Lo shooter in terza persona di PopCap Games replica il successo del predecessore, con una formula di gioco invariata e molteplici opzioni di personalizzazione delle classi
Nel momento in cui si scelgono delle piante e degli zombi come protagonisti del proprio videogioco gli si dà una connotazione decisamente bizzarra, e quando costoro escono dal contesto nel quale erano infilati in origine, ovvero lo statico tower defense, ed entrano in uno molto più dinamico, lo shooter in terza persona, seppur sui generis, le cose si fanno ancora più sopra le righe. E se la formula ha già funzionato una volta, perché non riproporla, puntando ancora di più su un’atmosfera generale fuori di testa? E’ quello che ha fatto PopCap Games con Plants vs. Zombies Garden Warfare 2, aggiungendo sostanza ludica alla formula del predecessore, già ben definita.
Si fa subito notare infatti il gioco per la varietà di combattenti implementata, che da ambo le parti sono diversissimi nello stile e nell’approccio alla battaglia. I primi momenti di gioco passando prendendo confidenza con quanto il gioco ha da offrire dal punto di vista quantitativo, ed è un quantitativo all’altezza, seppur dalla doppia faccia. Numero di classi e varietà sono apprezzabili senza riserve. Se la fazione delle piante mette in campo agguerriti soldati, come il cedro, il mais, lo sparasemi e altri quella non morta risponde con pirati, supereroi in calzamaglia, scienziati. Ovviamente ve ne sono altre, tra di ritorno dal titolo precedente e di totalmente nuove, ma il divertimento sta anche nello scoprirle tutte (sono immediatamente disponibili).
In questa selezione un livello di bizzarria elevatissimo è il minimo comune denominatore, valorizzato dal punto di vista ludico tramite un arsenale di attacchi primari e secondari (tre abilità per ogni personaggio) che aggiunge tantissimo pepe alle battaglie, che non possono che essere folli e fuori di testa, tra bombardamenti di popcorn e irruzioni di potenti mech. E non basta, perché di ogni singolo personaggio esistono variabili che hanno peculiarità uniche, ed è inoltre possibile personalizzarli sia con elementi estetici sia con abilità che hanno un effetto diretto negli scontri.
A questa magnifica miscela non corrisponde un’offerta nelle modalità di gioco altrettanto di qualità, per quanto risulti in definitiva comunque soddisfacente. Le campagne per il giocatore singolo, una per fazione, constano di una non troppo numerosa varietà di missioni, diverse tra loro, dato che si svolgono ora nel cortile, ora in aree apposite. Sono comunque il momento nel quale si apprezzano i molteplici approcci di Plants vs. Zombies Garden Warfare 2, che certamente è uno shooter in terza persona, ma che si muove ottimamente tra fasi di combattimento dinamico, che magari richiedono di farsi strada verso un punto preciso del campo di battaglia e che terminano con stuzzicanti scontri con i boss, e più statico, nelle quali si riprende la base tower defense degli episodi originari, in aree apposite, arene che ben presto vedono sciamare nugoli di nemici. Simili canovacci sono utilizzati dalle modalità multiplayer, che però non riescono del tutto a differenziarsi tra loro, non tanto negli obiettivi da raggiungere, quanto nel feeling generale, che sembra essere lo stesso per tutte.
Sbaglierebbe comunque chi pensasse a Plants vs. Zombies Garden Warfare 2 come ad un gioco tutto apparenza e poca sostanza. La produzione di PopCap Games è a buon ragione orgogliosissima di essere così stramba e non fa mai a meno di ricordarlo, tra citazioni improbabili, richiami esilaranti ad altri medium e opzioni di personalizzazione che vanno dal ridicolo al geniale, ma la qualità dell’azione sparacchina è più che buona. È un peccato che questa non sia inserita in un’offerta ludica altrettanto di qualità, ma quanto confezionato dal team di sviluppo basta e avanza per divertire a lungo, e i futuri contenuti sicuramente continueranno a pompare linfa vitale e poltiglia non morta in questa bizzarra e assurda parodia della battaglia.
A cura di Fabio Canonico