Il proprietario e fondatore di Esselunga, Bernardo Caprotti, è stato condannato dal gup Chiara Valori a 6 mesi con rito abbreviato per diffamazione. Oltre all’imprenditore sono stati condannati a 10 mesi e 20 giorni i giornalisti Gianluigi Nuzzi e Maurizio Belpietro per calunnia. Assolti tutti e tre gli imputati, invece dall’accusa di ricettazione aggravata.
Il pm di Milano Gaetano Ruta aveva chiesto una condanna ad un anno e sei mesi per Caprotti, accusato di essere stato il “finanziatore” di una “campagna diffamatoria” contro la concorrente Coop Lombardia. E la stessa richiesta di condanna è stata formulata, nel processo con rito abbreviato davanti al magistrato Chiara Valori, anche per il direttore di Libero e per il giornalista e scrittore Nuzzi, anche loro coinvolti in un’inchiesta con al centro l’acquisizione di un cd-rom contenente telefonate illecitamente registrate sulla linea del direttore della Coop di Vigevano.
A chiusura indagine l’accusa aveva sostenuto che la ricettazione era avvenuta attraverso l’acquisto di un cd-rom di telefonate illecitamente registrate sulla linea del direttore della coop di Vigevano (Pavia) per permettere al direttore di Libero e al giornalista “di sfruttarle per realizzare servizi contro Coop Lombardia, concorrente commerciale di Esselunga”.
In particolare, secondo la ricostruzione del pm Gaetano Ruta, Belpietro nel 2009 chiese a Caprotti di far lavorare gli investigatori che avevano appena chiuso burrascosamente il rapporto di lavoro con la Coop, dove avevano raccolto materiale su intercettazioni illecite sul centralino dei dipendenti. Poco dopo il patron di Esselunga aveva stipulato con la società dei vigilantes un contratto da 700mila euro l’anno e così si “intromise nell’acquisizione del materiale (esaminato peraltro personalmente nell’autunno 2009″, “comprando il cd di intercettazioni illecite e permettendo ai giornalisti di ricevere tale materiale e realizzare i servizi contro Coop Lombardia”.