L'ex conduttore di Servizio Pubblico, in una lettera inviata a Libero, lamenta l'assenza di interlocutori a Viale Mazzini dopo le nuove nomine ai vertici. E aggiunge: "Situazione che fa a pugni con le dichiarazioni del premier a proposito di merito e professionalità"
“Con le recenti scelte del governo Renzi e l’arrivo di Campo Dall’Orto, la Rai ha chiuso qualunque dialogo con me e la mia squadra senza fornire alcuna motivazione”. L’ex conduttore di Servizio Pubblico Michele Santoro invia a Libero alcune “precisazioni” intorno ai progetti a cui sta lavorando, a seguito del “caso” sollevato domenica 6 marzo sulla pagine del quotidiano dal vice direttore Franco Bechis. E, oltre ad attaccare l’amministratore delegato di Viale Mazzini e l’assenza di “interlocutori”, descrive così l’attuale condizione del servizio pubblico: “È una situazione triste, dominata da interessi lobbistici, per certi versi peggiore di quella esistente con Berlusconi, che comunque fa a pugni con le dichiarazioni del Presidente del Consiglio a proposito di merito e professionalità”.
La lettera di Michele Santoro inviata a Libero
Pubblicato da Servizio Pubblico su Mercoledì 9 marzo 2016
Nel suo articolo, Bechis parlava di due docufilm prodotti da Santoro “essenzialmente su vicende di camorra”. Santoro, prosegue il vicedirettore di Libero, “però era sicuro di rivenderli con un’ asta fra i maggiori network tv. Quasi certo di poterli dare alla nuova Rai di Antonio Campo Dall’Orto, magari aiutato dall’amico consigliere di amministrazione Carlo Freccero. E invece la Rai è stata la prima a chiudergli in faccia ogni porta, con una semplice valutazione: quel prodotto non interessa”.
Nella sua lettera, però, l’ideatore di Annozero ritiene “scorretto attribuire responsabilità inesistenti al consigliere Carlo Freccero, il quale non ha l’obbligo di battersi per me ma per i tanti autori che continuano a essere discriminati” e spiega di avere “effettivamente presentato alla Rai, che peraltro aveva assunto precisi impegni nei miei confronti, una serie di proposte riguardanti una fiction (Processo all’Olocausto) e nuovi format originali”. La prima “è stata ritenuta non coerente con la linea editoriale della Rai“, prosegue, nonostante “sullo stesso argomento e con anni di ritardo rispetto al nostro progetto diventerà una grande produzione americana, con un cast stellare e la partecipazione della BBC“.
Per quanto riguarda invece “le proposte di nuovi formati sembravano in dirittura d’arrivo nell’ultima fase della gestione Gubitosi“. Me con l’arrivo del nuovo direttore generale la Rai ha chiuso il dialogo con lui. Quindi, precisa, “per mancanza di interlocutori, non ho invece mai proposto alla Rai il film documentario (non docudrama) sulla strage dimenticata dei giovani camorristi napoletani che stiamo realizzando con la coproduzione di Videa di Sandro Parenzo“. Nonostante il silenzio della Rai e l’assenza di interlocutori, però, assicura che “continueremo il nostro lavoro, anche studiando soluzioni originali come sapemmo fare al momento in cui decidemmo di dar vita a Servizio Pubblico su una multipiattaforma”.