C’era una volta la Grosse Koalition. Da ieri sera i due partiti di governo della Germania, la Cdu di Angela Merkel e la Spd del vice-cancelliere Sigmar Gabriel, hanno di che preoccuparsi. Nessuno dei due ha motivi per festeggiare l’esito delle elezioni in tre Länder che hanno letteralmente messo sottosopra lo scenario politico. Non c’è solo il loro tracollo, infatti, ma più in generale il rischio di una destabilizzazione di un sistema politico tradizionalmente avaro di novità come quello tedesco. Questo per effetto innanzitutto del successo della Alternative für Deutschland, formazione populista di destra nata appena tre anni fa e ora nuovo referente politico della protesta nel Paese. Segno che le inquietudini profonde della Germania, la paura per l’apertura delle frontiere e il ritorno di un certo nazionalismo non sono soltanto una patologia dei Länder più chiusi e arretrati nell’Est del Paese. Anche altrove, anche nel cuore pulsante della Bundesrepublik, gli umori malcelati degli elettori mettono a rischio la solidità dell’establishment.
L’AfD dell’ammaliante 40enne Frauke Petry sbalordisce tutti nel Sachsen-Anhalt con un bottino superiore al venti per cento (23,9) – la performance più brillante. Ma, a conferma di una tendenza non occasionale, l’AfD sfonda anche a ovest, smentendo l’immagine di partito di protesta con un’anima “orientale” (a est la questione migranti è più sentita). In ogni caso, i consensi sono a due cifre: 12,3 per cento nel Rheinland-Pfalz (cioè la Renania-Palatinato, la cui capitale è Magonza, che è al confine con Lussemburgo e Belgio) e 14,6 nel Baden-Württemberg (terzo Land per estensione e popolazione, capitale Stoccarda, sud-ovest della Germania).
Lo sconcerto per il successo di un partito che non fa mistero di appoggiare i sentimenti xenofobi si respira nelle reazioni dei media tedeschi. Uno per tutti, il titolo della Frankfurter Rundschau: “La Repubblica svolta a destra“. Non è un fulmine a ciel sereno, perché negli ultimi mesi il dibattito è stato su come contrastare l’ascesa nei consensi dell’AfD, un partito che ha sostenuto e sostiene, per esempio, il fenomeno di Pegida, movimento spontaneo di cittadini che scende in piazza ogni settimana per protestare contro i “troppi immigrati” e per restituire centralità ai tedeschi. Per la prima volta entra nei Landtage, i parlamenti dei Länder, una forza che rompe i tabù e aggira i limiti fino a oggi accettabili del linguaggio politico. Un partito che osteggia apertamente l’arrivo di nuovi immigrati e accusa la classe dirigente politica di aver tradito gli interessi della popolazione tedesca.
E l’Afd è creciuta finora nonostante sia stata esclusa dai canali ufficiali della comunicazione, giornali e televisioni. Ha costruito un proprio circuito di risonanza, approfittando di Facebook e della platea di movimenti e cittadini, esausti di quelle che, ai loro occhi, sono le menzogne di Angela Merkel, dei politici e della stampa asservita. L’esclusione dai programmi televisivi e dai luoghi pubblici della comunicazione aveva in passato assicurato la marginalità delle forze estremiste dalla vita politica nel Paese. Non ha però funzionato contro i populisti.
Per questo non può gioire la Cdu della cancelliera per il primo posto nel Sachsen-Anhalt e neppure la Spd per essere il partito in testa in Renania. La Cdu paga pegno anche nel Baden-Württemberg dove finisce addirittura alle spalle dei Grünen: i Verdi ottengono per la prima volta nella loro storia la testa della classifica con un 31 per cento. E anche dove il partito di Merkel si conferma al primo posto, nel già citato Sachsen-Anhalt, avrebbe bisogno dell’alleanza impossibile con la Afd. Quanto alla Spd, lo sconcertante 10 per cento sempre in Sassonia è molto di più di un tracollo: è una disfatta dura da metabolizzare.
Se test doveva essere per i partiti di governo, non poteva esserci verdetto più chiaro, insomma. Sotto accusa è soprattutto la politica di apertura delle frontiere che è stata difesa da Angela Merkel negli ultimi mesi e che rischia di polarizzare il Paese. La cancelliera, come sempre in queste occasioni, evita di drammatizzare. Ieri sera non si è fatta vedere nella centrale nazionale del suo partito, la Konrad Adenauer-Haus a Berlino. Tra i suoi sostenitori sgomento e silenzio. Mai come ora, nelle file del partito e fuori, la popolarità della Kanzlerin vacilla. Chi potrebbe approfittarne è il suo antagonista pubblico numero uno, Horst Seehofer, il leader oltranzista della Csu, partito bavarese “fratello” dei cristiano-democratici. A Monaco sono ormai in tanti a pensare che Seehofer abbia la ragione dalla propria nel contrastare la linea della Merkel e che i suoi avvertimenti in materia d’immigrazione colgano nel giusto. Al prossimo vertice di maggioranza potrebbe essere lui l’uomo forte.
Il successo dei Verdi nel Baden-Württemberg, infine, è più unico che raro nella loro storia. Per la prima volta ottengono un risultato che li proietta a primo partito, perlomeno nel parlamento di un Land: non era mai accaduto. Il loro successo è un altro segnale del cedimento della diarchia Cdu-Spd, offuscata dallo stallo politico del governo nazionale. L’exploit dei Verdi fa non a caso da contraltare al magro risultato dei socialdemocratici, loro alleati nell’uscente governo regionale del Land, bloccati al 12,8 per cento che rende una futura coalizione alquanto problematica.
Zonaeuro
Elezioni Germania, Berlino si “italianizza”. Sistema dei partiti spaccato, i partiti di governo affiancati da Verdi e destra
Il tracollo di Cdu e Spd non è solo nell'Est del Paese, ma anche in Renania, "estremo ovest". Così nascono nuovi poli, con i populisti della Afd (nonostante l'emarginazione sui media) e con i Verdi a sinistra
C’era una volta la Grosse Koalition. Da ieri sera i due partiti di governo della Germania, la Cdu di Angela Merkel e la Spd del vice-cancelliere Sigmar Gabriel, hanno di che preoccuparsi. Nessuno dei due ha motivi per festeggiare l’esito delle elezioni in tre Länder che hanno letteralmente messo sottosopra lo scenario politico. Non c’è solo il loro tracollo, infatti, ma più in generale il rischio di una destabilizzazione di un sistema politico tradizionalmente avaro di novità come quello tedesco. Questo per effetto innanzitutto del successo della Alternative für Deutschland, formazione populista di destra nata appena tre anni fa e ora nuovo referente politico della protesta nel Paese. Segno che le inquietudini profonde della Germania, la paura per l’apertura delle frontiere e il ritorno di un certo nazionalismo non sono soltanto una patologia dei Länder più chiusi e arretrati nell’Est del Paese. Anche altrove, anche nel cuore pulsante della Bundesrepublik, gli umori malcelati degli elettori mettono a rischio la solidità dell’establishment.
L’AfD dell’ammaliante 40enne Frauke Petry sbalordisce tutti nel Sachsen-Anhalt con un bottino superiore al venti per cento (23,9) – la performance più brillante. Ma, a conferma di una tendenza non occasionale, l’AfD sfonda anche a ovest, smentendo l’immagine di partito di protesta con un’anima “orientale” (a est la questione migranti è più sentita). In ogni caso, i consensi sono a due cifre: 12,3 per cento nel Rheinland-Pfalz (cioè la Renania-Palatinato, la cui capitale è Magonza, che è al confine con Lussemburgo e Belgio) e 14,6 nel Baden-Württemberg (terzo Land per estensione e popolazione, capitale Stoccarda, sud-ovest della Germania).
Lo sconcerto per il successo di un partito che non fa mistero di appoggiare i sentimenti xenofobi si respira nelle reazioni dei media tedeschi. Uno per tutti, il titolo della Frankfurter Rundschau: “La Repubblica svolta a destra“. Non è un fulmine a ciel sereno, perché negli ultimi mesi il dibattito è stato su come contrastare l’ascesa nei consensi dell’AfD, un partito che ha sostenuto e sostiene, per esempio, il fenomeno di Pegida, movimento spontaneo di cittadini che scende in piazza ogni settimana per protestare contro i “troppi immigrati” e per restituire centralità ai tedeschi. Per la prima volta entra nei Landtage, i parlamenti dei Länder, una forza che rompe i tabù e aggira i limiti fino a oggi accettabili del linguaggio politico. Un partito che osteggia apertamente l’arrivo di nuovi immigrati e accusa la classe dirigente politica di aver tradito gli interessi della popolazione tedesca.
E l’Afd è creciuta finora nonostante sia stata esclusa dai canali ufficiali della comunicazione, giornali e televisioni. Ha costruito un proprio circuito di risonanza, approfittando di Facebook e della platea di movimenti e cittadini, esausti di quelle che, ai loro occhi, sono le menzogne di Angela Merkel, dei politici e della stampa asservita. L’esclusione dai programmi televisivi e dai luoghi pubblici della comunicazione aveva in passato assicurato la marginalità delle forze estremiste dalla vita politica nel Paese. Non ha però funzionato contro i populisti.
Per questo non può gioire la Cdu della cancelliera per il primo posto nel Sachsen-Anhalt e neppure la Spd per essere il partito in testa in Renania. La Cdu paga pegno anche nel Baden-Württemberg dove finisce addirittura alle spalle dei Grünen: i Verdi ottengono per la prima volta nella loro storia la testa della classifica con un 31 per cento. E anche dove il partito di Merkel si conferma al primo posto, nel già citato Sachsen-Anhalt, avrebbe bisogno dell’alleanza impossibile con la Afd. Quanto alla Spd, lo sconcertante 10 per cento sempre in Sassonia è molto di più di un tracollo: è una disfatta dura da metabolizzare.
Se test doveva essere per i partiti di governo, non poteva esserci verdetto più chiaro, insomma. Sotto accusa è soprattutto la politica di apertura delle frontiere che è stata difesa da Angela Merkel negli ultimi mesi e che rischia di polarizzare il Paese. La cancelliera, come sempre in queste occasioni, evita di drammatizzare. Ieri sera non si è fatta vedere nella centrale nazionale del suo partito, la Konrad Adenauer-Haus a Berlino. Tra i suoi sostenitori sgomento e silenzio. Mai come ora, nelle file del partito e fuori, la popolarità della Kanzlerin vacilla. Chi potrebbe approfittarne è il suo antagonista pubblico numero uno, Horst Seehofer, il leader oltranzista della Csu, partito bavarese “fratello” dei cristiano-democratici. A Monaco sono ormai in tanti a pensare che Seehofer abbia la ragione dalla propria nel contrastare la linea della Merkel e che i suoi avvertimenti in materia d’immigrazione colgano nel giusto. Al prossimo vertice di maggioranza potrebbe essere lui l’uomo forte.
Il successo dei Verdi nel Baden-Württemberg, infine, è più unico che raro nella loro storia. Per la prima volta ottengono un risultato che li proietta a primo partito, perlomeno nel parlamento di un Land: non era mai accaduto. Il loro successo è un altro segnale del cedimento della diarchia Cdu-Spd, offuscata dallo stallo politico del governo nazionale. L’exploit dei Verdi fa non a caso da contraltare al magro risultato dei socialdemocratici, loro alleati nell’uscente governo regionale del Land, bloccati al 12,8 per cento che rende una futura coalizione alquanto problematica.
Articolo Precedente
La Bce ha perso i superpoteri o è colpa della politica?
Articolo Successivo
Brexit, gli euroscettici inglesi contro Obama: “Il suo è un atteggiamento antibritannico”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Putin: “Cessate il fuoco? Sì solo se porta alla pace. Gli ucraini nel Kursk possono arrendersi o morire”. E ipotizza una telefonata con Trump
Zonaeuro
Nuovo scandalo in Ue, in manette lobbisti di Huawei: “Hanno corrotto parlamentari”. Perquisizioni in corso, sigilli agli uffici degli assistenti di Falcone (Fi)
Politica
Intercettazioni, bocciati gli emendamenti per “salvare” i reati da codice rosso. Orrico (M5s): “Sono stata vittima. Così donne senza tutela”
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Procederemo a tutelare la reputazione e l’onorabilità dello studio legale Giarda nelle opportune sedi competenti, come, del resto, già avvenuto in passato nei confronti dello stesso avvocato Massimo Lovati, confidando che questa vicenda possa finalmente trovare la giusta definizione, da tempo auspicata anche dal fondatore dello studio". Gli avvocati Fabio ed Enrico Giarda, ex difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, replicano così alle affermazioni del difensore di Andrea Sempio, nuovamente indagato per il delitto di Garlasco, che ha sostenuto che "l'indagine del 2017 è stata frutto di una macchinazione".
Dichiarazioni ritenute dai fratelli Giarda "del tutto gratuite e gravemente lesive. L'avvocato Lovati evidentemente dimentica che la denuncia a suo tempo presentata nel 2017 da Andrea Sempio nei confronti dello studio legale Giarda e degli investigatori incaricati è stata archiviata nel 2020 dal gip di Milano, che nella sua ordinanza ha certificato l’assoluta correttezza dell’attività di raccolta e successiva estrazione dai reperti".
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Quella di oggi, per il governatore Francesco Rocca, è “una bella giornata, che ci ricorda da un lato quanto è bello vivere e rappresentare questa regione, ma soprattutto l’importanza di essere accompagnati in questo viaggio e in questo anno particolare, che è un’occasione che non possiamo perdere, fra Giubileo e l’Expo di Osaka. Sono grato al Niaf per la capacità di custodire l’elemento valoriale con la necessità di andare oltre ai confini. Questa è la conseguenza naturale di valori che non si è mai persa: la comunità italoamericana non deve perdere le sue radici, la consapevolezza, e l’orgoglio di essere italiani”.
“I 20 milioni di italoamericani sono i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo - afferma il presidente Niaf Robert Allegrini - e nel nostro 50mo anniversario non potevamo che scegliere il Lazio: abbiamo voluto condividere l’occasione con la regione che ospita la capitale d’Italia, non potevamo fare altrimenti, per dimostrare che il Lazio non è solo il Colosseo e la Fontana di Trevi ma che è una Regione che guarda al futuro”. Un legame quello con il Lazio che si fa anche con il cibo ma non solo. Un piatto su tutti: le Fettuccine alla Alfredo: “Poter portare a Washington Mario Mozzetti del ristorante Alfredo alla Scrofa, uno dei più grandi ambasciatori del Lazio negli Stati Uniti e di avere l'opportunità qua a Roma di andare al ristorante dove è nato questo piatto iconico per me è un motivo di grande soddisfazione”. Per Mario Mozzetti, “è un vero sogno andare alla convention Niaf di Washington e portare le fettuccine alla Alfredo. Portare questo piatto è un orgoglio anche a livello storico: portare Alfredo alla Scrofa negli Stati Uniti significa raccontare la storia che collega idealmente, ma non solo, l’Italia e gli Stati Uniti”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Lazio è “Regione d’Onore Niaf 2025”. Un evento che ricade nel 50mo anniversario della National Italian American foundation, la più grande associazione di italoamericani. Lo slogan è chiaro: “All you need is Lazio”, fra sapori autentici, la storia incisa nella pietra, meraviglie naturali, benessere e relax, arte e artigianato, la magia del cinema, innovazione e aerospazio, eccellenza accademica e un patrimonio culturale unico. “È un grande riconoscimento - afferma Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore a Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione della Regione Lazio - in cui saremo protagonisti a 360 gradi. Saranno coinvolte 20 startup e pmi innovative oltre a 18 grandi imprese che saranno attori protagonisti. Non è solo un grande evento ma è una vera missione di sistema. Ma non ci saranno solo le imprese: saranno coinvolte anche università e centri di ricerca. Startup. Gli obiettivi, netti e chiari - prosegue Angelilli - sono un piano di networking per una forte connessione con le imprese. L’altra sfida è l’ attrazione degli investimenti”. Per Amedeo Teti, capo Dipartimento per il Mercato del Mimit, “la Regione Lazio merita questa posizione di Regione d’onore. Il Lazio è da sempre attrattore di grandi investimenti. Secondo il Financial Times poi solo nel 2024 l’Italia ha attratto 35,5 miliardi di investimenti e ha creato 36mila posti di lavoro”.
Roma, 13 mar. (Labitalia) - "La vostra fiera pone la sostenibilità al centro del confronto tra tutti voi e tra tutti noi e non potrebbe essere altrimenti". Così il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto in un videomessaggio in occasione di LetExpo 2025, la fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere (11-14 marzo).
"La logistica è il sistema circolatorio delle nostre società. Attraverso la via della distribuzione riceviamo e inviamo ciò che consumiamo e ciò che produciamo. Quello che compriamo viene spesso da molto lontano e le nostre aziende esportano in ogni continente - continua - Se tutto questo ha creato ricchezza e opportunità ha anche creato pesanti effetti sull'ambiente. Per questo è molto importante che puntiate alla sostenibilità ambientale, naturalmente conciliata con la sostenibilità economica e sociale perché con l'ambientalismo dogmatico non si fa un favore né alla natura né alle persone. Anzi, se non consideriamo il tema socio-economico, le politiche ambientali saranno automaticamente respinte. Su questo tema non abbiamo mai fatto un passo indietro".
"La voce più chiara e determinata è stata quella dell'Italia a ogni tavolo negoziale europeo. Non mettiamo in discussione gli obiettivi finali, gli obiettivi climatici, ma chiediamo misure adatte al nostro Paese - spiega - Se il risultato delle politiche ambientali è la desertificazione industriale, perdiamo tutti. Con la neutralità tecnologica ognuno sceglie la propria strada verso una meta che resta comunque la meta che dobbiamo raggiungere".
"La vostra iniziativa punta ad accrescere la consapevolezza ecologica del settore dei trasporti, lo fa mettendo a confronto istituzioni, imprese, con il mondo della ricerca e delle professioni. Non si ragiona per compartimenti stagni. E' in questo modo che si passa dall'ideologia alla concretezza, alla realtà, dal dogma alla soluzione della questione. Insieme sapremo fare squadra", conclude.
Washington, 13 mar. (Adnkronos) - Christopher Lockyear, segretario generale di Medici Senza Frontiere (Msf), è intervenuto oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla catastrofica crisi umanitaria causata dalla guerra in Sudan, chiedendo la fine delle violenze contro i civili e un rinnovato impegno per fornire aiuti salvavita. La guerra in Sudan è soprattutto “una guerra contro le persone" ha dichiarato.
Le Forze Armate Sudanesi (Saf) - ricorda Msf - hanno bombardato ripetutamente e indiscriminatamente aree densamente popolate. Le Forze di Supporto Rapido (Rsf) e le milizie alleate hanno portato avanti una campagna di violenze, fatta di stupri sistematici, rapimenti, uccisioni di massa, saccheggi di aiuti umanitari e occupazione di strutture mediche. Entrambe le parti hanno assediato città, distrutto infrastrutture civili essenziali e bloccato gli aiuti umanitari. Msf fornisce assistenza medica in 11 dei 18 stati del Sudan, operando su entrambi i fronti del conflitto, secondo i principi umanitari che la contraddistinguono. I team di Msf nel paese hanno segnalato molte volte i livelli preoccupanti di malnutrizione in diverse zone, mentre malattie infettive prevenibili con i vaccini sono in aumento. L'imminente stagione delle piogge acuisce l’urgenza di assicurare alle persone nelle aree devastate dalla guerra forniture alimentari e mediche.
Il messaggio di Msf al Consiglio di Sicurezza è: la guerra in Sudan non può continuare a essere combattuta con un simile disprezzo per le vite dei civili. Dopo quasi 2 anni di combattimenti, la risposta internazionale è stata fin troppo limitata, ostacolata dalle parti in conflitto e aggravata dalla mancanza di responsabilità, risorse e leadership. “Mentre in questa sede si fanno dichiarazioni, i civili rimangono invisibili, senza protezione, bombardati, assediati, stuprati, sfollati, privati di cibo, cure mediche e dignità” ha dichiarato Lockyear. “La risposta umanitaria vacilla, paralizzata dalla burocrazia, dall’insicurezza, dall’esitazione e da quello che rischia di diventare il più grande disinvestimento negli aiuti umanitari della storia”. Lockyear ha fatto appello a un rinnovato impegno nella protezione dei civili e far fronte alle necessità umanitarie. “La crisi in Sudan impone un cambiamento radicale, abbandonando gli approcci fallimentari del passato. La vita di milioni dipende da questo”, ha concluso.