L'ex presidente del Consiglio in un'intervista al Corriere della Sera attacca: "Enorme malessere a sinistra. Il partito della Nazione è già accaduto". Il senatore Tocci: "Il presidente dem se ne vada". La replica: "C'è chi ha nostalgia del partito di Mafia capitale"
“Il Pd in mano a un gruppetto di persone arroganti e autoreferenziali”. “La gestione di Orfini e Guerini sulle primarie ? Siamo oltre l’arroganza. Siamo alla stupidità”. “Il partito della Nazione è già accaduto”. Dopo una settimana di spaccature e alla vigilia del raduno della sinistra Pd a Perugia, è la volta di Massimo D’Alema contro tutti. E se il partito non fosse stato abbastanza a brandelli, ci ha pensato l’ex presidente del Consiglio a riaccendere lo scontro. “Dei fondatori nel Pd non sanno che farsene”, ha detto al Corriere della Sera. “Ai capi del Pd non è passato per l’anticamera del cervello di consultarci una volta, in un momento così difficile. Io cosa dovrei fare? Cospargermi il capo di cenere e presentarmi al Nazareno in ginocchio a chiedere udienza a Guerini?”. Poco dopo ha replicato anche Orfini che su Twitter ha scritto: “Mi disconosce perché sarei arrogante? Francamente non torna”. Salvo poi rimandare alla resa dei conti della direzione in programma per il prossimo 21 marzo.
Leggo che D’Alema mi “disconosce” perché sarei arrogante. Il che -francamente- non torna.
— orfini (@orfini) March 11, 2016
Ma la versione di D’Alema è solo uno dei problemi di giornata per i renziani. Il senatore Walter Tocci dalle colonne di Repubblica ha invocato le dimissioni del presidente Pd. Che ha reagito con non meno nervosismo: “Quando mi è stato chiesto di fare il commissario”, ha detto all’agenzia Ansa, “nessuno credeva che il Pd potesse ancora essere competitivo alle elezioni, oggi lo siamo. E questo vuol dire che l’opera di radicale cambiamento è stata compresa dai romani. Io penso che il partito stia rinascendo, ogni tanto c’è qualche colpo di coda di chi ha nostalgia di quel partito coinvolto in Mafia Capitale“.
D’Alema: “Sofferenza a sinistra. Il Pd versa in una condizione gravissima”
Il clima è quello della resa dei conti e il caos alle primarie di Napoli e Roma ha dato lo spunto per riaprire lo scontro aperto. L’ex premier ha criticato la scelta del presidente Pd Matteo Orfini e del vicesgretario Lorenzo Guerini di liquidare i presunti brogli e il ricorso su Napoli di Bassolino. “Hanno detto che il ricorso è respinto perché in ritardo? Siamo oltre l’arroganza. Siamo alla stupidità”. Poi, facendo sua una riflessione che già avevano fatto altri rappresentanti della minoranza come Speranze e Bersani, D’Alema ha aggiunto: “Sta crescendo un enorme malessere alla sinistra del Pd che si traduce in astensionismo, disaffezione, nuove liste, nuovi gruppi. Nessuno può escludere che alla fine qualcuno riesca a trasformare questo malessere in un nuovo partito”. E ancora: “Il Pd versa in una condizione gravissima, e la classe dirigente reagisce insultando e calunniando con metodi staliniani“.
Secondo l’ex presidente del Consiglio il partito della Nazione è già realtà: “Loro non vogliono tenere insieme il centrosinistra, vogliono sbarazzarsene. Mi fanno ridere quelli che lanciano l’allarme sul partito della Nazione; il partito della Nazione è già accaduto. Lo schema mi pare evidente: approfittare della crisi di Berlusconi per prenderne il posto. Ma è un’illusione. Verdini ha capito che se Renzi rompe con la sinistra va dritto verso la sconfitta, magari in un ballottaggio con l’M5S. Per questo è preoccupato. Una volta lacerato il centrosinistra non viene il partito della Nazione; viene il populista Grillo. O viene la destra. Perché il ceto politico berlusconiano che oggi si riunisce attorno a Renzi non gli porterà i voti di Berlusconi. La destra è confusa ma esiste, e una volta riorganizzata voterà per i suoi candidati”.
I renziani: “Sleale”. La responsabile Enti locali: “Verbale primarie respinto anche nel metodo”
Davanti alle accuse di D’Alema, i primi a reagire sono stati i renziani. “Una cosa colpisce dell’intervista”, ha commentato il fedelissimo del segretario Ernesto Carbone, “la slealtà nei confronti del candidato vincitore delle primarie a Roma. D’Alema dice di essere un fondatore del Pd, è un importante dirigente del Pd, ma fa capire che non voterà per il candidato del Pd. Il suo disegno è fin troppo chiaro: far perdere le amministrative al suo partito. D’Alema era famoso per la sua arroganza, ora diventa anche sleale. E pugnala il suo partito”. Sul tema è intervenuto anche la responsabile nazionale Enti locali Valentina Paris: “Il dibattito sull’inammissibilità del ricorso di Bassolino è ormai fuori dalla realtà. E’ stato respinto anche nel merito, c’è un verbale che parla chiaro”.