L'ex sindaco inoltre censura la presenza nel comitato di Venanzio Carpentieri, il segretario napoletano del Pd. La ritiene causa di totale nullità della delibera: "La seduta non era pubblica e un organo politico non può prendere parte ad una seduta dell'organismo di garanzia"
Lo scambio di monete e le indicazioni pro Valeria Valente all’ingresso di 5 seggi della periferia di Napoli hanno “violato il principio costituzionale della libertà dell’espressione del voto” durante le primarie Pd del 6 marzo. Primarie che non possono essere liquidate come “consultazioni di natura privatistica” perché i partiti, “stante la loro rilevanza costituzionale”, devono attenersi ai principi della Costituzione e alle leggi che ne derivano, come quella che impedisce la propaganda elettorale entro i 200 metri dai seggi.
Sono alcuni dei passaggi chiave del ricorso bis di Antonio Bassolino, depositato stamattina al comitato organizzatore delle primarie del centrosinistra napoletano. Dodici pagine redatte dall’avvocato Riccardo Marone e firmate da Bassolino per chiedere l’annullamento della proclamazione della Valente. L’ex sindaco ed ex governatore sostiene l’illegittimità del provvedimento con cui la commissione presieduta da Giovanni Iacone ha bocciato il ricorso presentato martedì perché pervenuto oltre le 24 ore dalla chiusura dei seggi. E pone seri dubbi sull’attenzione prestata alle problematiche sollevate dal ricorso stesso: “Il Comitato organizzatore delle primarie ha approvato le risultanze del voto nell’inverosimile arco di tempo tra le 14,43 e le 15,30 e cioè 78 seggi in 47 minuti, vale a dire ogni seggio sarebbe stato verificato ed accertato in soli 36 secondi!”.
Bassolino inoltre censura la presenza nel comitato di Venanzio Carpentieri, il segretario napoletano del Pd. La ritiene causa di totale nullità della delibera: “La seduta non era pubblica, afferma Iacone negando la diretta streaming, e un organo politico non può prendere parte ad una seduta dell’organismo di garanzia, che ha natura di organo giurisdizionale imparziale e super partes”.
Bassolino insiste, torna ad elencare ad una ad una le irregolarità “gravi e serie” palesate nei video di Fanpage e rimprovera i ‘garanti’ di aver agito in maniera contraddittoria: “Pur dichiarando esecrabili e censurabili i fatti ed i comportamenti emersi dal video, illegittimamente ed incomprensibilmente non ha annullato i relativi seggi “inquinati”, così come aveva fatto invece l’anno scorso il Comitato dei Garanti in Liguria per le Primarie regionali. Se vi sono stati episodi che hanno alterato la libertà del voto, il Comitato non può solo giudicare il comportamento esecrabile ma deve necessariamente adottare le decisioni conseguenti e cioè annullare il voto nei seggi in cui ciò è avvenuto”.