Cercasi giornalista professionista: referenziato, esperienza pluriennale, ottima conoscenza dell’inglese. Per lavorare gratis per un anno. Di annunci del genere nel mondo in crisi dell’editoria se ne vedono parecchi, di questi tempi. Ma stavolta a offrire un ambito posto di lavoro non retribuito è addirittura il Ministero dell’Interno, a caccia di un professionista della comunicazione per curare le campagne di pubblicità istituzionale su immigrazione e richiedenti asilo. Un ruolo di prestigio e su una materia anche particolarmente delicata, ma che secondo i dirigenti del Viminale non merita di essere pagato.
L’annuncio è messo nero su bianco sul sito del governo (qui e sotto). La procedura comparativa è stata indetta il 9 marzo, per una durata inferiore a dieci giorni. Pur offrendo poco (anzi, nulla dal punto di vista economico) il Ministero non si accontenta. Cerca un giornalista esperto ed altamente qualificato: innanzitutto professionista, qualcuno che faccia del giornalismo la sua professione esclusiva (quindi anche l’unica fonte di sostentamento, ma questo al Viminale interessa poco). Deve avere un’ottima conoscenza dell’inglese, e soprattutto “un’esperienza documentabile di almeno 3 anni nel settore della comunicazione e dell’informazione maturata nell’ambito della Comunicazione istituzionale presso le Pubbliche amministrazioni e/o questa Amministrazione”. Qualcuno che sia già nel giro da tempo, insomma. Verrebbe persino da dubitare della genuinità del bando, vista la scarsa pubblicità dello stesso e la breve durata della finestra di candidatura. Se non fosse che “l’incarico dovrà essere svolto a titolo assolutamente gratuito”.
Il Ministero ci tiene a chiarirlo: lo scrive due volte, lo mette anche in neretto, a scanso di equivoci. È previsto solo un rimborso delle spese di viaggio, vitto e alloggio fuori dal Comune di residenza. Ma nessuno stipendio. In compenso ci sarà da lavorare duro per un anno: il contratto è part-time, ma prevede svariate mansioni, dalla cura delle pubbliche relazioni con la stampa nazionale ed internazionale alla “individuazione e adozione di forme innovative di comunicazione sia attraverso il web sia attraverso la realizzazione di prodotti video-documentali”.
Dodici mesi non rinnovabili, poi un saluto e una pacca sulla spalla. Non proprio il massimo per i tanti giornalisti precari alla ricerca di un posto di lavoro. Infatti l’annuncio ha subito scatenato le proteste da parte dei vari comitati e associazione del settore, a partire dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che ha definito “inaccettabile e offensiva” la proposta del Viminale: “È inconcepibile pretendere una complessa attività professionale ad alto contenuto specialistico, da affidare ad un giornalista professionista con certificata esperienza pluriennale, ma a titolo gratuito”, attaccano il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, e il segretario generale, Raffaele Lorusso. “L’annuncio offende il decoro della nostra professione, va immediatamente ritirato”.
Per il momento, però, il bando resta valido. Per farsi avanti gli aspiranti hanno ancora un giorno di tempo: il termine per le candidature scade alle ore 12 del 18 marzo; l’esito della procedura verrà comunicato entro venerdì 8 aprile e poi pubblicato sul sito. Niente soldi, niente stipendio. Ma vuoi mettere la soddisfazione di lavorare per il Ministero di Angelino Alfano?
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