"Stiamo lavorando a un sogno" dice spiega Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Nel sottosuolo del Pianeta Rosso "potremmo trovare sorprese: tracce di vita biologica oggi non visibili in superficie. Questo è il motivo principale per cui ci siamo impegnati in questa ambiziosa e affascinante missione”
Il conto alla rovescia per il lancio della missione che porterà l’Europa su Marte è già iniziato. Ancora poche ore e, salvo un rinvio dell’ultimo minuto, la mattina del 14 marzo, quando in Italia saranno le 10:31, l’accensione dei motori del razzo russo Proton-M dal cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan, segnerà ufficialmente l’inizio di ExoMars (Exobiology on Mars).
Una missione ambiziosa, che si articola in due tappe. Il primo volo verso Marte nell’ottobre 2016, dopo un viaggio di sette mesi, porterà in orbita una sonda attorno al Pianeta rosso e sulle sue polveri ferrose la speciale stazione meteo “Dreams” (Dust characterization, risk assessment and environment analyser on the martian surface). Sarà il primo sbarco europeo sul nostro vicino di casa spaziale. Tra due anni si replica. Nel 2018 un secondo lancio spedirà, infatti, su Marte un veicolo robotico, un piccolo rover con le ruote, simile a un’autovettura. La sua missione sarà bucherellare la superficie rossastra del pianeta fino a due metri di profondità con un trapano di fabbricazione italiana, per vedere se nel sottosuolo marziano si nascondono tracce microscopiche di vita, presente o in forma fossile.
“Marte è un luogo poco adatto alla vita oggi: l’atmosfera è sottilissima e il suolo è bombardato da raggi cosmici e raggi gamma. Ma sotto il terreno – spiega Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) -, dove è stata riscontrata la presenza di acqua e ghiaccio, potremmo trovare sorprese: tracce di vita biologica oggi non visibili in superficie. Questo è il motivo principale per cui ci siamo impegnati in questa ambiziosa e affascinante missione”.
La vecchia Europa, che su tante questioni di politica estera, a partire dall’emergenza migranti in fuga dalla guerra siriana, si mostra divisa, ritrova invece unità in campo scientifico, sotto l’ombrello dell’Agenzia spaziale europea (Esa). E con la collaborazione dell’agenzia russa Roscosmos. In questa sfida europea un ruolo di primo piano, sia a livello scientifico che tecnologico, spetta all’Italia. A partire dall’Asi, proseguendo con il mondo dell’industria, con Thales alenia space, Finmeccanica e Telespazio, e quello della ricerca con l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).
Astrofili e appassionati, a riprova di quanto lo spazio affascini ed entusiasmi il grande pubblico, potranno attendere il lancio di ExoMars e assaporarne l’atmosfera in piazza del Popolo, a Roma. Come i tifosi che, durante i mondiali di calcio, si danno appuntamento nelle piazze per seguire le partite della nazionale. L’Asi, insieme ai partner industriali italiani coinvolti nella missione, ha infatti realizzato nel cuore di Roma l’installazione “L’Italia va su Marte”, con una diretta via satellite del lancio.
Nella piazza dove di solito confluiscono i cortei di manifestanti che attraversano le strade della capitale è stato allestito nei giorni scorsi un maxischermo, collegato con il centro di controllo di ExoMars, presso l’Aerospace logistics technology engineering company (Altec), a Torino. Accanto al monitor una riproduzione del modulo a leadership italiana che tra sette mesi sbarcherà sul Pianeta rosso, il lander “Entry, descent and landing demonstrator module” (Edm), che porta il nome dell’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli.
Filmati e interviste illustreranno al pubblico gli obiettivi della missione e la sua importanza scientifica. E accompagneranno appassionati e curiosi al countdown finale del lancio verso Marte. “Stiamo lavorando a un sogno – conclude Battiston -, così come è stata un sogno la missione nella quale per la prima volta un veicolo costruito dall’uomo si è posato sulla superficie di una cometa, la 67/P Churyumov-Gerasimenko”.