Umberto De Gregorio è al vertice dell'Eav, l'azienda che gestisce il trasporto regionale della Campania. Ed è il primo a commentare - anche su Facebook - il disastro di un'azienda al collasso: taglio delle corse, vagoni vecchi di decenni, scioperi. L'anno scorso 460 atti di danneggiamento, 40 aggressioni al personale, passeggeri presi a sassate. "Un mostro con un debito enorme e ingestibile e con oltre 2700 contenziosi in corso". Mentre indaga la Corte dei conti, i politici si rimpallano le responsabilità. Da De Luca a Caldoro a Bassolino
Settecento milioni di debiti, treni insufficienti e malridotti, pendolari e turisti costretti nei giorni di pioggia a ripararsi con gli ombrelli anche all’interno dei vagoni. E poi ritardi. E assalti dei vandali: se ne contano più di 460 nell’ultimo anno. Oltre alle aggressioni al personale. Tutto questo (e altro) accade in Campania, sui convogli dell’Eav (Ente autonomo Volturno) srl, l’azienda che cura il trasporto ferroviario regionale e incorpora Cumana, Circumvesuviana, Circumflegrea e Metrocampania Nord-est. Sui treni di queste linee viaggiano 50 milioni di passeggeri all’anno. Eppure sono vecchi, in Cumana non ne arriva uno nuovo da vent’anni. “È come se stessimo portando i passeggeri in giro con le Cinquecento degli anni ’60, che si fermano in continuazione” spiega a ilfattoquotidiano.it Umberto De Gregorio, presidente dell’Eav da quasi sette mesi. Negli ultimi giorni ancora scene di ordinaria follia: un gruppo di vandali ha costretto il capotreno a fermare un convoglio diretto a Sorrento. I balordi sono scesi e hanno tirato pietre contro il treno, ferendo una ragazza. Solo l’ennesimo episodio: il lancio di sassi avviene all’incirca una volta a settimana. È accaduto anche la sera di domenica 13 marzo alla stazione Leopardi. Sul disastro del trasporto in Campania sono aperte varie inchieste. E mentre le precedenti amministrazioni regionali si rimbalzano le responsabilità, i cittadini vogliono capire quanto ancora durerà quest’inferno.
Video di Fabio Capasso
LA QUESTIONE SICUREZZA. Sono mesi che sulla pagina Facebook dell’Eav qualcuno aggiorna gli utenti sulla situazione. Nei giorni di maltempo, per esempio, è capitato che in alcuni convogli piovesse. “Oggi il materiale rotabile, già normalmente critico, è insufficiente. Soltanto 47 treni”. Non scrive un pendolare arrabbiato o un capotreno, ma il presidente stesso: per aggiornare il bollettino di guerra. L’ha fatto anche pochi giorni fa, quando un ragazzo ha aggredito un capotreno ed è stato arrestato. Nell’ultimo anno sono state quasi 40 le violenze ai danni del personale. Tantissimi i treni danneggiati. Prese di mira anche molte delle 78 stazioni, due terzi delle quali è priva di qualsiasi controllo. Alcune sono state saccheggiate, altre sono ostaggio di balordi. E non ci sono le risorse per garantire la sicurezza. “I servizi di vigilanza interni dell’Eav si sono ridotti di circa il 70 per cento in 4 anni” spiega De Gregorio. Tutta colpa del disastro finanziario.
I DEBITI E L’OMBRA DEL FALLIMENTO. L’Eav nasce nel 2012 dalla fusione di tre società: la Sepsa che gestisce la linea della Cumana (verso Pozzuoli e area flegrea), la Circumvesuviana (da Napoli verso Sorrento, Sarno e Baiano), Metrocampania (la linea tradizionale verso Benevento e la nuova linea metropolitana che collega Aversa con Piscinola-Scampia). E dopo il fallimento del 2012 di Eavbus, gestisce anche il ramo trasporto su gomma. “Eav nasce finanziariamente già fallita” racconta il presidente. Tra il 2013 e il 2015 sono stati investiti oltre 300 milioni di euro, ma al 31 dicembre 2015 il debito supera ancora i 700 milioni. “Questo perché sono maturate nuove somme dovute (200 milioni) – dice De Gregorio – per contenziosi con imprese che avevano aperto cantieri, poi chiusi improvvisamente nel 2011 dalla giunta Caldoro”. Secondo il presidente la fusione dei servizi era una cosa utile, ma “quella di aziende finanziariamente disastrate ha determinato un mostro con un debito enorme e ingestibile e con oltre 2700 contenziosi in corso”. La società è rimasta in piedi grazie a una legge nazionale del 2013 che ha impedito ai creditori di agire sul patrimonio dell’azienda.
TRENI VECCHI, RITARDI E PROTESTE. I risultati sono nei numeri. Nel 2010 solo la Circumvesuviana trasportava 40 milioni di passeggeri, nel 2014 si è passati 19 milioni con un calo di 21 milioni di utenti. Il motivo? La riduzione delle corse. Erano 132 all’inizio del 2010, 77 a fine 2015. “Sulla Cumana viaggiamo con circa 10 convogli al giorno – spiega De Gregorio – mentre ne occorrono almeno 17 per un servizio efficiente”. Sulla Circum ce ne sono poco più di 50, ma ne servirebbero almeno 70. Un danno per lavoratori, studenti e turisti. Perché questi treni conducono al capoluogo, ma anche a mete come Sorrento e Vico Equense. “Se in Lombardia negli ultimi 20 anni sono arrivati circa 200 treni – ricorda De Gregorio – nella Cumana non se ne vede uno nuovo da oltre 20 anni, in Circum nel 2014 sono arrivati 26 convogli, ma o non funzionano o funzionano male”. Per questo è in fase di definizione un contenzioso con la casa costruttrice per circa 28 milioni di euro, che porterà 21 nuovi Metrostar sui binari entro 24 mesi. Nel frattempo il 2016 è iniziato male. Anzi, peggio. Con la protesta dei capitreno che rifiutavano gli straordinari necessari invece per sopperire alla carenza di personale. Febbraio il mese nero: con il record di 320 convogli fermi in 8 giorni (e il picco di 45 treni soppressi in 24 ore). Il prossimo sciopero proclamato dai sindacati è previsto per il 18 marzo e riguarderà Cumana, Circumflegrea e Circumvesuviana.
L’INCHIESTA DELLA CORTE DEI CONTI. Sul fronte investigativo l’ultima novità sull’Eav risale a dicembre. La Corte dei Conti ha accertato un danno di 7,6 milioni di euro: 8 gli indagati citati in giudizio. Il pm Marco Catalano ha analizzato la gestione degli ex vertici della holding e ha scoperto che numerosi incarichi di consulenza erano inutili “oltre che conferiti in spregio dei più elementari principi di efficacia, trasparenza, economicità e correttezza”. Tra gli indagati anche Alessandro Rizzardi, già dipendente della società (da cui percepiva una pensione) e poi amministratore unico. Per 8 anni si è conferito da solo un incarico di consulenza per compiti che, secondo il pm, già gli spettavano in quanto amministratore. “Le responsabilità penali e civili le valuteranno i giudici e la Corte dei Conti, che indagano con diversi fascicoli aperti – commenta De Gregorio – mentre quelle politiche vanno valutate dalla politica”. Indagato anche l’ex assessore regionale Ennio Cascetta, oggi collaboratore del ministro Graziano Delrio.
LE RESPONSABILITÀ. “La Regione ha il coordinamento e il controllo della società – continua il presidente – pertanto è certamente corresponsabile, in senso generale, dell’attuale situazione con il management del passato”. Negli ultimi mesi il governatore Vincenzo De Luca ha sottolineato che il disastro nel settore trasporti “è stato causato dalla giunta precedente”. Accuse che l’ex presidente della Campania Stefano Caldoro ha sempre respinto. A sua volta puntando il dito contro l’esecutivo guidato da Antonio Bassolino. Poche settimane fa, nel corso di una conferenza, Caldoro ha detto la sua: “Il governo commissari Eav e le società regionali dei trasporti pubblici. Non è possibile assistere inermi al fallimento delle aziende che noi avevamo salvato e che oggi rischiano la deriva”. De Gregorio gli ha risposto con un post: “Ci vuole un bel coraggio. Ci lascia un’azienda con oltre 700 milioni di euro di debiti, nessun treno entrato nei suoi cinque anni di governo, nessun investimento, servizi tagliati, cantieri bloccati, 2700 contenziosi”.
IL FUTURO. Il presidente dell’Eav ora guarda al futuro: “Per quanto riguarda il servizio – racconta – esiste un piano della nuova giunta di circa 100 milioni di euro di investimenti in manutenzione straordinaria e sicurezza”. Ma che cosa serve per recuperare un ritardo di due decenni? “Cinque anni e un aiuto serio anche da parte del governo Renzi”. Mentre per rilanciare gli investimenti e avere un servizio migliore nel futuro “occorre un impegno complessivo tra Stato e Regione – spiega il presidente dell’Eav- superiore al mezzo miliardo di euro”. Una montagna di denaro, ma non c’è scelta. “Non possiamo negare il diritto alla mobilità per i cittadini della Campania – dice De Gregorio – L’Eav è un’emergenza civica e sociale, rilanciare il servizio è un dovere verso la dignità delle persone”.