I repubblicani contro la decisione della Casa Bianca. "Questione di principio, non di persona - dicono dal Gop -. Il presidente ha tutto il diritto di fare la sua nomina e il Senato ha tutto il diritto di non confermarla"
I repubblicani avevano chiesto di rimandare la nomina al prossimo presidente, visto che l’equilibrio della Corte Suprema era di perfetta parità: quattro giudici conservatori e quattro liberal. Ma Barack Obama va nella direzione opposta e, dopo la morte improvvisa del membro conservatore Antonin Scalia, decide di nominare al suo posto Merrick Garland. Una nomina che deve essere votata dal Senato e che potrebbe spostare l’equilibrio a sinistra per la prima volta in decenni. E si tratta anche di una decisione insolita, visto che solo cinque altre volte nella storia degli Stati Uniti un suo predecessore ha nominato un giudice della Corte Suprema nell’ultimo anno di mandato. “Ho scelto un candidato che sia largamente riconosciuto non solo come una delle menti legali più acute d’America – ha detto Obama -, ma come qualcuno che porta nel suo lavoro uno spirito di moralità, modestia, integrità, imparzialità ed eccellenza“.
A insorgere è quindi il Gop, che invita a porre il veto. “Il presidente ha tutto il diritto di fare la sua nomina e il Senato ha tutto il diritto di non confermarla”, ha ammonito il repubblicano Paul Ryan, lo speaker della Camera. E anche Mitch McConnell, leader della maggioranza repubblicana al Senato, ha confermato la sua decisione di non esaminare la nomina spiegando che si tratta di questione di “principio e non di persona”. McConnell vuole evitare “ciò che sarebbe certamente un’aspra battaglia, a prescindere da quanto valida sia la persona nominata dal presidente“, e ritiene che sulla decisione debbano avere “voce” gli elettori. In più, ha aggiunto, “sembra evidente che il presidente Obama ha fatto questa nomina non con l’intento di vederla confermata, ma per politicizzarla a scopi elettorali”.
Anche Donald Trump aveva esortato la maggioranza repubblicana al Senato a bloccare la nomina, ritenendo più opportuno “aspettare fino al prossimo presidente e lasciare che sia il prossimo presidente a scegliere”. Ed in effetti i leader repubblicani al Senato avevano minacciato di non avviare le audizioni, e quindi tanto meno permettere un voto di ratifica, se Obama avesse fatto la nomina.
Garland, 63 anni, ebreo, giudice della Corte d’Appello del Distretto di Columbia, era già stato considerato da Obama in precedenza per la Corte Suprema, ma la sua scelta era poi ricaduta su altri candidati. Garland é nato a Chicago e ha studiato a Harvard, divenendo direttore di The Harvard Law Review. E’ stato Bill Clinton a nominarlo alla Corte d’Appello a Washington nel 1995.