Palazzi & Potere

Mafia Capitale, quando Buzzi chiamava il giudice De Cataldo: “Oh, lo sai chi lavora co’ noi? C’ho pure Carminati”

La frase in una intercettazione nell'ambito dell'inchiesta sulla Cupola romana. Non penalmente rilevante, ma trasmessa dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone al Csm. Che ha aperto una pratica sul magistrato-scrittore autore di "Suburra". Per le telefonate con il braccio destro del boss del Mondo di mezzo che gli offre obbligazioni della sua cooperativa. La replica del consigliere di Corte d'appello: "Voleva soldi, ma non le ho sottoscritte"

Una conversazione telefonica tra Salvatore Buzzi, uno dei protagonisti  dell’inchiesta Mafia Capitale, e il giudice-scrittore Giancarlo De Cataldo. Considerata penalmente non rilevante ma trasmessa al Consiglio superiore della magistratura dal capo della procura di Roma Giuseppe Pignatone. Una conversazione nella quale il boss della cooperazione informa il consigliere della Corte di appello della capitale dell’arrivo in una delle sue cooperative del boss Massimo Carminati (che in precedenza aveva ispirato lo stesso De Cataldo per il personaggio del ‘Nero’ in “Romanzo criminale”). E gli offre anche, come investimento interessante, di comprare obbligazioni emesse dalla stessa Cooperativa 29 giugno. Stando alla documentazione agli atti del Csm, il magistrato si fece inviare il prospetto informativo dell’iniziativa finanziaria. Tanto che  Buzzi, a stretto giro ne diede annuncio all’imprenditore Marco Clemenzi: “Oh, dì a Diddi (il legale di Buzzi, ndr) che ha aderito pure il giudice De Cataldo eh”.  Scorrendo il testo dell’intercettazione, la sorpresa di De Cataldo è evidente: “Certo che ricordo la conversazione con Buzzi”, spiega, “ma, come si può notare, la tronco subito dopo che mi ha detto di Carminati”.

PRONTO, PROCURA I nuovi documenti sono stati inviati al Csm dal capo della procura di Roma  Pignatone. Si tratta di tutte le conversazioni “tra l’imputato Buzzi Salvatore – scrive Pignatone – ed il Cons. Giancarlo De Cataldo ovvero nelle quali si fa riferimento al Cons. De Cataldo intercettate nell’ambito del procedimento penale n.30456/10. Al riguardo segnalo che le richiamate comunicazioni non sono state inserite nelle informative della polizia giudiziaria, in quanto ritenute non rilevanti ai fini delle indagini”. Atti, specifica il capo della procura non coperti da segreto investigativo. Ma cosa si dicono in queste conversazioni Buzzi e il coautore di “Suburra”, il romanzo che ha anticipato le dinamiche criminali e il retroterra culturale poi emersi nell’inchiesta  sul ‘mondo di mezzo’?

PRATICA APERTA Il Fatto Quotidiano, il 6 dicembre del 2015, aveva già dato conto di alcuni sms tra i due che datavano marzo 2014. Da cui si evinceva un’elevata confidenzialità che ha indotto il consigliere del Csm Aldo Morgigni a chiedere l’apertura di una pratica per verificare la compatibilità ambientale di De Cataldo, come detto consigliere di Corte d’appello a Roma. Nelle conversazioni, in particolare in quella datata 6 novembre 2014 (un mese prima dell’ondata di arresti dell’operazione Mafia capitale) e classificata come ‘importante’ dagli investigatori emerge però anche altro.

OBBLIGAZIONI IN LINEA Alle 15 e 55 Buzzi chiama De Cataldo proponendogli- come detto-  l’acquisto di obbligazioni della cooperativa nell’ambito dell’emissione denominata ‘Terzo valore’ (è questo il prospetto di cui sollecita l’invio ad una sua collaboratrice appena conclusa la conversazione telefonica con De Cataldo). E poi lo informa dei suoi rapporti con Carminati. Qui gli investigatori preferiscono passare dalla sintesi alla trascrizione integrale della conversazione tra i due.

Buzzi: Oh lo sai chi lavora co’ noi? Che te fai una risata ora, che è venuto a lavorà co noi?
De Cataldo: Chi è? Ma chi…
Buzzi: Carminati, c’ho pure Carminati mo’.
De Cataldo: E che ci fa Carminati oh? Lui mica è detenuto, scusa eh!
Buzzi: Eh però c’ha tutti i precedenti specifici, è pure invalido, c’ha chiesto se poteva lavorà cò noi, gli abbiamo detto de sì…
De Cataldo: Ma falla finita! Ma che cazzo… ma basta! Ma mò è povero, c’ha bisogno de lavorà Carminati, ma andiamo!
Buzzi: Che cazzo ne so (ride). Ogni tanto lo piglio in giro, dice: ‘oh ma ci dici ‘ndo stanno sti ristoranti tuoi?’. Dice che non ce l’ha, che te devo dì…
De Cataldo: Va be’, va bè (ride), dai mandame sto messaggio va.
Buzzi: ok.
De Cataldo: Manda, manda sto messaggio, ok, va bene.
Buzzi: Ciao bello grazie.
De Cataldo: Ciao e buon lavoro, ciao, ciao.
Buzzi: A te, ciao.

Interpellato da ilfattoquotidiano.it, il giudice De Cataldo spiega ancora a  proposito delle richieste di Buzzi: “Voleva soldi, ma non ho sottoscritto obbligazioni. Potete controllare sui miei conti bancari”. E ancora: “Questa storia finirà prima o poi”.