Arrestato, a quasi 82 anni, per il furto di un film in dvd da 8 euro nel 2008. Da qualche giorno un pensionato di Pescara è in carcere dove dovrà scontare due anni di reclusione per “rapina aggravata” (aveva contestualmente strattonato una commessa, arrecandole lesioni guaribili in quattro giorni). In galera, nemmeno ai domiciliari, per essersi dimenticato di chiedere la sospensione della pena. Nonostante gli oltre ottant’anni di età, e nonostante la condanna fosse inferiore ai tre anni. Fa discutere il caso di Ugo Guarnieri, che adesso approda anche in Parlamento. L’interrogazione parlamentare, rivolta al ministro della Giustizia, è del deputato di Sel Gianni Melilla: “L’ultimo avvocato che ha seguito il pensionato racconta di avergli inviato la raccomandata per avvisarlo, e che non avendo ricevuto né risposte né un nuovo incarico avrebbe lasciato perdere. Un disinteresse costato caro all’uomo che poteva fare istanza di sospensione perché la pena è al di sotto dei tre anni o, nella peggiore delle ipotesi, ottenere almeno i domiciliari per via dell’età. È del tutto evidente che la sua età avanzata gli ha fatto sottovalutare la questione”.
In difesa del pensionato anche Franco Corbelli del movimento “Diritti Civili”, che ha chiesto la grazia al presidente della Repubblica Mattarella: “Una vicenda triste e drammatica, una ferita per la giustizia del nostro Paese che non può mandare in carcere un 82enne per il furto di un dvd da 7,90 euro. Solo perché i suoi legali non hanno evidentemente chiesto la sospensione della pena e gli altri benefici previsti dalla legge per evitare il carcere a un anziano, per un furto così irrisorio. Questa grande ingiustizia deve essere subito cancellata. Quel pover’uomo non deve restare un giorno in più in carcere perché si possa continuare ad avere ancora fiducia nella giustizia”.
Quella di Ugo Guarnieri non è l’unica vicenda che vede protagonista un ottuagenario incarcerato per reati non gravi a distanza di anni. La stessa sorte era toccata infatti, a febbraio, all’81enne Emanuele Rubino di Genova, in dialisi e già vittima di un infarto. Nel 2011 era stato condannato a 34 giorni di libertà vigilata per aver “insultato un vigile urbano” che lo aveva multato. Ma Rubino avrebbe violato la misura ed è stato perciò portato in carcere, dove però non ha trascorso tutti i 17 giorni mancanti. È stato liberato ai primi di marzo, dopo essere diventato sul web un simbolo dell’ingiustizia.