E così adesso Lula finirà in galera. E le galere brasiliane mica sono come quelle italiane…

Lui, il presidente operaio, quello con la terza elementare che veniva dalle favelas e voleva bene al popolo per davvero. Lui, adesso, finisce in galera per un attichetto da milioni di reali. Si difende a spada tratta in pubblico e in tv. Non si vergogna di niente. Alla fine un altro “lider” sudamericano come qualsiasi altro, corrotto fino al midollo, travolto dalla voglia di denaro, come tutti gli altri. Non si salva nessuno.

Di cose buone ne aveva fatte. Anche se tutti ricordano sempre solo “Luz para Todos”, luce per tutti. Ogni più piccolo anfratto del paese con la sua brava lampadina. In sostanza aveva comprato decine di migliaia di chilometri di cavi e assegnato centinaia di appalti per sistemarli. Ma poi aveva dovuto, come tutti gli altri, lasciare senz’acqua, grazie alle idroelettriche, gli stessi poveracci che avevano la loro lampadina nuova.

dilma rousseff e lula

Dilma Rousseff, anche lei senza vergogna, è andata a trovare a casa il suo amichetto, con l’elicottero, e la benzina dentro, pagati dai contribuenti. Salutava tutti dal balcone con la manina, lei, che avrebbe dovuto essere al di sopra delle parti, mentre invece è ben al di sotto, visto che lassù ce l’ha messa lui, l’indagato.

Ma i fatti li raccontano le agenzie di stampa, mentre un blogger può dare, per esempio, la sua opinione. Quello che sarebbe interessante è l’opinione della gente. E qui casca l’asino, poiché la netta sensazione, parlando qua e là, è che non gliene freghi assolutamente niente a nessuno, a parte il gusto di leggere una notiziona. I brasiliani, a tutti i livelli, sono troppo occupati a resistere alla crisi economica che li sta affossando. È per queste cose che i loro “lider”, lo fossero veramente, dovrebbero andare a sbraitare in Tv, e non per pararsi il sedere, come regolarmente accade. Fanno tutti così, anche quelli, come Lula, che sembravano davvero “di sinistra”, mentre qui le periferie delle città muoiono nei rifiuti.

“Che-tristezza-che-abbandono-tra-la-gente-dove-tu-sei-nato-U-no buono, u-no buono…” (Edoardo Bennato – I Buoni e i Cattivi, 1974).

Nel frattempo è prevista domenica una manifestazione del movimento “Vem pra Rua”, mentre Sergio Moro è il nuovo eroe nazionale. Il giudice che ha dato avvio a questa “Mani pulite” brasiliana.

Eppure il Brasile ce la farà, in qualche modo, grazie al fatto che, nonostante tutto, dispone di una risorsa straordinaria: il suo popolo. Nonostante gli attacchi del consumismo e dello sfacelo culturale, resiste nei brasiliani la voglia di crederci, di amare e di cambiare. Si tratta di un popolo che meriterebbe di più, ma dotato di un’ingenuità che viene ampiamente sfruttata dai suoi governanti. Di tanto in tanto cercano di ribellarsi, ma vengono anche rincretiniti dalla possibilità di farsi soldi in fretta con il ricatto e la corruzione, dalla tecnologia a buon mercato, dai consumi e dalle telenovelas.

Nonostante ciò rimane una grande esperienza il Brasile, grazie al fatto che sopravvivono, nella gente, valori come la solidarietà, l’amicizia, l’entusiasmo e una grande creatività.

Avrò modo di parlarne in prossime occasioni. Nel frattempo il prossimo reality qui sarà l’arresto in pompa magna del presidente-operaio.

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