Se la ride, Guido Bertolaso, il candidato alle prossime amministrative di Roma che ancora divide il centrodestra. Il suo staff racconta di due giovani rei confessi di essere stati pagati per fare il giro di tutti i gazebo e votare contro Bertolaso. Si sa, di ‘sti tempi senza un broglietto non sei nessuno. Così Bertolaso non perde il buonumore, e alle domande della giornalista del Fatto sfugge regalando l’ennesima gaffe: “Questa ragazzina maliziosa che mi segue da giorni e giorni…”. Intanto ai gazebo le carte d’identità non vengono registrate, si esibiscono solo per confermare la residenza romana, dunque nulla vieta di ripetere l’operazione. Insomma, alle gazebarie del centrodestra si può votare quante volte si vuole. Del resto, ripetono i dirigenti di Forza Italia presenti in centro a Roma, “si tratta di consultazioni, non di primarie: volevamo vedere quanta partecipazione nasceva”. E allora meglio non buttare via niente, voti doppi e tripli compresi. E se proprio qualcuno avesse voglia di verificare i numeri – meno di 10mila e lascio, aveva detto Bertolaso – può parlare con i garanti Brunetta e Gasparri. Il primo: “Numeri veri, non imbroglioneschi come quelli del Pd”. Il secondo: “Altro che 10mila, molti di più”. Soddisfatti? Eppure dei 140 gazebo annunciati solo 70 risultano attivi sul territorio. A piazza del Popolo e a piazza Flaminia non si trovano le postazioni previste. E in periferia si segnala una scarsa partecipazione