L’ora x, in Italia, scatterà alle 20.30 di sabato 19 marzo, e mentre il countdown sul sito dell’iniziativa si avvicina allo zero, dal Giappone agli Stati Uniti, dall’Africa al nord dell’Europa, sempre più monumenti, città, associazioni, capitali mondiali e piccoli borghi si affrettano ad organizzare appuntamenti e iniziative
E’ come una ola che attraversa tutto il pianeta, solo che le mani, invece di essere alzate, corrono tutte a spegnere la luce. Così si partecipa alla Earth Hour, l’Ora della Terra, la sfida lanciata dal Wwf nel 2007 per combattere, a livello globale, a favore di un futuro ecosostenibile. Sessanta minuti di buio, cioè, in contemporanea in tutto il globo, al grido “cambiamo il cambiamento climatico”. L’ora x, in Italia, quest’anno scatterà alle 20.30 di sabato 19 marzo, e mentre il countdown sul sito dell’iniziativa si avvicina allo zero, dal Giappone agli Stati Uniti, dall’Africa al nord dell’Europa, sempre più monumenti, città, associazioni, capitali mondiali e piccoli borghi si affrettano ad organizzare appuntamenti e iniziative, tutti rigorosamente, e per un’ora, a luci spente.
“Tutti insieme è possibile combattere concretamente il cambiamento climatico – spiega il World wide fund for nature – sia con azioni concrete di ciascuno, sia facendo sentire la propria voce ai governi che sono chiamati a scegliere la strada verso economie a basso tenore di carbonio, eliminando gradualmente le fonti fossili, a cominciare dal carbone”.
Cuore della Earth Hour 2016, almeno nel Belpaese, sarà la più grande cena ecosostenibile ed equosolidale a lume di candela che l’Italia abbia mai visto, organizzata da Altromercato e Wwf: per aderire basta iscriversi online, e alle 20.30, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta, in tutti i punti ristoro organizzati lungo lo stivale sarà possibile sedere virtualmente insieme alla stessa tavola, hashtag #unaltrovivere. Per il secondo anno consecutivo, poi, anche la Marina Militare parteciperà alla sfida del Wwf spegnendo le proprie luci per sensibilizzare il mondo sui problemi legati al cambiamento climatico: quindi buio anche sul mare, oltre che nelle basi navali italiani. Lo slogan di quest’edizione, “change climate change”, inoltre, vedrà come testimonial d’eccezione la Federazione Italiana Rugby e della Nazionale azzurra, che porteranno ‘in meta’ il messaggio del Wwf.
Dall’Opera House di Sydney alla Torre Eiffel di Parigi, fino ai luoghi simbolo di Los Angeles, negli Usa, Nuova Dehli, in India, Ho Chi Min in Vietnam, Venezuela, Cape Town, in Sud Africa, e Negombo, Sri Lanka, poi, il buio, il 19 marzo, sarà praticamente globale. L’Italia non sarà da meno. Come ogni anno, negli ultimi 10 anni, infatti, piazze, monumenti, luoghi del potere e cittadelle della cultura si uniranno alla manifestazione accendendo lanterne o spegnendo la luce. Capofila è la Basilica di San Pietro, a Roma, ma assieme alla Capitale parteciperanno anche decine di comuni più o meno popolosi, vedi Milano, che spegnerà Castello Sforzesco, Pirellone e palazzo Lombardia, Bologna, che lascerà al buio – tra gli altri – la sede del Comune, Palazzo d’Accursio, e poi piazza del Duomo, a Pistoia, il Tempio di Giove di Terracina, e ancora più a Sud, piazza Santa Maria a Mare di Campomarino, in provincia di Campobasso, e piazza del Duomo di Mascali, in Sicilia.
“L’evento – spiega Dante Caserta, vicepresidente del Wwf Italia – non può non richiamare l’attenzione verso l’allarme lanciato dai grandi centri di ricerca come il Giss della Nasa e il Noaa, che hanno confermato l’anno 2015 come l’anno più caldo mai registrato sulla Terra, da quando si è iniziato a monitorare il clima, cioè nel 1880. Sono stati superati tutti i record precedenti, sia quello del 2005, sia del 2010 e del 2014, una tendenza confermata nel gennaio 2016, di ben 1,3°C superiore alla media tra il 1959 e il 1980 (fonte Giss – Nasa)”.
Il cambiamento climatico, sottolinea il Wwf, “è una delle minacce più devastanti per gli ecosistemi, la biodiversità, la straordinaria ricchezza della vita sulla Terra, grazie alla quale deriviamo il nostro benessere e il nostro sviluppo, e la vita di centinaia di milioni di persone sul pianeta: dobbiamo agire in fretta, e lo dobbiamo fare sia direttamente, adottando sistemi di vita più sostenibili, sia spingendo la classe politica e imprenditoriale di questo Paese ad adottare politiche che limitino sempre di più la nostra impronta ecologica sul Pianeta”.
A Parigi, nel corso della Cop21 sul clima, cioè la ventunesima sessione annuale della Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici del 1992, nonché l’undicesima sessione della riunione delle parti del Protocollo di Kyoto, “il mondo ha deciso di combattere il riscaldamento approvando un accordo globale anche grazie alla spinta delle grandi mobilitazioni attivate dalla società civile. Lo spirito di queste mobilitazioni tornerà a farsi sentire il 19 marzo, con l’Ora della Terra”.