Televisione

Italia’s Got Talent, il format di Sky funziona: Claudio Bisio mattatore, colpisce la storia del talentuoso pianista cieco

è un format che contiene moltitudini: c'è davvero tutto, a far da corollario alle semplici esibizioni. C'è l'emozione per la storia di un giovane ex alcolista che attraverso la danza riscatta se stesso, ci sono le prime donne wrestler d'Italia, la crew di ragazzini che ballano come navigati professionisti, l'undicenne comica dotata di un cinico sarcasmo che ha conquistato pubblico e giuria

di Domenico Naso

Con la prima puntata delle selezioni, è partita mercoledì sera la nuova edizione di Italia’s Got Talent, la seconda targata Sky dopo gli anni in casa Mediaset. Stessa giuria, composta da Claudio Bisio, Luciana Littizzetto, Nina Zilli e Frank Matano. Nuova conduttrice: esce Vanessa Incontrada, entra la giovane Lodovica Comello, nota ai più giovani per aver recitato nella serie Disney Violetta, amatissima sui social e dotata di un’autostima e una sicurezza tali da fare impallidire colleghe molto più esperte e blasonate.

Ma la novità principale di questa edizione è la rete su cui viene trasmesso il programma, visto che dalle parti di Sky hanno deciso di portare l’attacco al cuore della tv generalista, traslocando su Tv8 (l’ex Mtv) e scoprendo le carte anche sul fronte free. La formula è sempre la stessa: una esibizione dopo l’altra, al vaglio dei giudici passa una varia umanità fatta di talenti puri e freak grotteschi, di storie strappalacrime e spensieratezza.

Italia’s Got Talent è un format che contiene moltitudini: c’è davvero tutto, a far da corollario alle semplici esibizioni. C’è l’emozione per la storia di un giovane ex alcolista che attraverso la danza riscatta se stesso, ci sono le prime donne wrestler d’Italia, la crew di ragazzini che ballano come navigati professionisti, l’undicenne comica dotata di un cinico sarcasmo che ha conquistato pubblico e giuria (meritandosi addirittura il golden buzz di Frank Matano, che l’ha spedita direttamente in finale). E poi la delicata pianista che a metà esibizione si trasforma in cantante ultrarock, con tanto di growling a colpi di diaframma. E infine la storia più bella serata, quella di un pianista cieco (non vuole essere chiamato “non vedente”: “Avete mai giocato a mosca non vedente?”, chiede divertito ai giudici) che però mostra soprattutto un talento da pianista jazz che avrebbe meritato quattro sì anche in assenza di handicap.

Il montaggio, come sempre molto curato, assolve alla perfezione al compito di tenere insieme tutto, sfumando contrasti e cambi di atmosfera con la solita maestria. I giudici sono sembrati più rilassati dello scorso anno, soprattutto Luciana Littizzetto, che forse in questa edizione ha deciso finalmente di divertirsi. Bisio è il mattatore, il leader naturale che smista il traffico con perizia, mentre Frank Matano è Frank Matano, e la sua forza sta tutta lì. Nina Zilli, già lo scorso anno vera rivelazione del programma, si conferma totalmente a proprio agio nel ruolo assegnatole, con il solito piglio da diva che non gusta mai.

Italia’s Got Talent funziona, ma questo si sapeva. Funzionava già a Mediaset, nonostante il taglio da “Corrida”, funziona ancora di più (televisivamente parlando) nella veste più “cool” scelta da Sky per il format di Simon Cowell. È il “trattamento Sky”, che lo scorso anno era sembrato più traumatico ma con questa seconda edizione sembra già più spontaneo e naturale. La scelta di andare in onda su Tv8 è un bel rischio, perché anche se il canale è ancora sconosciuto ai più (al paese reale, alle nostre mamme e alle nostre nonne, per intenderci) è pur sempre un canale generalista, tasto 8 del telecomando, dunque il confronto Auditel si fa giocoforza più spietato. Forse sarebbe stato più comodo restare nel caldo grembo della pay satellitare e gongolare per i risultati oltre le aspettative tra gli abbonati Sky. Ma a Rogoredo hanno deciso di cambiare rotta, di sfidare apertamente Rai e Mediaset sul loro stesso terreno. Magari il successo non sarà immediato, perché le abitudini televisive degli italiani sono difficili da modificare, ma il progetto c’è. Ora non resta che riempirlo di contenuti.

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