedersi accreditare sui conti correnti le pensioni dei cari estinti. Le Fiamme gialle del Nucleo spesa pubblica di Bologna hanno scoperto che i quattro denunciati, che avevano avuto la delega a operare sui conti correnti bancari e libretti postali dei defunti, avevano avuto per anni bonifici per 73mila, 57mila, 45mila e 17mila euro. Totale 192 mila euro. I soldi venivano poi regolarmente prelevati e utilizzati.
L’operazione dei finanzieri, denominata Offline, ha portato ora al sequestro preventivo da parte del giudice per le indagini preliminari di beni per un valore equivalente a quello della truffa. A chiedere la misura è stato il sostituto procuratore Gabriella Tavano: se l’indagine aperta contro i quattro dovesse arrivare alla condanna il valore verrà poi confiscato.
Nel corso delle indagini, la Guardia di Finanza di Bologna ha esaminato 4500 posizioni e ha accertato altri 15 casi analoghi, 12 dei quali però erano già stati scoperti dall’Inps, che aveva già avviato le sue procedure di recupero delle rate pensionistiche indebite. In altri tre casi invece le posizioni dei parenti non dovrebbero avere una rilevanza penale: le Fiamme Gialle hanno infatti scoperto che i soldi erano finiti nei conti correnti di pensionati nel frattempo morti, ma in quei casi, i parenti non avevano fatto alcun prelievo né alcun movimento di somme. Probabilmente i tre non sapevano neppure di avere quei soldi sui libretti dei loro defunti.