La casa di Monaco festeggia il centenario con una concept car che è la summa delle sfide che riserva la mobilità di domani. Connettività, motori puliti, guida autonoma, tutto concentrato in una sola auto
Neanche il tempo di incassare le “provocazioni” degli amici nemici di Mercedes (“date lustro alla Germania, tanti auguri. Ma l’automobile l’abbiamo inventata noi trent’anni prima”) in occasione dei festeggiamenti per il Centenario, che la risposta di Monaco sponda Bmw arriva puntuale: “il futuro appartiene a noi, ecco i prossimi cent’anni delle quattro ruote”. E giù i veli dal prototipo simbolo della festa, ma soprattutto dello slancio verso il domani: si chiama Vision Next 100, ed è un nome quasi profetico.
E’ stato presentato davanti a duemila ospiti all’Olympiahalle di Monaco di Baviera (doveva esserci pure la cancelliera Merkel ma alla fine ha rinunciato) dall’amministratore delegato del gruppo Bmw, Harald Krueger. Dalla Baviera volerà poi a Pechino e quindi a Londra, dove verrà affiancata dalle due concept car celebrative dei marchi Mini e Rolls-Royce. A Los Angeles, infine, sarà la volta di un prototipo a due ruote firmato Bmw Motorrad. I festeggiamenti, dunque, proseguono.
A questa Vision il capo del design Bmw Adrian van Hooydonk ha saputo donare linee avveniristiche, ma tutto sommato nel solco della tradizione sportiva delle coupé bavaresi: 4,90 metri di curve sinuose esaltate dall’apertura delle portiere ad ali di gabbiano, e un coefficiente aerodinamico da record (0,18). In secondo luogo, perché la Vision Next 100 è predisposta per accogliere tutte le sfide tecnologiche che l’auto di domani impone già oggi: connettività, servizi in rete, guida autonoma, propulsione elettrica.
Il tutto, tentando un’operazione che potrebbe rivelarsi lungimirante. Ovvero creare quell’interfaccia uomo-macchina che tende all’armonizzazione delle parti, non alla subordinazione o addirittura all’esclusione di una di esse. Ecco allora, ad esempio, i comandi gestuali: col solo cenno di una mano si provvederà in futuro ad attivare i diversi sistemi di bordo, e non solo.
Ecco ancora le due modalità base di funzionamento: la Boost, in cui i comandi sono in mano al pilota e mentre lo assiste coi vari sistemi di bordo l’auto “osserva” e immagazzina il suo stile di guida, per riproporlo quando toccherà a lei condurre le danze. Cosa che accade in modalità Ease, quando la cloche che fa da volante scompare e la gestione della marcia passa in automatico: a quel punto non resta che rilassarsi e godersi l’abitacolo, che nel frattempo si è predisposto per fornire all’utente spazio per rilassarsi o lavorare.
Il futuro è questo. Secondo Bmw ma anche secondo altri costruttori. L’importante è non perdere il piacere di guidare.