Politica

Andrea Gentile, nel cda dell’Istituto dei tumori il figlio del sottosegretario Ncd

Il primogenito di Tonino era diventato famoso per la vicenda delle rotative bloccate di un giornale calabrese che riportava la notizia di un'indagine a suo carico. La nomina (gettone di 31.500 euro l'anno fino al 2018) voluta dal ministro Lorenzin. E gli alfaniani si confermano i più efficaci nelle "trattative" con Renzi

Ncd si conferma il partito che più ha ottimizzato il suo rapporto con il Pd di Renzi. Sul fronte calabrese, il neosottosegretario allo Sviluppo economico Tonino Gentile ha ottenuto un altro importante risultato: suo figlio Andrea è stato nominato nel consiglio di amministrazione dell’Istituto nazionale dei Tumori di Milano.

Un incarico di prestigio (non tanto per i 31mila e 500 euro all’anno fino al 2018) di cui Andrea Gentile usufruirà grazie alla segnalazione diretta del ministro della Salute Beatrice Lorenzin (Ncd). Quest’ultima aveva solo un nome da proporre nel Consiglio di amministrazione dell’Istituto e il prescelto è stato proprio il figlio del sottosegretario che, adesso, aspetta solo di essere nominato viceministro. Cosa che avverrà tra qualche settimana e prima, comunque, delle elezioni comunali a Cosenza per le quali il Partito democratico ha deciso di non fare le primarie e di puntare tutto sul manager Lucio Presta come candidato a sindaco. Una scelta che, almeno finora, non ha trovato il pieno appoggio dei fratelli Gentile che hanno lamentato il metodo utilizzato dal partito di Renzi.

Tentennamenti che, però, potrebbero venire meno appena il governo Renzi formalizzerà la terza promessa a Tonino Gentile. Il feeling tra sottogretari (leggasi Luca Lotti), infatti, potrebbe rafforzarsi con la nomina dell’esponente alfaniano a viceministro. Questo consentirebbe all’Ncd calabrese di chiudere in bellezza il pacchetto “do ut des” con il Pd.

Ritornando alla nomina di Andrea Gentile, quest’ultimo è il primogenito del senatore calabrese e in passato è stato anche consulente di Fincalabra con un contratto da 37mila euro l’anno, costato un’indagine all’ex presidente della società in house della Regione, Umberto De Rose che oggi è sotto processo per tentata violenza privata.

De Rose, infatti, è il tipografo che telefonò all’editore del giornale locale “L’Ora della Calabria” Alfredo Citrigno per bloccare la notizia di un’inchiesta sull’Asl di Cosenza in cui era indagato proprio Andrea Gentile, poi definitivamente prosciolto. All’epoca il direttore del quotidiano Luciano Regolo si oppose alle pressioni subite. Misteriosamente le rotative della tipografia De Rose si incepparono e il giornale non arrivò in edicola.

La notizia di quell’indagine e il tentativo dell’amico De Rose di condizionare la stampa locale, nel 2014 costrinsero Tonino Gentile a dimettersi da sottosegretario ai Lavori pubblici pochi giorni dopo la nomina di Renzi. Passata la bufera, adesso è tempo di battere cassa. E per le comunali di Cosenza, il Pd non può fare a meno dei fratelli Gentile.