Antonio Bassolino riflette. Di sicuro non si ferma. E valuta: se fare ricorso ai garanti nazionali, se candidarsi da solo, se continuare a fare la guerra al Pd. Fuori o dentro al partito. L’ex sindaco di Napoli lo ha detto chiaramente a SkyTg24: “Tra domani e dopodomani può darsi che parta il ricorso ai garanti nazionali” ha annunciato dopo la bocciatura dei suoi primi due ricorsi alla commissione di garanzia per le primarie a Napoli. E se l’ennesima mossa non portasse i risultati sperati? “Se non si rivota rifletterò seriamente, perché Napoli per me va oltre ogni interesse di partito e di corrente” ha sottolineato il candidato alle primarie del centrosinistra partenopee. Che poi ha ammesso: “Ma se io oggi mi fermassi, impazzissi e dicessi a tutti votate per la candidata, non mi seguirebbe nessuno, giustamente”.
La situazione nella quale è coinvolto, poi, è il punto di partenza per una riflessione che riguarda tutto il Partito democratico, e non solo in viste delle prossime elezioni amministrative. “Se non si chiarisce completamente questa situazione il Pd finirà nella voce ‘altri’ nella sfida elettorale a Napoli” ha detto. Per poi aggiungere: “Il Pd può fare la sua battaglia se il voto è trasparente, e a San Giovanni non è stato trasparente“. A corredo della sua presa di posizione anche una sorta di appello a Matteo Renzi, “che dovrebbe interessarsi di persona di questa situazione, perché Napoli è Napoli e si devono creare le condizioni per andare bene al voto”.
Tornando alle irregolarità nei seggi, Bassolino ha sottolineato di “aver dimostrato di avere senso delle istituzioni” e proposto “di rivotare in quei seggi in cui ci sono stati episodi gravi e documentati da Fanpage. Non voglio mica vincere a tavolino”. “Io – ha spiegato Bassolino alla domanda sulla possibilità che faccia una lista civica – voglio essere candidato nel Pd, mi candido nelle primarie e continuo questa battaglia. Ho il dovere di dire che il Pd deve prendere la saggia decisione di far rivotare in quei pochi seggi – ha dichiarato – Se davvero c’è questa differenza, se questi 700 voti di quei seggi sono reali, qual è il problema? Si confermerebbe il risultato e io direi bene, andiamo avanti tutti insieme. Naturalmente le persone viste a dare euro devono stare lontane da Napoli mille chilometri”.
Non è mancato un messaggio alla sua concorrente alle primarie: “Dopo il video avrebbe dovuto essere la Valente prima di me a chiedere di rivotare in quei seggi, per poter andare avanti tutti insieme tranquilli”. Così non è stato. E Bassolino non ha mancato di farlo notare. “Quando ho fatto il primo ricorso – ha spiegato l’ex governatore – la Valente invece di chiedere di respingerlo perché arrivato oltre i termini, avrebbe dovuto dire ‘guardate bene carta per carta, perché voglio andare avanti con il consenso di tutto il partito’ – ha detto – Lei invece ha fatto l’opposto di quello che dovrebbe fare chi si candida a sindaco di una grande città come Napoli”. Parlando ancora di Valeria Valente, cresciuta politicamente con lui e che con lui ha condiviso anche l’esperienza della Fondazione Sudd a Napoli prima di scendere in campo per le primarie, Bassolino ha detto: “Provo un dispiacere personale per il fatto che in Fondazione Sudd la mia e sua stanza sono di fianco e per mesi sapevo che non intendeva candidarsi. Ma quello che mi ha colpito che non si è stati all’altezza della situazione. Io non sono stato candidato da un accordo romano tra correnti pensato più per fermare me che per vincere le elezioni. Io ho fatto campagna contro De Magistris, altri candidati solo contro di me. E questo è sbagliato”.