Si chiama “chemsex” ed è una pratica sessuale che si riferisce al fare sesso sfrenato sotto l’effetto di potenti dosi di metanfetamina spesso associate all’assunzione di alcool. In una capitale europea come Londra il fenomeno viene chiamato anche “party and play”, si protrae per notti intere, ed è talmente diffuso da aver portato due documentaristi inglesi a girare un film, Chemsex, interamente ambientato negli ambienti gay londinesi dove questa pratica è comune. Gli effetti di questa miscela esplosiva sul corpo umano sono pesantissimi e molte riviste mediche sottolineano il rischio incontrollabile dovuto alla totale mancanza di freni inibitori che l’assunzione del mix droga più alcol provoca. Di Chemsex si è cominciato a parlare sul web e sui social dopo il brutale omicidio del 23enne Luca Varani a Roma, ucciso dal 30enne Manuel Foffo e dal 29enne Marc Prato, che ricalcano le dinamiche dei festini ritratti dal documentario, ovviamente con un imprevedibile e tragico esito.
“Non è ancora stato studiato statisticamente il legame tra consumo di stimolanti ed esplosione di violenza”, spiega a FQMagazine il neuropsichiatra Stefano Benzoni. “E’ però una storia vecchia che si ripete. Notoriamente sia sostanze stimolanti, sia ansiolitici, tranquillanti, e ipnotici, sono stati oggetto in diversi momenti del secolo scorso di grande attenzione mediatica. Attorno al Quaalud, ad esempio, durante gli anni ’60 e ’70, si è creata la mitografia del potere afrodisiaco; poi c’è stato il GHB, usato medicalmente per un po’ nel trattamento della dipendenza alcolica. Insomma, periodicamente si è parlato di sostanze micidiali che trasformano le persone”.
“Non voglio però far passare il messaggio che le droghe sono tutte uguali. Le metanfetamine sono pericolosissime e creano più facilmente di altre allucinazioni, dispercezioni e fenomeni di dipendenza da stimolanti. Sono più potenti della cocaina, costano molto o, hanno lo stesso potere di penetrazione delle persone come per gli oppiacei, anche se ovviamente con effetti completamente diversi. La miscela poi con l’alcol ha risultati imprevedibili”, continua Benzoni. “Capita molte volte nella mia attività di pronto soccorso a Milano di incontrare anche adolescenti in agitazione psicomotoria accertata clinicamente, dovuta a sovrapposizione di sostanze diverse. L’alcool peggiora il quadro e porta alla disinibizione, alla perdita dell’autocontrollo, associato all’effetto della droga che dà energia, senso di grandiosità, esacerba gli spunti aggressivi e a volte può dare spunti deliranti”.
“Non voglio entrare nell’analisi di frasi estrapolate per la cronaca del caso dell’omicidio di Roma, come “abbiamo visto i mostri”, è un esercizio creativo pericoloso”, specifica il neuropsichiatra milanese. “Detto questo, che persone perfettamente normali possano avere, in ragione di assunzione di sostanze pesanti, come in questa vicenda, fenomeni dispercettivi e allucinatori, non è né sorprendente, né strano”. La mostruosità scaturita improvvisamente nella normale quotidianità non è quindi un’eccezione: “Ciascuno di noi ha visto magari in modo meno cruento, primitivo e tribale, ragazzetti che fuori dalla discoteca la notte prendono alcolici di risulta e sostanze comprate da chiunque a pochi euro”. A questo va aggiunta la dimensione rituale del fenomeno sessuale che va oltre le righe: “L’idea del gioco erotico finito in tragedia non è nuova e di solito comporta ritualizzazione, più persone presenti e l’uso di sostanze stupefacenti”.
C’è infine un elemento peculiare sia nelle pratiche chemsex, che nell’omicidio Varani, entrambi avvenuti nell’ambito di gruppi omosessuali. “Io mi occupo soprattutto del mondo adolescenziale ed è difficile che i ragazzini parlino di esperienze omosessuali con ritualizzazioni collettive così esplicite, manifeste e scoperte. Tendenzialmente sono esperienze fatte con fatica, poco strutturate, nascoste. Però non mancano, parlo di Milano, casi di adolescenti che raccontano già alla loro età di incontri sadomaso modello Melissa P., di minorenni che si incontrano con persone che non conoscevano in luoghi come le dark room. Questo mondo esiste, ma sono pieghe della società non ancora fenomeni abitudinari”.
Su un aspetto però Benzoni rimarca il cambiamento accelerato di questi ultimi anni: l’accessibilità economica delle metanfetamine. “Il costo sta diminuendo e c’è un disperato ritorno al tentativo di fidelizzare il cliente vendendogli ‘roba’ che lo rendano più facilmente dipendente con meno soldi da spendere. Per questo è ricominciato, ad esempio, anche l’uso dell’eroina: costa poco, arriva sul mercato in forme combinate e prende per la gola i ragazzini. Con un ulteriore aggravante: dalla metanfetamina si esce con molta più difficoltà che dall’uso di cocaina”.