Mafie

Giornata della Memoria delle vittime di mafia: il 21 marzo iniziative in mille città

La manifestazione è promossa da Libera e Avviso Pubblico. A Messina la celebrazione nazionale, ma da quest'anno l'iniziativa di sparge in tutta Italia. Don Ciotti: "L'Italia ha bisogno di ponti che allarghino le coscienze e veicolino le speranze, non di certe grandi opere ma dell'opera quotidiana"

La XXI° Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie si svolgerà come sempre il 21 marzo, ma quest’anno oltre alla celebrazione nazionale, in programnma a Messina, saranno organizzate simultaneamente manifestazioni in oltre mille luoghi su tutto il territorio italiano, ma anche in città estere come Parigi, Bruxelles e Losanna. L’iniziativa dal titolo “Ponti di memoria, luoghi d’impegno” è promossa da Libera e Avviso Pubblico, in collaborazione con il Segretariato sociale della Rai e con l’Alto Patronato del presidente della Repubblica.

“La Giornata della Memoria e dell’Impegno – spiegano i promotori in una nota – ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnova in nome di quelle vittime l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione”. Il 21 marzo la manifestazione principale si terrà a Messina, ma iniziative saranno organizzate anche a Roma, Milano, Napoli, Torino, Reggio Emilia, Perugia, Imperia. I familiari delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie si riuniranno in rappresentanza delle oltre 15mila persone che hanno perso un congiunto per mano della violenza mafiosa. “Alle 11 – spiegano gli organizzatori – verranno letti i nomi e cognomi delle vittime innocenti delle mafie, in contemporanea con gli altri luoghi dove si celebrerà la Giornata”. Un appuntamento preceduto da centinaia di iniziative promosse in Italia e in Europa, tra incontri nelle scuole, cineforum, dibattiti e convegni.

“Vogliamo sottolineare – dichiara Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – non solo simbolicamente che per contrastare le mafie e la corruzione occorre sì il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora occorre diventare una comunità solidale e corresponsabile, che faccia del “noi” non solo una parola, ma un crocevia di bisogni, desideri e speranze”. Il sacerdote precisa che “abbiamo scelto Messina per stare vicino a chi, in Sicilia, come in altre regioni, non si rassegna alla violenza mafiosa, alla corruzione e agli abusi di potere. Pensiamo che il nostro Paese – conclude don Ciotti – abbia bisogno di ponti che allarghino le coscienze e veicolino le speranze, non di certe grandi opere ma dell’opera quotidiana di cittadini responsabili, capaci di tradurre la domanda di cambiamento in forza di cambiamento”.