Secondo i retroscena, i componenti democratici della Giunta non ci sarebbe l’unanimità sul da farsi riguardo la proposta avanzata da Stefàno, in qualità di relatore, che sarebbe quella di dire "sì" solo a 5 delle 11 intercettazioni che si vorrebbero utilizzare per il processo
Il capogruppo del Pd della Giunta per le Immunità al Senato, Giuseppe Cucca, ha chiesto di rinviare l’esame della richiesta di utilizzo delle intercettazioni tra Berlusconi e alcune ragazze coinvolte nel processo Ruby, trasmessa dal tribunale di Milano a Palazzo Madama l’8 ottobre 2015. “Ho chiesto il rinvio – spiega Cucca – perché oggi erano assenti 5 senatori (democratici, ndr) che invece mi avevano chiesto di intervenire sulla vicenda. E’ vero che la richiesta di utilizzo delle intercettazioni è dello scorso ottobre – dice – ma abbiamo chiesto degli approfondimenti al Tribunale di Milano che ci sono arrivati una decina di giorni fa”. “Fui io – sottolinea il presidente della Giunta Stefàno – a chiedere ai magistrati di Milano di conoscere le date di ogni iscrizione nel registro degli indagati dei vari reati per capire se le intercettazioni su quelle determinate utenze fossero state disposte prima e non dopo, ma dal Tribunale la risposta è arrivata pochi giorni fa”.
In realtà, a quanto pare tra i componenti democratici della Giunta non ci sarebbe l’unanimità sul da farsi riguardo la proposta avanzata da Stefàno, in qualità di relatore, che sarebbe quella di dire “sì” solo a 5 delle 11 intercettazioni che si vorrebbero utilizzare per il processo. Alcuni, infatti, vorrebbero votare contro l’uso di ogni ascolto. L’esame del caso, di cui è relatore Stefàno, potrebbe slittare così a dopo le vacanze di Pasqua. La richiesta del giudice per le indagini preliminari Stefania Donadeo riguarda “11 intercettazioni telefoniche tra l’onorevole Berlusconi e due utenze, captate indirettamente sui dispositivi di queste ultime”. Si tratta del processo in cui Berlusconi è imputato insieme a una ventina di ragazze di corruzione in atti giudiziari l’ipotesi è che l’ex presidente del Consiglio abbia pagato le Olgettine durante le deposizioni nel dibattimento del processo iniziale concluso con l’assoluzione per tutti i reati dell’ex Cavaliere. Le telefonate all’esame del Senato sono state effettuate tra il 2012 e il 2013 e si sentono parlare Berlusconi, che all’epoca era ancora senatore, con Iris Berardi e Barbara Guerra. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Piero Forno e dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio. I dialoghi, secondo i magistrati, sono utili a capire come la Berardi e la Guerra avrebbero chiesto denaro e utilità all’ex capo del governo in cambio di un comportamento processuale a lui favorevole. Le due ragazze si erano costituite parti civili nel processo principale e poi hanno revocato la costituzione e rinunciato a testimoniare.
POCHE ORE PRIMA LA STESSA GIUNTA DICE SI’ A CASO MILO
Poche ore prima, invece, la stessa Giunta aveva detto sì all’autorizzazione dell’uso delle intercettazioni per il senatore fittiano Antonio Milo coinvolto nell’inchiesta su “Fisiodomus”, un centro fisioterapico che, come scrivono i pm di Napoli, nonostante “avesse dismesso ogni attività dal maggio 2010 aveva di fatto continuato ad operare come una vera e propria azienda criminale rilasciando in maniera sistematica certificati, attestati e fatture riferite a prestazioni fisioterapiche mai effettuate”. A leggere quanto scritto dai pm, è emerso che Antonio Milo, insieme all’ex parlamentare Marco Pugliese, si sarebbe fatto rilasciare, da alcuni responsabili del centro fisioterapico “fantasma“, delle fatture per prestazioni fisioterapiche intestate a loro nome e a quello di alcuni loro familiari. Prestazioni, però, che anche grazie alle intercettazioni disposte, sarebbero risultate mai effettuate e “ciò evidentemente per ottenere l’indebito rimborso del relativo importo da parte del servizio sanitario integrativo della Camera dei deputati” nonché “di consentire al centro di riabilitazione una fittizia operatività”. In tutto, sempre secondo quanto sostengono i magistrati, ad Antonio Milo “sarebbero stati illegittimamente rimborsati 9.160 euro, mentre Marco Pugliese ha ottenuto illegittimamente rimborsi per 3.960 euro“.