L’ultima volta fu a Phillip Island. Era il 17 ottobre 2010. Sono passati 92 gran premi, tutti vinti dalla Yamaha e dalla Honda. Lo scorso anno, sull’asfalto di Losail dove si corre domenica, Andrea Iannone e Andrea Dovizioso andarono vicini a stoppare il cronometro che da sei anni conta il tempo passato da un trionfo della Ducati. La speranza è sia la stagione giusta, forse anche il circuito giusto. Le incognite della casa di Borgo Panigale sono le stesse di tutti: elettronica e cambio gomme restano un mistero da decriptare. I test svolti prima del trasferimento nel deserto hanno però parlato in maniera chiara. Se c’è una moto che ha reagito meglio delle altre alle novità, quella è proprio la Ducati.

La Desmosedici corre forte, soprattutto sul dritto. La sua velocità di punta è per il momento inarrivabile per gli altri. Il resto è tutto nelle mani e nella testa degli Andrea. Perché le novità – è il giudizio di tutti – comprimeranno il valore delle singole moto e quindi conteranno talento e particolari. Vedere la Ducati davanti a tutti non è solo un auspicio italiano come nelle precedenti stagioni. Ora ci sono le parole di tanti a dire che sì, Borgo Panigale può davvero fare il salto di qualità. Uno step quest’anno per poi arrivare al sogno del direttore generale Dall’Igna che sul calendario 2017 ha scritto “campione del mondo”.

Intanto bisogna ricominciare a vincere. Cancellare la foto di Casey Stoner trionfante in Australia e aggiungerne una di un ragazzo di Vasto o di Forlimpopoli. Il primo, Iannone, è la grande speranza. “È l’obiettivo, la missione”, ha detto mercoledì in conferenza stampa. Graffiare subito per spaventare e scardinare il duopolio Honda-Yamaha. Poi provare a mettersi alla pari: “Lo scorso anno pensavamo a salire sul podio, ora dobbiamo fare un passo in avanti: dobbiamo pensare a vincere – rincara Dovizioso – Magari alcune volte andrà bene, altre no. Ma siamo la Ducati, quindi è giusto provarci”.

Iannone è al quarto anno di MotoGP, il talento è innegabile ed è arrivato il momento di schiodare lo zero dalla casella delle vittorie nella classe regina. Dovizioso ha guardato tutti dall’altro una sola volta. Trionfò in sella alla Honda, il 23 luglio 2009, sul circuito di Donington precedendo Colin Edwards e Randy de Puniet. Da allora tanti podi, ma mai più un successo. Accade anche lo scorso anno, proprio a Losail. Lui secondo, Iannone terzo. Davanti a entrambi arrivò Valentino per completare una straordinaria domenica italiana. “Avevamo trovato le soluzioni giuste. Non so se saremo così veloci, ma abbiamo più sostanza di allora”, dice il pilota romagnolo. Dai gran premi successivi, gli altri presero il largo: “All’inizio erano meno competitivi di come si sono poi rilevati”. Firmerebbero entrambi per una partenza più lenta e una stagione in crescendo. Eppure a Doha sono tutti lì a dire “occhio alla Ducati”.

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