I pm, prima di decidere se archiviare o proseguire con altri atti investigativi, vogliono comprendere se quei ‘buttadentro’ ripresi nei video sono dirigenti o militanti del Pd, oppure persone orbitanti in ambienti di camorra o criminalità con qualche interesse a influenzare l’esito delle consultazioni. Il fascicolo al momento resta iscritto al modello 45: zero indagati, fatti non costituenti reato
L’inchiesta della Procura di Napoli sulle primarie Pd vinte da Valeria Valente fa un importante passo in avanti. Il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino e il sostituto procuratore Francesco Raffaele hanno disposto l’acquisizione dei filmati integrali di Fanpage, comprese le ore di materiale non riversate sui servizi apparsi sul sito, a firma dei videoreporter Antonio Musella, Giuseppe Pace e Alessio Viscardi.
La mossa dei magistrati punta all’identificazione dei personaggi visti intorno ai seggi di Scampia e di San Giovanni a Teduccio, ad accompagnare gli elettori a ‘votare la femmina’, omaggiandoli dell’euro necessario per il voto. I pm, prima di decidere se archiviare o proseguire con altri atti investigativi, vogliono comprendere se quei ‘buttadentro’ ripresi nei video sono dirigenti o militanti del Pd, oppure persone orbitanti in ambienti di camorra o criminalità con qualche interesse a influenzare l’esito delle consultazioni. Il fascicolo al momento resta iscritto al modello 45: zero indagati, fatti non costituenti reato.
Sono le vicende al centro dei ricorsi presentati da Antonio Bassolino per chiedere di annullare la proclamazione della Valente o almeno di ritornare alle urne nei cinque seggi ripresi della testata web diretta da Francesco Piccinini. I primi due ricorsi sono stati respinti dal comitato organizzatore delle primarie partenopee. Ma l’ex sindaco non si è arreso ed ha presentando un ulteriore ricorso, il terzo, alla commissione nazionale dei garanti Pd. Secondo Bassolino lo scambio di monete e le indicazioni pro Valente all’ingresso dei seggi della periferia di Napoli “hanno violato il principio costituzionale della libertà dell’espressione del voto” durante le consultazioni del 6 marzo. In alcuni brani di video si riconoscono i consiglieri Pd Borriello e Cierro, in un seggio compaiono ex esponenti di centrodestra già candidati nelle liste di Cosentino e Cuffaro. E poi ci sono gli altri: gli sconosciuti che si sono dati un gran da fare per portare gente al voto.
Nei ricorsi l’ex sindaco ed ex Governatore ha sottolineato in particolare quel che è successo al lotto T di Scampia dove “si vedono più persone che presidiano il seggio, intercettano chiunque entri ed esca, invitino a votare la Valente e chiedano espressamente di non votare Bassolino.
Un chiaro comportamento intimidatorio”. Bassolino nel ricorso aveva invitato il comitato dei garanti delle primarie a “segnalare alla magistratura inquirente e alle forze dell’ordine questo passaggio specifico del reportage di Fanpage per identificare tutti i soggetti presenti nel video vista l’alta concentrazione e il pesante condizionamento della camorra e della criminalità organizzata in quel territorio”. In un seggio, il 62, dove dai video “emergono chiaramente modalità di controllo dell’ambiente antistante al seggio tipiche delle organizzazioni criminali, in una zona (Scampia), dove notoriamente è elevata la presenza camorristica e forte il controllo del territorio da parte dei clan”. La Procura ha agito di sua iniziativa.