Non solo droga, alcol, sesso e un presunto movente edipico, nei loro racconti degli indagati. Manuel al pm di Roma, che indaga sull'omicidio, ha anche chiesto di controllare e sequestrare i cellulari perché - come riportano i quotidiani - in quello dell'amico avrebbe visto immagini di abusi
Sono un continuo viaggio nell’orrore i verbali di Manuel Foffo e Marc Prato, i due giovani romani accusati del massacro di Luca Varani (nella foto). Non solo droga, alcol, sesso e un presunto movente edipico, nei loro racconti. Manuel al pm di Roma, che indaga sull’omicidio, ha anche chiesto di controllare e sequestrare i cellulari perché – come riportano i quotidiani – in quello dell’amico avrebbe visto immagini di abusi. “Ho visto cose orribili… Video nei quali sono ritratti stupri di donne e atteggiamenti pedofili, anche di bambini nel compimento di atti sessuali. Non fa parte di me andare in giro per cercare gente da stuprare. Le uniche fantasie che posso avere sono quelle di fare cose a tre”.
Certo è che poche ore prima di drogare e accanirsi su Luca Varani Prato, con la complicità di Foffo, narcotizzò un altro dei tanti giovani passati per la casa del Collatino. “A casa sono venuti Giacomo, Alex, Riccardo e Luca – racconta Foffo al pm Francesco Scavo nel corso del secondo interrogatorio – Giacomo è amico di Marco, credo che lo abbia chiamato per necessità di soldi. Marco ha versato dell’EN, un medicinale tipo sonnifero, nel bicchiere di Giacomo. Non conosco la finalità di questo gesto ma lui si era assopito sul divano”. Giacomo, assieme ad Alex, che a verbale precisa di “aver rifiutato alcol e cocaina”, probabilmente scampa al massacro poi riservato a Varani.