A fine ‘800, ricordavano gli autori di Freakonomics, il trasporto a trazione animale di merci e persone provocò seri problemi sanitari in metropoli emergenti come New York. La soluzione di un problema che pareva non averne giunse invece al momento giusto attraverso un’innovazione tecnologica: l’automobile. E oggi sono proprio le automobili che tolsero il lavoro a tanti quadrupedi per regalarne a tanti operai, il problema dei grandi centri abitati mentre la tecnologia, ancora una volta, sta offrendo soluzioni insperate che rivoluzioneranno la mobilità urbana facendo anche venir meno il bisogno di spostarsi, quando non strettamente necessario o voluto. Il guaio è che le rivoluzioni tecnologiche si sviluppano sempre più rapidamente, ma a scapito del lavoro e questo è un problema politico per la cui soluzione l’innovazione tecnologica non potrà non essere d’aiuto perché è in fondo un’estensione e un’applicazione della razionalità. E quello del jobless growth non è neanche il problema più angoscioso per i governi di fronte a quello incombente del riscaldamento globale con i conseguenti sconvolgimenti climatici, flussi migratori e problemi nell’approvvigionamento di risorse, a partire dall’acqua potabile.
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Problemi così grandi e vitali da necessitare di un supplemento di razionalità per affrontarli e non è un caso che mentre la capacità della mente umana rischia di smarrirsi di fronte a eventi sempre possibili come un meno fortunato incidente nucleare a Fukushima o all’espolsione di un grande vulcano oppure al tema di come sfruttare risorse potenzialmente infinite, ma lontane anche anni luce dal nostro pianeta (finito), la prossima rivoluzione tecnologica diventi quella dell’intelligenza artificiale.

Non si tratta di computer ancora più potenti e veloci bensì di macchine capaci di imparare e di progredire autonomamente nella conoscenza in modo inimmaginabile. In questi giorni AlphaGo, l’intelligenza artificiale della divisione dedicata di Google, ha battuto il campione coreano di Go, un gioco enormemente più complesso degli scacchi, relegando alla preistoria la vittoria di Deep Blu diIBM su Kasparov del 1997.

Tra le tante applicazioni possibili dell’intelligenza artificiale, pensando al futuro del nostro Paese, non posso non pensare che così come 70 anni fa una monarchia costituzionale fu deposta da un referendum in cambio di una repubblica parlamentare divenuta negli anni ricettacolo senza speranze di uomini corrotti oppure di onesti incompetenti, in un prossimo futuro potremmo decidere, se in preda alla definitiva sfiducia verso la classe dirigente e alla sua modalità di selezione, di affidarci al governo di un’intelligenza artificiale. Sarebbe di fatto un ritorno ad una monarchia costituzionale, informata a obiettivi di politica economica quali la piena occupazione o l’equa distribuzione del reddito secondo principi di meritocrazia e solidarietà sociale in assenza però di nepotismi, corruzione, costruzione clientelare o demagogica del consenso elettorale e soprattutto con una capacità ineguagliabile di gestire dati da tutto il mondo e informazioni (anche quelle di ogni singolo cittadino) per prendere le decisioni più lungimiranti e tutte finalizzate al progresso sociale ed economico del Paese.

A quanti temono di perdere il potere a favore di una macchina, ricordo che nei moderni aeroplani l’equipaggio ha ormai una funzione psicologica perché non siamo ancora abituati a viaggiare senza pilota anche se un pilota può decidere di suicidarsi con tutti i passeggeri mentre neanche il pilota più esperto sa gestire con velocità e destrezza le tante variabili di un volo in condizioni meteo estreme. Oppure porrei il famoso dilemma dei test di psicologia: se guidassi un treno che ha perso il controllo e ad un bivio dovessi scegliere tra imboccare una direzione che porterà alla sicura morte di tre persone o un’altra che ne sacrificherà una sola, quale sceglieresti? Risposta ovvia. E se quella persona sola fosse tuo figlio? Una macchina intelligente, obbedendo ad una logica superiore, saprebbe ripetere il sacrificio di Abramo. Le utopie di giustizia, libertà e uguaglianza affidate a uomini avidi, miopi e corrotti potrebbero forse essere finalmente realizzate da Intelligenze pure e cieche come siamo soliti raffigurare la Giustizia mentre un giorno il trasferimento della nostra coscienza, sentimenti e memoria su un supporto tecnologico potrebbe consentirci di superare i limiti biologici per avventurarci sino ai confini dell’universo.

 

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