“Certo che Giorgia Meloni incinta può fare il sindaco, se sa fare bene il politico”. Le donne, ricercatrici e insegnanti, in piazza Vidoni per una manifestazione Usb, non hanno dubbi, maternità e lavoro si riescono a coniugare anche se a fatica. “Chi è benestante si può permettere di stare a casa”, afferma una ricercatrice in statistica. La polemica sulla maternità della Meloni e prima ancora quella di Marianna Madia, ministro della Funzione Pubblica che oggi hanno cercato di incontrare per alcune questioni sindacali, le fa sorridere. “Ma loro sono delle privilegiate, non credo abbiamo problemi a permettersi una baby sitter, il nido, e altri servizi di assistenza. Non hanno nemmeno un capo a cui dover dar contro. Allora chi lavora sette ore in un call center? Chi ha un contratto precario? La maggior parte delle mamme fa davvero salti mortali”, raccontano le lavoratrici. Dimissioni in bianco, contratti interrotti per la maternità, difficoltà nel fare carriera: le lavoratrici fanno capire quanto in realtà questa scelta non sia così semplice in Italia rispetto alla Scandinavia. E la natalità zero sia legata molto alle poche tutele nel lavoro. Molte donne precarie sono infatti costrette a scegliere tra impiego e maternità, le trentenni non riescono nemmeno a pensare ad un progetto di così lungo respiro come quello di accudire un bambino. “Non so nemmeno dove lavorerò domani a chi lo lascio il pargolo, non si ha spesso uno stipendio adeguato, non penso che la Meloni abbia lo stesso problema, le faccio gli auguri ma i problemi quotidiani sono altri”, dice ironica una maestra precaria di Irene Buscemi
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