Deutsche Börse e London Stock Exchange, a cui fa capo Piazza Affari, hanno firmato l'accordo. I tedeschi avranno il 54,4% del nuovo gruppo e gli azionisti della borsa di Londra il 45,6%. "A regime sinergie per 450 milioni". La parola passa all'Antitrust Ue che nel 2012 aveva bloccato le nozze
Dopo le indiscrezioni delle scorse settimane, ora è ufficiale: Deutsche Börse e London Stock Exchange, di cui dal 2007 fa parte anche Borsa Italiana, vanno a nozze. Si tratta ufficialmente di una fusione alla pari, ma a valle dell’operazione i tedeschi avranno il 54,4% del nuovo gruppo mentre i britannici saranno soci di minoranza con il 45,6%. In Gran Bretagna sarà creata una holding acquisirà il gruppo Lse. I soci del London Stock Exchange riceveranno 0,4421 nuove azioni della nuova società per ogni azione che attualmente possiedono. L’integrazione, spiega la nota diffusa mercoledì, dovrebbe generare a regime sinergie per 450 milioni di euro l’anno. In vista di quei risparmi, nota però Bloomberg, nel corso del primo anno dovranno probabilmente spendere il doppio per finanziare la fusione.
L’ultima parola spetta però all’Antitrust europeo, che già nel 2012 ha bloccato il deal tra Francoforte e Londra. Il nuovo gruppo, che riunirebbe sotto un unico ombrello l’indice Ftse 100, il Dax e l’Euro Stoxx 50, avrebbe indubbiamente una posizione dominante in Europa e entrerebbe di diritto tra i più grandi operatori di scambi del mondo, insieme a Intercontinental Exchange a cui fa capo la borsa di New York, Cme group che controlla la piazza di Chicago e Hong Kong Exchanges & trading.
La notizia ha anche evidenti risvolti politici, visto che arriva mentre la Gran Bretagna si appresta a votare (il refrendum è convocato per il 23 giugno) per decidere se rimanere o meno nell’Unione europea. In caso di Brexit, un matrimonio con Deutsche Börse offrirebbe alla borsa di Londra una ‘via di fuga’. “Il progetto di fusione tra Deutsche Boerse e il London Stock Exchange andrà avanti anche in caso di Brexit”, ha sottolineato non a caso l’amministratore delegato della Borsa di Francoforte, Carsten Kengeter, in merito al rischio che al referendum indetto nel Regno Unito vinca il no.
Il nuovo gruppo, in base ai piani delle due società, manterrà le sedi a Londra e Francoforte e nel consiglio di amministrazione la rappresentanza sarà uguale. Il presidente del gruppo Lse Donald Brydon sarà presidente del nuovo gruppo e Kengeter sarà amministratore delegato. Ma l’attuale ad di Lse, Xavier Rolet, lascerà il gruppo. Joachim Faber sarà vicepresidente. Il vertice si completerà con sei consiglieri non esecutivi per la parte inglese e sei per la parte italiana. Piazza Affari rientra a pieno titolo nell’operazione, poiché fa parte del gruppo Lseg.
La combinazione tra le due Borse più importanti d’Europa, si legge nella nota, “è altamente complementare” ed “accelera le rispettive strategie e risultati” migliorando l’offerta di prodotti per i clienti. Migliora poi la presenza globale, rafforzando la portata del gruppo combinato. Proprio per arginare la nascita di un competitor così forte a guida tedesca la società che possiede la Borsa di New York ha, secondo l’agenzia Bloomberg, presentato una controfferta per Londra. Che è ancora sul tavolo.