La ministra per le Riforme su Twitter interviene dopo le polemiche per il passo indietro della candidata M5s a Milano e per la leader Fdi perché incinta. Critiche anche dalla responsabile della Salute Lorenzin: "Non è un Paese per donne". Alfano: "Meraviglioso candidarsi anche in gravidanza". La Lega Nord ne approfitta per criticare Bertolaso: "Frasi da cavernicoli". E la vicesegretaria dem Serracchiani: "Il mondo purtroppo è così"
“Quando chiederanno a un candidato uomo di ritirarsi perché non telegenico? O perché deve fare il padre? Solidarietà a Bedori e Meloni“. Nel giorno delle polemiche per il passo indietro della candidata M5s a Milano e per gli attacchi alla leader di Fdi perché incinta, la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi è intervenuta su Twitter in solidarietà delle due politiche. A far discutere sono le accuse della grillina che su Facebook ha scritto: “Mi avete chiamato casalinga, disoccupata, grassa e brutta”; ma anche la gaffe del candidato di centrodestra Guido Bertolaso che ha detto: “Giorgia Meloni deve fare la mamma”. Tanto è bastato per riaprire la ferita quote rosa in politica, tema su cui l’Italia è ancora molto indietro rispetto agli altri Paesi europei.
Quando chiederanno a un candidato uomo di ritirarsi perché non telegenico? O perché deve fare il padre? Solidarietà a #Bedori e #Meloni.
— maria elena boschi (@meb) March 14, 2016
Mentre la collega di Bedori e candidata per le amministrative di Roma Virginia Raggi nega che esista il caso, dalla maggioranza sono arrivate numerose condanne. Sull’argomento è intervenuta anche la ministra della Salute Beatrice Lorenzin: “Questo Paese non è per le donne. Ciò che sta accadendo in questi giorni è incredibile, rivela una misoginia di fondo. Ad esempio mi spiace molto per la candidata milanese del Movimento 5 stelle costretta a ritirarsi: un candidato può essere più o meno valido, ma il tema non può riguardare le sue caratteristiche fisiche. Nessuno dice ad un maschio che è brutto e grasso. Tutto questo dimostra un non rispetto per la donna, un non riconoscimento della donna come soggetto politico e come persona”. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano si è schierato con la Meloni, dichiarando che “l’esercizio dell’elettorato passivo e quindi dell’essere candidato sia un qualcosa di bello e di meraviglioso anche nel momento in cui ci si apre a quel qualcosa di straordinariamente orientato al futuro che è una nuova vita”.
Bertolaso si è poi rimangiato tutto, dicendo che la sua era una “battuta”. Ma in realtà la frase è diventata subito un caso politico nel centrodestra. La Lega Nord, che fatica a digerire il candidato, ne ha subito approfittato per condannare le parole dell’ex capo della Protezione civile. “È evidente come le donne abbiano una marcia in più rispetto agli uomini”, ha detto il capogruppo del Carroccio alla Camera Massimiliano Fedriga, “e questa marcia in più aumenta ulteriormente quando diventano madri. Le frasi dette a Giorgia Meloni e alla ex candidata grillina sono assurde, di una bassezza inqualificabile. Meloni e Bedori non hanno di certo bisogno di essere difese da noi, ma a coloro i quali hanno pronunciato quelle frasi ci sentiamo di ricordare che da qualche millennio abbiamo posato la clava e siamo usciti dalle caverne, si aggiornino”.
All’attacco anche il Partito democratico: “Mi vengono in mente due riflessioni”, ha detto la vicesegretaria Pd Debora Serracchiani a Repubblica Tv. “La prima è che quanto a considerazione delle donne, la mela Bertolaso sia caduta poco lontano dall’albero Berlusconi; l’altra è la prova che le donne riescono a fare bene più cose”. E sulla Bedori ha aggiunto: “Mi dispiace, umanamente e personalmente, e anche politicamente perché non ci si comporta così, a prescindere dalle proprie convinzioni politiche. Anche se purtroppo il mondo è così; le farei leggere i commenti che ricevo io sui social quando posto una qualunque cosa, anche la più seria e interessante. Credo che faccia parte del gioco nel quale qualcuno ci ha indotto a giocare, e non riguarda le donne ma una certa cattiveria nel commentare i propri avversari politici”.