Un effetto scudo su cui gli scienziati indagano da anni. Quello dell’aspirina contro il tumore dell’apparato digerente. I ricercatori inglesi avevano già messo un punto fermo sui suoi benefici. E adesso lo sostengono anche quelli statunitensi. Assumere regolarmente basse dosi di aspirina per almeno sei anni è associato ad un rischio del 15% inferiore di ammalarsi di cancro all’apparato digerente. Mentre non comporta un minor rischio per altri principali tipi di cancro, come al seno o alla prostata. Lo studio osservazionale, condotto presso il Massachusetts General Hospital di Boston, è stato pubblicato su The Journal of the American Medical Association.
Per indagare sull’associazione tra aspirina e tumori, i ricercatori hanno esaminato i dati relativi a 135.965 persone. Nel corso di 32 anni di follow-up, hanno documentato 20.414 tumori tra 88.084 donne e 7.571 tumori tra 47.881 uomini. Ne è emerso che l’uso regolare di aspirina due volte o più alla settimana era associato ad un rischio del 3% più basso complessivo per i tumori, attribuibile però in gran parte a un rischio del 15% più basso per i tumori del tratto gastrointestinale e a un rischio del 19% più basso per il cancro del colon e del retto. Nessuna variazione significativa è emersa invece per neoplasie a seno, prostata o polmone.
In particolare, per la prevenzione del cancro al colon-retto, sottolineano gli autori, “nei contesti con risorse limitate, l’aspirina può essere una potenziale alternativa a basso costo all’endoscopia, mentre può costituire un’integrazione a questo screening, laddove tali programmi sono già disponibili e utilizzati”. A ottobre scorso uno studio del Leiden University Medical Centre nei Paesi Bassi presentato allo European Cancer Congress 2015 aveva dimostrato che i malati di tumori gastrointestinali a cui veniva prescritta aspirina, vedevano aumentare di due volte le possibilità di sopravvivenza.